In viaggio verso il Med

35 0 0
                                    

Le condizioni di Jay si stavano aggravando via via sempre più. Will stava cercando di arrivare al Med il più velocemente possibile.

Il giovane doveva essere assolutamente visitato e curato.

Il dottor Halstead sentiva suo fratello respirare male ed in alcuni momenti era come se non ci riuscisse proprio.
Ansimava in modo preoccupante ed il cuore di Will batteva all'impazzata perchè aveva capito che il fratello aveva qualcosa di grave e sapeva che non c'era tempo da perdere.

Se solo Jay non fosse stato così testardo, se solo lo avesse chiamato senza attendere ...

Ormai era notte e fortunatamente le strade erano leggermente più sgombre rispetto al giorno. Will fu fortunato almeno di non dover avere problemi di traffico. Vivevano in una città perciò era normale che fosse trafficata.

Il dottore mentre guidava cercava in tutti i modi di svegliarlo ma senza riuscirci. Una mano stava sul volante, l'altra era poggiata su Jay scuotendolo per disturbare il sonno che lo stava catturando completamente.

Jay dal canto suo si era assopito, La temperatura era troppo alta ed era impossibile che mantenesse coscienza.

Gli occhi di Will si erano riempiti di lacrime, era difficile non farsi prendere dal panico.
Il dottore era sempre riuscito a rimanere lucido, ma non quella volta. In quell'occasione aveva paura, terrore di poter perdere suo fratello.

Non era facile vedere un giovane ridotto in quel modo.
Will era completamente in tilt, forse tutto ciò vera anche dovuto alla mancanza di sonno che non mi faceva ragionare con lucidità.

Nonostante tutto il dottor Halstead cercò in tutti i modi di mantenere la calma, ma alla fine le lacrime iniziarono a rigargli il viso mentre guidava.

Il Med sembrava essere lontanissimo, non vi si arrivava mai.

Di tanto in tanto Will metteva la mano sula fronte del fratello. La temperatura era ancora aumentata, rispetto a quando l'aveva misurata a casa, lui scottava moltissimo, irradiava troppo calore.

Jay, dal canto suo, tremava come una foglia, sentiva molto freddo, la testa gli martellava e tutto il suo corpo faceva male.

Lungo la strada io dottore dovette a malincuore fermarsi più volte, non voleva perdere tempo ed arrivare in ospedale il prima possibile, ma doveva anche sostenere il fratello durante le crisi di tosse.
Subito dopo di esse Jay cercava di buttare fuori il catarro che ormai sempre più gli intasava la gola. Questa era sempre  chiusa, tanto da non fare passare nemmeno un filo d'aria.

Il detective era sempre più debole, i rantoli sempre più udibili e ad essi si univano flebili lamenti.

Dopo essersi fermati per l'ennesima volta ed essere sceso per sostenere Jay, Will si affrettò a raggiungere nuovamente il lato del guidatore.

Dopo aver aumentato al massimo il riscaldamento dell'auto poi girò la chiave nel quadro partendo ed affondando il piede nell'acceleratore.

La mano del dottore era fissa premuta sul clacson ed il suono accompagnava il loro altrimenti silenzioso viaggio.

Mancavano Ancora pochi minuti e sarebbero arrivati al Med.

Il dottor Halstead cercò di prendere il telefono per chiamare Maggie, pensò che se avesse avvisato del loro arrivo tutto si sarebbe svolto più velocemente.
Anche in quel caso però non ebbe fortuna, il suo cellulare aveva la batteria scarica.

Mentre guidava intravide, poco distante da lui, ferma su un lato della strada una macchina della polizia che era intenta a fermare le auto facendo i dovuti controlli.

- Non per favore, fa  che non ci fermi, non anche questa - disse tra sé e sé.
-
Ovviamente non fu fortunato. La polizia lo aveva notato, non che lui avesse fatto qualcosa per nascondersi. Sfrecciava veloce per le strade della città suonando il clacson inducendo le macchine presenti a spostarsi per farlo passare.

Pochi metri più avanti infatti uno dei poliziotti gli mostrò la paletta fermandolo a causa proprio della sua eccessiva velocità.

Will a quel punto mise il piede sul freno schiacciando più forte che poteva riuscendo a fermare l'auto poco più avanti dei due poliziotti, con un forte stridio.

Per il contraccolpo il dottore rimbalzò sul sedile e andò a sbattere con lo sterno contro lo sterzo.
Fu una botta sorda e dolorosa.

Will ansimò respirando un paio di volte quando qualcuno gli bussò al finestrino.

Fu in quel momento che ritornò alla realtà.
Abbassò il finestrino ed il poliziotto inizio ad informarlo dell'alta velocuta, delle norme che aveva infranto chiedendogli patente e libretto.

Will disperato con le lacrime agli occhi, le stesse che aveva trattenuto per tutto il viaggio, che ora avevano ricominciato a scendere copiose sulle sue guance lo interruppe.
- Per favore ci lasci andare. So di non aver rispettato alcune regole, ma devo arrivare il prima possibile in ospedale. Mio fratello sta molto male. Ha bisogno di essere curato. - disse il dottore ormai singhiozzando.

Il poliziotto alzò lo sguardo da lui ed osservò l'altro passeggero presente sull'auto.

Subito si rese conto quindi che Will stava dicendo la verità.
Se così non fosse sarebbero stati troppo bravi a fingere, sia lui che suo fratello.

Il passeggero era pallido, aveva il volto cinereo e ciò era peggiorato dalla luce della notte. Non era assolutamente una finzione.

ti salverò ad ogni costoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora