Delphine Evans

40 0 0
                                    

Jay ed Hailey si trovavano ancora al Lakeshore.

La detective, fingendo di conoscere una dottoressa dell'ospedale, aveva costretto il collega a darsi controllare.

Era stata costretta in un certo qual modo ad ingannarlo. Il detective altrimenti non si sarebbe mai fatto visitare.
Anche in quella occasione, infatti, il giovane aveva indossato la sua solita maschera con la quale voleva convincere tutti che stava bene.

Alla fine però, come si suol dire, non tutto il male viene per nuocere, infatti proprio lì, i due si incontrarono, mentre andavano via, Delphine Evans. .

La ragazza era una paziente lì in ospedale ed Hailey la riconobbe Delphine dopo averla vista un'unica volta nella foto che il proprietario del night club aveva mostrato a lei ed al suo collega.

La ragazza era la migliore amica  di Raya Coleman, la giovane vballerina che era stata uccisa. .

Hailey guardando causalmente in una delle stanze dell'ospedale l'aveva quindi riconosciuta ed ebbe la conferma che fosse lei, dopo aver parlato con il dottor Lorence, .

Essendo la ragazza sotto shock, i due colleghi decisero di andare coi piedi di piombo.
Din quell'occasione infatti avevano convenuto che fosse meglio che Delfine incontrasse prima Hailey per metterla a suo agio e poi Jay essendo uomo.

Halstead quindi, dovendo attendere decise di contattare il suo capo per avvertirlo del motivo per cui stavano ritardando.

Il detective stava sempre peggio. Rimasto solo in corridoio, quando la collega non poteva vederlo poggiò una mano contro il corrimano presente nel muro tenendosi con tutta la forza che aveva mentre ricurvo in avanti tossiva copiosamente.

L'altra mano era posizionata davanti al petto, chiusa a pugno, segno del dolore che provava.
Ad ogni colpo di tosse il suo petto sembrava squarciarsi per quanto era forte ed il colpo gli rimbombava nel cervello.a sua testa stava per esplodere, martellava di continuo.

Pian piano trascinandosi con il peso sul corrimano, finito di tossire, arrivò ad una sedia che distava pochi passo da lui, anche se gli sembravano metri.

Era chino in avanti e con entrambe le mani si teneva il capo. Chiuse gli occhi per qualche istante cercando di respirare il più lentamente possibile, e ciò sembrò giovare poiché aveva allentato un po' il suo dolore. Questo era davvero molto forte infatti alcune lacrime che si erano accumulate nei suoi occhi erano desiderose di scendere sul suo viso.

Ma il detective era un duro, non avrebbe mai gettato la spugna. Non si sarebbe atteso così facilmente a quello che credeva cessere un semplice malanno.

Sentendo delle voci in lontananza quindi alzò la testa e vista la dottoressa Asworf, quella che credeva essere l'amica di Hailey, quella che lo aveva visitato in precedenza, si alzò con grande forza di volontà e cercò di avvicinarsi a lei.

Se ci fosse stato un altro al posto di Jay, sentendosi nello stesso modo, si sarebbe messo a piangere e ad urlare per il dolore chiedendo a medici o infermiere di essere aiutato.

Ovviamente il detective non fece nulla di tutto ciò. Prima di tutto il dovere, stava lavorando e non poteva mollare. Una volta che il caso sarebbe stato risolto, tornato a casa sarebbe potuto crollare, ma non in quel momento.

- Dottoressa, mi scusi - disse una volta avvicinatosi a lei. Dalla sua voce roca poteva evincersi anche quanto stesse soffrendo.

- Detective, è ancora qui? Sarebbe dovuto tornare subito a casa a riposare. - disse la donna.

- Si lo so, purtroppo però non è possibile perché siamo qui per lavoro e la mia collega sta convincendo una ragazza a rilasciare una deposizione. - spiegò lui

ti salverò ad ogni costoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora