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                          BUGIE E VERITÀ

Quando ho aperto gli occhi, il senso di colpa mi stava  macinando dentro

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Quando ho aperto gli occhi, il senso di colpa mi stava  macinando dentro. Mi sono voltata e ho trovato Harry rivolto verso di me che stava dormendo come un angioletto.
Ho sentito il mio cuore fare un tuffo a vederlo così.
Sorrido non appena lo osservo, mentre con la mano accarezzo i suoi ricciolini.

Harry apre leggermente l'occhio. Ritraggo la mano e mi volto dall'altro facendo finta di niente. Con la coda dell'occhio lo vedo sorridere.

«Buon giorno, Galatea» sussurra con voce rauca.

Mi sono guardata ricordandomi nuovamente di ieri sera, come mi baciava, come mi toccava...

«Ti sei svegliato»dico cercando di guardare altrove «Puoi...uscire...insomma, puoi uscire dalla mia stanza? Devo vestirmi».

«Se non sbaglio ieri notte ti ho già vista senza vestiti»alza rapidamente le sopracciglia.

Gli lancio un'occhiataccia. Alza le mani in segno di arresa e si alza dal mio letto.
«Vado prima che mi veda mia sorella»

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Non sono passata da Sun Oh questa volta, non riuscire a guardarlo in faccia dopo quello che è successo mi faceva sentire ancora più in colpa.

Nonno Frankie cercava di distrarmi ma con scarsi risultati. Ho mangiato un pezzo di pizza che ho riscaldato nel microonde mentre lui prendeva delle vecchie fotografie. Molti non li conoscevo perché erano i miei trisavoli e dei miei bisnonni, e altri parenti molto più lontani di cui non sapevo minimamente l'esistenza. Mi ha mostrato fiero una foto da giovane in giacca e cravatta insieme alla nonna che indossava un abito stile anni cinquanta a pois.

Ho fatto un buon commento su di loro e nonno mi ha sorriso.

Spunta tra le foto una di mamma da piccola con la faccia imbronciata e che stringeva una bambola che era il doppio di lei.

«Quel giorno pianse perché la nonna le aveva detto che sarei partito. Disse che le sarei mancata troppo e che sarebbe stata disposta a vendere quella bambola per farmi rimanere».

«Rinunciare a un certo tipo di oggetto per un bambino è tanto» dico

«Lo so, proprio per questo.»

Tra le foto noto una che ritrae me insieme a Josephine, mia cugina, su una macchinina elettrica per bambini. Lei è al volante, mentre io sono al lato del passeggero.

«Mi ricordo di questa macchina!» esclamo indicandola «Io e Josephine litigavamo sempre, per chi doveva stare al posto del guidatore.»

Mi mancavano davvero tanto quei ricordi.

«Discutevate come discutevano da bambine tua mamma e zia».

«Zia Marie sembra molto sofferente per la mancanza di mamma»noto

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