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L'ORRIBILE VERITÀ

Non avevo la volontà, e soprattutto la forza di alzarmi dal letto

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Non avevo la volontà, e soprattutto la forza di alzarmi dal letto. Avril mi ha rassicurata, e mi ha convinta a tornare a casa, mentre lei si occupava di svolgere le indagini. Ma io c'entravo fin troppo con quel caso. Se Sun Oh mi avesse detto cosa era successo prima di morire le avrei risparmiato la fatica, ma lui ha usato le sue ultime forze per dirmi che mi amava. Un'ultima volta.

Per questo motivo non ragionavo più, non avevo voglia di mangiare. Avril mi ha conservato del cibo e mi ha ordinato di mangiarlo ma non avevo le forze. Avevo un blocco mentale. Fissavo il vuoto senza un apparente motivo. Credevano che tenendomi lontano dalla questione sarei riuscita a guardare avanti, ma essere all'oscuro di tutto mi faceva sentire peggio. Volevo conoscere la verità. Cosa è successo in tutto questo tempo. Chi,come e perché.

Volevo sapere anche il motivo di tutto questo. Ma a quanto pare era inutile pensare alla verità perché non me lo avrebbe portato indietro...

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Avril è tornata dopo un quarto d'ora, me ne sono resa conto dal rumore dei suoi passi. (Sì, distinguo la presenza di Avril da quella di Harry). Ho nascosto la faccia nel cuscino per evitare di incrociare il suo sguardo, quando è entrata nella mia camera.

«Ho avvisato la sua famiglia» dice.

La sua famiglia. Non oso immaginare come si sentano ora e in parte sento che è anche colpa mia se loro lo hanno perso. Vorrei parlare con Young-Mi e spiegarle l'accaduto ma dentro di me sentivo che non mi avrebbe più parlato.

«Hanno preso il volo poco fa» prosegue.

«Capito»sussurro a malapena con la voce soffocata.

«Jade, qualsiasi cosa tu stia pensando, non è colpa tua. Troveremo il responsabile, te lo prometto.»

«Quindi sei sicura sia un'omicidio?»

«No, però ci sono tutti i presupposti. Scopriremo cosa è successo.»mi promette.

Annuisco tentando di mostrare un sorriso ma è più difficile di quanto pensassi. Lei mi mette una mano sulla spalla e posiziona un quaderno davanti di fronte al mio viso. «Cosa sarebbe?» le domando.

«È il quaderno dove Sun Oh scriveva».

Allungo le mani tremolanti per afferrarlo. Era un pezzo che aveva lasciato, percepivo la sua presenza semplicemente toccando quel quaderno. Lo sfoglio e inizio a leggere:

"Gli occhi disegnati continuavano a guardarmi. Sembravano veri. La mia memoria l'ha disegnata troppo bene, così tanto che sono riuscito a farle un ritratto. Non parla molto, ma osserva tanto. Guarda la luna facendo delle domande di cui non conosce risposte.
Sfiora la mia mano, sfiorandomi il cuore. Il contatto con la sua pelle fredda che pareva deceduta. Ma continuava a respirare, faticosamente. Avrebbe voluto smettere di respirare. Ma io le impedivo di smettere. I suoi occhi brillavano alla vista del sole, ma cercava continuamente l'oscurità.
Due lettere:AJ.
semplicemente due lettere.
Jade Aisha Lavigne.

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