"Lavoro come buttafuori dell'ospedale, tomba con vista cimitero e, per paga, mezzo cadavere al giorno".Così aveva risposto la signorina dell'ufficio informazioni quando le ebbi spiegato la situazione. Era poi stata interrotta da una chiamata dal reparto nascite, dove un bambino-demone stava disegnando pentagoni con il sangue dei suoi vicini di culla.
Il dottore aveva fatto tutto il possibile per non salvare Federica. Era persino riuscito a convincermi a giocare a carte con lui e la sua mano-scheletro da compagnia. Da quell'esperienza avevo imparato che le mani scheletriche sono molto brave a barare.
In compenso avevo ricevuto delle cure mediche, che consistevano nello stare immobile mentre il dottore mi gettava sulle ferite tutto il contenitore dell'acqua ossigenata. I cerotti che la signora ci aveva regalato si trovavano ora sparsi in diversi punti del mio corpo.
Federica per qualche strana ragione era diventata uno zombie e adesso aveva un lavoro che sembrava renderla felice. Almeno per una volta non avrebbe dovuto inventare scuse per saltare la scuola. Poteva allenarsi a lanciare altri mostri fuori dall'ospedale e portare in braccio i pazienti che aspettavano il pulmino.
Mi accompagnò al portone esterno con una strana camminata lenta e zoppicante. La sua pelle era pallidissima, a tratti verdognola come i capelli. La salutai, promettendole che sarei tornata a farle visita prima o poi. Era strano che non avesse ancora provato a mangiarmi, ma evidentemente era ancora un po' spaesata dall'improvviso cambiamento.
Solo una volta fuori mi resi conto dell'orario, erano già le sei di sera. Mi affrettai per la strada, dovevo tornare a casa prima che facesse troppo buio.
Sfortunatamente mi accorsi di non essere la sola a camminare per quelle vie. La mia ombra proiettata dalla luce calda del sole pomeridiano non era l'unica su quella strada. Dietro di me sentivo un'oscura presenza, qualcosa di ben più pericoloso di un mostro qualsiasi.«Hey, Ester!», chiamò una voce.
Cercai invano di scappare, ma la creatura mi bloccò con un braccio attorno alle spalle. Mi girai, ritrovandomi a guardare un odioso sorriso sproporzionato.«Lisa, ma che piacere vederti», dissi con tutto il sarcasmo che possiedo nel mio repertorio. «Cosa ci fai da queste parti?»
«Stavo facendo compere per la festa di stasera, quando all'improvviso mi sono persa e ti ho trovato», spiegò agitando le borse che teneva in mano. «Ma come ti sei conciata?! Vieni subito a casa mia che ti presto un vestito e ti trucco.»
Ancora una volta non feci in tempo a rifiutare, la ragazza mi prese a braccetto e trascinò lungo un'altra strada.Potrei raccontarvi di come fuggimmo per un'ora inseguite da dinosauri dai lunghi e lucenti capelli, e dal loro padrone, un cacciatore vestito da hippy che li comandava con un fischietto giallo. E di come solo alla fine riuscimmo a seminarli... Ma non credo che il vedermi nuovamente in pericolo possa rendervi felici... o forse è proprio così.
Sta di fatto che non ho intenzione di riportare qui quell'esperienza, soprattutto per il fatto che un Tirannisaurus Rex biondo si era mangiato la borsa con i miei adorati libri, e Lisa aveva dovuto costringermi con la forza ad allontanarmi dalla sua carcassa schiacciata con una ruspa.
Quando arrivammo a casa della mia compagna, io mi ritirai a dormire nella sua stanza e lei si andò a preparare, lasciandomi un vestito sulla sedia.
Fui svegliata dopo neanche dieci minuti da una musica fastidiosamente pessima. Intuendo che la festa fosse appena iniziata mi alzai e andai in bagno per sbarazzarmi di quello che rimaneva dei miei abiti. Il vestito che mi aveva lasciato Lisa era blu scuro e arrivava fino alle ginocchia. Probabilmente si trattava dell'indumento più lungo che il suo armadio avesse mai visto.Sciolsi i lunghi capelli neri slegando la coda e osservai i miei occhi azzurri allo specchio. La ferita sul labbro aveva smesso di sanguinare già da un po', ma lì sarebbe rimasta per molto tempo una piccola cicatrice bianca. Per quanto riguardava invece le ginocchia e il braccio: le ferite dovevano essersi ridotte ormai a semplici screpolature rosa sotto a quei cerotti.
Pensai a come avevo fatto a infilarmi in quella situazione e realizzai che era stata tutta colpa mia.
STAI LEGGENDO
Voglio vivere
HorrorEster è una ragazza che cerca di sopravvivere in un mondo popolato da mostri. Le persone di questa realtà nascono divise in categorie, che non sono altro che stereotipi di personaggi in un horror. Per quanto tutto questo possa sembrare orribile non...