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            L'ANGELO E LA PRIMA VOLTA

<<Mi passi l'insalata?>> chiedo a Avril

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<<Mi passi l'insalata?>> chiedo a Avril. Ha una strana espressione sul suo volto angelico . È da quando abbiamo iniziato a mangiare che fissa il vuoto e non parla. Di solito è lei a spezzare i silenzi imbarazzanti tra me e Harry nell'ultimo periodo.

<<Avril?>> provo a scuoterla. <<Ah, scusami.>> dice <<Cosa mi hai chiesto?>>

<<L'insalata>> ripeto. Lei me la passa ma continua a rimanere nei suoi pensieri.

<<Non può essere>> mormora tra sé. Anche Harry inizia a preoccuparsi e ad essere nervoso <<Ma cosa stai dicendo?>>

<<Niente. Dimenticate quello che ho detto>>

<<È da oggi che continui a fissare il vuoto e a parlare monosillabi.>> le fa notare suo fratello.

<<È che ho scoperte delle cose...sul caso...e può essere più vicino di quello che pensavo.>>

<<Chi?>> domanda Harry sempre più confuso.

<<L'assassino?>> mi intrometto io.

<<No. Non posso dire niente, perché non ho le prove e non posso incolpare nessuno>>replica mettendosi la mano nei folti capelli biondi.

<<Va bene. Non preoccuparti>> la rassicuro accarezzandole le spalla.  <<Se devi andare presto laverò io i piatti, tranquilla>>

<<Sì. Grazie, tesoro>>.

Gli sorrido anche se dentro di me non ero felice di rimanere con Harry questa volta. Ho paura che mi farà altre strane domande, o mi metterà il muso.

Avril mangia in fretta, e appena finisce la sua porzione, si alza in fretta e ci saluta.

Non ho saputo trattenere un sospiro, e non di sollievo questa volta.

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Non mi ha detto nulla, ma mi ha fissata tutto il tempo creando non solo un certo imbarazzo ma anche un po' di spavento.

Tenevo lo sguardo basso ma vedevo con la coda dell'occhio che mi stava fissando.

Ho ignorato i suoi occhi profondi e ho fatto quello che ho promesso ad Avril. Ma per il nervosismo mi scivolava tutto dalle mani.

<<Ti rendo nervosa?>> ghigna. <<Se la smettessi di fissarmi magari.>> ribatto acida.

<<Perché sei così fredda?>>

<<Non lo sono, è che non capisco il tuo comportamento.>>I miei occhi osano alzarsi e incrociarsi con i suoi.

<<Scusami. Non mi piace che tu mi ignori>> confessa a me e a sé stesso.

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