Le infermiere Angie ed Hanna, stavano passando in rassegna ciò che si sarebbe ancora dovuto fare con i pazienti, dare i medicinali, cambiarli, pulire le medicazioni e quant'altro.
Avevano visto passare Will che era uscito dalla stanza per recarsi fuori al reparto e soprattutto Angie era triste nel vederlo così a pezzi e senza energie.
La sua andatura era abbastanza claudicante, sbandava visibilmente e cercava di stabilizzare tenendosi dai muri.
L'infermiera avrebbe voluto aiutarlo, magari fungendo lei stessa come punto d'appoggio per lui, ma era convinta che il giovane avrebbe rifiutato. Era pur sempre un uomo con una dignità.
Angie quindi sospirando tristemente, dopo averlo osservato per un attimo era tornata a parlare con la collega sfogliando il loro registro e fu solo quando udirono un rumore sordo che entrambe si voltarono.
Vedendo il dottore steso a terra, privo di conoscenza, le due non persero tempi e lo raggiunsero subito.
Angie mise immediatamente le dita sulla carotide di Will per controllare il polso che per fortuna si sentiva forte e chiaro, era solo un paio troppo veloce del normale. Anche il respiro sembrava alterato era accelerato.
Hanna corse a prendere un apparecchio della pressione per misurargliela ed anche questa risultò essere eccessivamente elevata.Hailey osservava a distanza senza poter fare nulla. Si era allontanata leggermente per non intralciare il lavoro delle due infermiere.
Will era allo stremo delle forze, non aveva ancora recuperato le energie. Desiderando vegliare su suo fratello non aveva dato il tempo al suo corpo ed alla sua mente di recuperare.
Il dottore aveva chiesto troppo a sé stesso. Ancora una volta aveva dato la priorità agli altri andando incontro ad una condizione di stress eccessivo che lo aveva portato a crollare.
Le infermiere lo caricarono su un lettino e lo sistemarono nella stessa stanza di Jay.
Per tenere i suoi parametri vitali sotto controllo lo collegarono, oltre che ai fluidi, anche ai monitor presenti nella stanza. Senza perdere tempo poi uscirono da questa per verificare se qualche medico fosse disponibile per dargli un'occhiata.
Proprio in quel momento, casualmente, il dottor Rhodes stava passando in corridoio.
Era ancora di turno al pronto soccorso, ma era preoccupato per la salute del suo amico. Si era quindi allontanato dall'Ed chiedendo a Maggie una piccola pausa inventando una scusa e si era diretto nel reparto di terapia intensiva dove si trovava Jay.Entrato nella stanza si diresse verso il detective guardando i monitor e poi notò Will che era stato sistemato finalmente in un letto e che sembrava finalmente dormire pacificamente.
Il dottore non sapeva nulla di cosa fosse successo poco prima del suo arrivo, era solo felice che finalmente il suo giovane collega si stesse prendendo cura di sé stesso riposando un po'. Will era entrato nell'ottica che Jay era in buone mani.
Rhodes però non sapeva quanto si stesse sbagliando. Comprese che qualcosa non andava guardando poi i monitor. I valori del suo collega erano tutti sballati e poi tutto diventò più chiaro quando Hanna ed Angie lo informarono dell'accaduto.Connor iniziò immediatamente a visitarlo e proprio in quel momento il giovane sembrò cominciare a riprendere conoscenza.
- Will... Will mi senti... - disse il dottore accarezzandogli e picchiettando sulla guancia.
- Mmm... - rispose il giovane che nonostante gli occhi semiaperti, sembrava abbastanza confuso.
Aveva difficoltà a tenere gli occhi aperti, le sue palpebre erano pesanti.
Connor si accorse che il suo collega era tachicardico e che vi erano anche diverse extrasistoli nel tracciato. Inoltre il suo respiro era rapido e superficiale.
- Angie, per favore, mettigli un po' d'ossigeno - disse chiedendole poi di aggiungere dei medicinali nella flebo per normalizzare il battito.
- Will, c'è qualcosa che ti fa male? - chiese poi al giovane volendo essere più scrupoloso possibile.
Il dottore chiuse gli occhi e non riuscendo a rispondere verbalmente indicò con mano tremolante diverse parti del corpo: il petto, lo stomaco e soprattutto la testa.
