Svenimento

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Will si sentiva impotente, non poteva fare altro che stare lì in un angolo della stanza ad osservare la situazione.

- L'abbiamo preso Will - disse Rhodes senza voltarsi, ma percependo quello che poteva essere lo stato d'animo del suo collega in quel momento e volendo tranquillizzarlo in qualche modo.

Connor nel frattempo continuò quindi a visitare il suo paziente

- April creami un accesso centrale, è molto disidratato. - ordinò all'infermiera e lei fece subito come lui era stato detto.

La Sexton in quell'occasione tirò un sospiro di sollievo. Il detective era fuori gioco in quel momento e lei poté agire indisturbata. Inserire un ago a Jay era sempre stato molto complesso. Ogni volta faceva davvero fatica perché il giovane opponeva resistenza avendo una fobia per quegli oggetti appunti.

Il dottore, intanto, si rivolse a Will che cercava di seguire tutto ciò che stava accadendo anche se i suoi occhi stavano diventando sempre più piccoli.

La stanchezza, però, si stava facendo sentire sempre di più. Fino a quel momento Halstead aveva agito solo grazie all'adrenalina che ormai era quasi completamente scemata.

Il suo sguardo si era bloccato in un punto, il viso di suo fratello.
Era come se Will si fosse addormentato con gli occhi aperti fissandolo.

Fu quindi il dottor Rhodes a riportarlo sulla terra ferma.

- Will! Ehi Will! Ehi dico a te! - lo chiamò più volte.

Alla fine Connor riuscì ad attirare la sua attenzione e Halstead si girò verso di lui.
Fu in quel momento che il medico poté osservare bene il suo amico, essendosi concentrato in precedenza solo sul suo paziente.

Will era pallidissimo, bianco come un fantasma ed aveva gli occhi gonfi e rossi per quanto aveva pianto in precedenza.

- Will, tuo fratello, dando una prima occhiata, visti i sintomi, sembra avere una bella bronchite. Adesso farò dei controlli per confermarlo e per escludere la presenza di una possibile polmoni. Jay è anche molto disidratato. Inizieremo a dargli antibiotici per contrastare la malattia ed antipiretici per abbassare la temperatura aggiungendo qualcosa per la nausea. (Il detective quando era stato trovato in macchina tutto sporco di vomito fresco).
Con la cura giusta si riprenderà presto, vedrai. Ci vorrà un po' di tempo ma si rimetterà completamente. - ha poi concluso Rhodes.

Dopo aver udito quelle parole Halstead, ed averne compreso più o meno una parte, uscì dalla stanza dirigendosi verso il corridoio. Era stordito e frastornato e faceva fatica a prestare attenzione a lungo, anche se si trattava di semplici conversazioni e ciò, specialmente per chi conosceva Will, si notava ad occhio nudo. Connor infatti ebbe dei dubbi sul fatto che il suo amico e collega avesse compreso realmente ciò che lui gli aveva detto.

Will era certo del fatto che Jay era in buone mani ed era fermamente convinto che se ci fosse qualcuno che potesse farlo stare bene, quello era Rhodes.

Il dottore, però, non riusciva più a stare lì con le mani in mano. Non poteva stare vicino a suo fratello, non poteva curarlo. Voleva urlare tutto il dolore che sentiva dentro di sé, voleva fare in modo di alleviare le sofferenze di suo fratello. Era disperato ed il non poter fare nulla lo stava distruggendo ancora di più.

- Will - lo chiamò una triste Maggie cercando di attirare la sua attenzione avvicinandosi a lui. Halstead era fermo nel corridoio davanti alla stanza di suo fratello ed in quel momento era rivolto verso il muro dando le spalle all'entrata di questa.

Era passata quasi un'ora da quando il dottore aveva portato Jay lì al Med e Connor si stava prendendo cura di lui. Da quando era uscito dalla sua stanza Will non si era mosso di un millimetro.

ti salverò ad ogni costoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora