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TELEFONATA

Il cielo aveva smesso di essere così nuvolo, e finalmente splendeva il sole in cielo

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Il cielo aveva smesso di essere così nuvolo, e finalmente splendeva il sole in cielo. Un po' come in quella casa.

Io e Sun Oh eravamo in soggiorno, io distesa con le gambe sulle sue ginocchia e lui intento a scrivere su un diario con la rilegatura blue notte. Scriveva da un po' e sembrava deciso a non mostrarmelo.

<<Stai scrivendo in coreano o nella mia lingua?>> gli domando sollevando il capo.

<<Un po' e un po'>> risponde senza staccare gli occhi dalle pagine.

<<Ci ho messo molto per imparare la vostra scrittura>> confessa, <<Sto migliorando ogni giorno di più.>>

<<Si vede.>> gli sorrido <<Io non sarei capace di parlare e scrivere in due lingue completamente opposte.>>

<<Non è vero.>> replica Sun Oh <<Nessuno è incapace, siamo tutti in grado di apprendere. Ci vuole però molto studio, e soprattutto molto impegno.>>

<<È vero.>> concordo <<Però non tutti hanno questa buona volontà.>>

<<Sapere più lingue mi ha permesso di viaggiare, specialmente per quanto riguarda l'inglese che è la lingua universale.>> mi spiega <<E sono contento di essermi impegnato. Altrimenti non sarei qui a parlare con te>>

<<Giusto.>>

Grazie a questa scelta, io potevo stare con lui. Quante cose sarebbero diverse se non lo avessi conosciuto? Di certo ha cambiato la mia vita in meglio.

<<Io, mamma, mia sorella e Shi-Woo siamo gli unici ad aver appreso.>>

Finalmente i suoi occhi si staccando da quel diario e tornano a guardare me mentre mi parla.

<<Mi dispiace che tu non possa comprendere le parole dei miei amici.>> si rabbuia.

Scuoto il capo <<Ho parlato con Shi-Woo. È molto tenero e penso che ti voglia un gran bene.>>

<<Ammetto che certe volte mi sento in colpa ad abbandonarli.>> dice triste <<Ma non lascio che gli altri influenzino le mie azioni.>>

Avrei voluto essere come lui per questo motivo. Mi sono lasciata influenzare dagli altri, qualche volta e ciò ha avuto delle conseguenze negative.

Pensando a ciò, vedo, su uno scaffale di libri, un giradischi.
<<Che bello>> esclamo alzandomi in piedi e avvicinandomi per esaminarlo. Era un giradischi vintage con il recipiente verde muschio.

<<L'aveva comprato mio padre per mia sorella.>> spiega nascondendo il suo umore grigio.

Osservo gli album a fianco, e scelgo di mettere Stand by me di Ben E.King. Il brano è considerato un inno all'amore nel decennio simbolo dei giovani del novecento. Il titolo è una richiesta all'amore di non lasciarlo mai, soprattutto nei momenti più difficili.

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