Will non si era mai sentito così male, il cuore sembrava volesse esplodergli nel petto come anche la testa sembrava volesse scoppiare.
Aggiunti anche degli antidolorifici, Rhodes fu costretto ad andare via. Il suo cercapersone aveva iniziato a vibrare, era richiesto al pronto soccorso. Il dottore scappò via dopo aver chiesto alle infermiere di tenerlo aggiornato.
Hailey, che era rimasta tutto il tempo nel corridoio in attesa che la visita terminasse, entrò nella stanza rimasta vuota posizionandosi in un angolo.
Tutto era così silenzioso lì. Nonostante fosse giorno, la stanza era avvolta nella penombra.
Le lacrime le riempirono immediatamente gli occhi. Vedere il suo collega ridotto in quelle condizioni in un letto d'ospedale la faceva sentire malissimo.
Jay era forte, temerario, sprezzante del pericolo e non era facile vederlo lì in un letto d'ospedale.
Il suo cuore si spezzò e per un attimo le mancò il respiro. Non era la prima volta che lo vedeva lì, ma ogni volta era davvero difficile.
Qualche lacrima le scese sulle guance, ma lei le aciugò immediatamente ricacciando indietro quelle che ancora minacciavano di cadere. Doveva farsi forza, non poteva crollare. Jay aveva bisogno di lei, ed anche a Will serviva una mano d'aiuto per stare vicino a suo fratello.
Lentamente, quindi, dopo che si fu ricomposta, la giovane, cercando di non fare rumore, prese una sedia sistemandosi vicino al letto di Jay.
La posizionò più o meno a metà per non essere in mezzo ai fili a cui lui e suo fratello erano collegati, ma anche per essere vicino a Will per aiutarlo se avesse avuto bisogno di qualcosa.La giovane si guardò attorno per un attimo e poi si concentrò su Jay.
Con delicatezza gli prese la mano tenendola nella sua iniziando ad osservarlo più da vicino.
Il giovane era pallido, bianco anche più delle lenzuola su cui era adagiato. Il colore dei suoi capelli e le lentiggini che aveva risaltavano tantissimo rispetto alla tonalità della sua carnagione.
Un forte calore si irradiava da lui, la sua temperatura era ancora molto elevata. Non era difficile capire che non stava rispondendo alla cure che gli stavano facendo.
Alzando gli occhi, Hailey osservò i monitor su cui erano registrati i parametri del giovane.
Il suo battito cardiaco era davvero rapido come anche il respiro ed inoltre si poteva sentire un sibilo mentre lui respirava.
La temperatura ormai era alle stelle, 105,08 e tossiva copiosamente.Il detective tremava e sudava freddo.
Notandolo Hailey gli sistemò le coperte e preso un tovagliolo, ko bagnò con un po' d'acqua iniziando a pulirgli il volto. Il suo obbiettivo era anche quello di rinfrescarlo un po', di fargli sentire un po' di refrigerio.
Magari l'utilizzo di qualcosa di freddo poteva essere utile per fargli scendere anche un po' la temperatura.La giovane non sapeva cosa fare per aiutare il suo collega. L'unica cosa era aspettare che gli antibiotici facessero effetto anche se sembrava che non stessero agendo come dovevano.
Ricordando ciò che sua madre faceva quando era piccola si affacciò dalla stanza e chiese ad un'infermiera se potesse darle del ghiaccio e dell'alcool.
Una volta ottenuti poi iniziò a passarglieli sulle mani, sul viso e sul collo.
Jay rabbrividì al suo tocco freddo che si contrapponeva al calore che proveniva da lui, ma poi iniziò ad adagiarsi ad esso.
Sembrava essere così piacevole per lui.Ovviamente la detective sapeva che quella non era un'influenza normale e che quindi i metodi casalinghi non sarebbero serviti a nulla, ma fare ciò che stava facendo sembrava farlo sentire meglio e così continuò per un po'.
Inaspettatamente poi Jay si mosse, prese debolmente la mano della giovane nella sua e sussurrò attraverso la maschera dell'ossigeno, anche se abbastanza forte da essere udito:
- Grazie mamma! -

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ti salverò ad ogni costo
AdventureE se Hayley un giorno finisse nei guai? Jay farebbe di tutto per salvare la sua collega/ ragazza? Lo farebbe anche a costo di rischiare la sua vita o la propria salute?