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GATTO BIANCO

Rileggevo le parole del libro che stringevo tra le braccia ma non riuscivo a capirne il significato

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Rileggevo le parole del libro che stringevo tra le braccia ma non riuscivo a capirne il significato. La mia testa vagava altrove, e per la prima volta nella mia vita, leggere non è mai stato così poco entusiasmante.

Eppure sono quel tipo di persona che quando legge un romanzo, non pensa a nient'altro e fino a che non legge un mucchio di pagine non si rende conto di quello che succede attorno a lei.

Questa volta però il libro rappresentava l'incomprensibile. Cavolo cosa non va in me?
Perché all'improvviso non riesco più a concentrarmi nemmeno se leggo il mio romanzo preferito?

Che paradosso.

<<Ehi, Wifey>> mi bacia Luna sulla guancia, sedendosi accanto a me.
<<Impegnata nella lettura come sempre?>>.

Non nascondo un respiro profondo. Chiudo il libro e mi giro con il busto in sua direzione. <<Non riesco nemmeno più a leggere, ho la testa da un'altra parte!>> dico disperata.

<<Cosa c'è di male in questo?>> chiede senza nemmeno guardarmi. Aveva gli occhi bassi, rivolti su un grande album scolastico di molti anni fa.

<<Pensa che oggi pomeriggio andremo a casa di Michelle>>

<<Che felicità>> commento ironicamente. Biologia ci ha messo in gruppo per lavorare assieme. Chissà cosa ne uscirà fuori, e soprattutto se resisterò a stare con Michelle senza litigare con lei.

Luna però era troppo concentrata, così do una sbirciatina e mi avvicino per guardare meglio con lei. <<È un album scolastico?>> domando.

<<Sì,l'ho trovato. È di undici anni fa, cioè del 1995>>.

Sfoglia le pagine guardando i vecchi volti degli studenti. Trovo anche Avril tra loro e appena la vedo, la indico per mostrarla a Luna. <<Avril è sempre stata bellissima.>> commenta.

<<Già>> concordo con lei. Il mio pensiero va subito ai miei genitori, però, chissà come erano prima che io nascessi. A pensarci se oggi fossero ancora qui avrebbero più o meno ventotto anni. Mi hanno avuta quando erano, forse, troppo giovani.

Non appena scorgo la foto di mio padre la mostro fiera a Luna. <<Questo il mio papà>> mostro un grande sorriso.
<<Wow non mi avevi detto che fosse così fico. Poi vi assomigliate tantissimo>>

<<Si chiamava Christian, e inoltre era un attore. Un giorno vorrei essere anche io un'attrice.>>

<<Ho notato la tua passione per il teatro e il cinema>> dice Luna.<<Che rapporto avevi con tuo padre?>>.

La domanda un po' mi turbava. Perché avrei voluto che fosse più unito.

<<Be' a dire la verità, non passavo molto tempo con lui, spesso era assente>> rammento <<Però quelle volte che c'era, c'era davvero per me. È stato un padre molto premuroso e affettuoso>> proseguo <<Però certe volte percepivo nonno come un papà. Perché la maggior parte del mio tempo, lui era lì, a interessarsi a me e a ciò che mi accadesse>>

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