La fuga

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Jay era ricoverato al Med, aveva contratto una bella polmonite e quindi diceva rimanere in ospedale finché non si sarebbe sentito meglio.

Will dal canto suo si era preso un bello spaventato ed aveva dato fondo a tutte le sue energie, dopo un turno di lavoro di dodici ore, per portare suo fratello al Med permettendogli di ottenere le cure a lui necessarie.

Non c'era da meravigliarsi se il dottore alla fin fine era crollato sfinito svenendo sul pavimento.

Era stato soccorso da un dottore che lavorava nel suo stesso ospedale e ripreso verbalmente perché non ascoltava le richieste d'aiuto del suo corpo che gli stava chiedendo di fermarsi a riprendere fiato.

Ma Will era testardo, lui doveva stare con suo fratello, doveva stargli vicino ed aiutarlo in qualsiasi cosa lui avesse bisogno.

Nonostante fosse passato del tempo le parole dette da April entrando nella stanza sulla crisi di suo fratello riecheggiarono a lungo nella sua mente, tanto da spingerlo, una volta svegliatosi dal suo "sonnellino", quello che era stato costretto a fare, a staccare tutti i fili a cui era collegato e la flebo per andare da Jay.

Le sue energie erano ridotte al lumicino, si sentiva meglio di prima, ma non si era ancora completamente ripreso.

Will si sentiva intontito, proprio come normalmente ci si sente quando ci si sveglia in piena notte. Aveva riposato, ma non era ancora abbastanza.

Lui era debole e tutte le normali azioni gli sembravano essere, in quel momento, molto più complesse.
Fu costretto a fermarsi qualche istante dopo essersi seduto sul letto ed ancor più quando si mise in piedi.

Le sue mani tenevano stette il bordo del letto in attesa che le due gambe tremolanti si stabilizzassero.

Lentamente poi, una volta pronto il giovane dottore uscì dalla stanza senza fare il minimo rumore per non svegliare la sua fidanzata, la dottoressa Manning, che vinta anche lei dalla stanchezza si era addormentata.

Will aveva la nausea, la testa gli girava mettendogli in subbuglio lo stomaco, ma nulla poteva fermarlo, sarebbe arrivato da Jay a qualsiasi costo.

Dopo essere stato visitato al pronto soccorso, il detective era stato trasferito in una stanza di degenza in reparto qualche piano più su rispetto al pronto soccorso.

Giunto al reparto ascensori Will fece la sua scelta.
Il giovane optò per fare le scale tenendo che l'uso dell'ascensore avrebbe potuto peggiorare la sue condizione. Con lentezza iniziò quindi a salire uno alla volta i gradini fin quando non raggiunse il primo piano.

Il dottore a quel punto era sudato fradicio, sembrava che avesse fatto tanti piani e per di più di corsa.

Non facendocela più poi premette il bottone di chiamata dell'ascensore ed una volta dentro dopo aver cliccato il piano si poggiò con la schiena all'interno della cabina lasciandosi scivolare.
Aveva il fiatone come se avesse fatto una  maratona.

Seduto a terra Will, tremando, chiuse gli occhi cercando di respirare profondamente in modo lento per calmarsi. Fece ciò per tutto il testo del tragitto senza rendersi conto di nulla quando le porte si aprirono.

Di fronte all'ascensore c'era un'infermiera che attendeva l'arrivo del mezzo per poter andare via. Il suo turno era finito e si era cambiata per tornare a casa.
Quando si aprirono le porte la donna, che stava per entrare, si fermò vedendo Will a terra e, subito dopo aver bloccato l'ascensore, si accovacciò per verificarne le condizioni.

- Signore che cos'ha? Si sente male? - disse la donna dopo essersi sistemata al suo fianco tastandogli il polso.

- Sto bene - disse un Will sempre più stordito e scombussolato che poi chiese - dove siamo? -

- Si trova al reparto di terapia intensiva. - disse mentre nella sua mente si faceva sempre più strada l'idea che l'uomo fosse ubriaco. L'infermiera si era trasferita da poco a Chicago e lavorava in quell'ospedale da poche settimane, un tempo non sufficiente per conoscere tutti i medici, soprattutto se lavorano negli altri piani.

Will inoltre indossava un camice chiuse non la divisa in quel momento.

Convintasi dello stato più o meno stabile del paziente quindi lo aiutò ad alzarsi e ad uscire dall'ascensore.
Quel cambio di posizione però non aveva fatto bene al dottore che non riuscendo più a trattenersi vomitò sul pavimento quello che il suo stomaco conteneva.

- Mi dispiace.. - disse una volta finito.

L'infermiera lo aiutò poi a sedersi e gli disse:
- Aspetta qui non muoverti, chiamo un medico!-

Ma Will aveva da fare, non poteva perdere tempo e poi lui stava bene.
Il giovane dottore si alzò e si diresse quindi nella stanza del fratello sistemandosi al suo fianco.

L'infermiera invece non trovò nessuno quando giunse di corsa dal giovane malato che aveva lasciato solo per un attimo seguita da Rhodes

- Dottore non so cosa dire, era qui fino ad un minuto fa! - disse la donna

- Infermiera Hanna cercatelo e poi fammi chiamare, verrò a visitarlo. Ora vado al pronto soccorso.

Connor desiderava andare a trovare il suo collega ed amico.

Il dottore giunse in poco tempo davanti alla porta della stanza di Will. Da lì non si percepiva alcun rumore e lui ipotizzò che il suo collega ed amico stesse ancora dormendo.
Stava per desistere dal suo interno di entrare e stava per andare via quando però qualcosa lo spinse ad andare all'interno.

Sì trattava di una strana sensazione che ebbe un suo perché quando si rese conto che il suo amico lì non c'era. Will era sparito. Il letto era vuoto ed attorno ad esso c'erano cavi sparsi ed il tubo di una flebo abbandonato in un angolo.

Senza perdere tempo Connor svegliò Natalie  ed insieme iniziarono a cercare il giovane scomparso aiutati dagli altri colleghi del reparto, anche se non era poi così complicato intuire dove fosse andato.
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Nel reparto di terapia intensiva intanto...

- Dottor Halstead che cosa ci fa qui? - chiese Angel una delle inferniere che lavoravano li.

- Questo è mio fratello - rispose il giovane con fatica.

La donna accettò la risposta, ma dopo poco si avvicinò a lui vedendolo strano.
Non era la prima volta che lei incontrava il dottore, era capitato che lui salisse per informarsi delle condizioni di qualche paziente che aveva ricevuto le prime cure al pronto soccorso.

Will era pallido, sudato e stava tremando.

- Dottore sta bene? - chiese poi lei e presa una coperta gliela poggiò sulle spalle per farsí che l'uomo potesse riscaldarsi.

-  Io... sì... no io non... ho bisogno... Devo vomitare - disse e così l'infermiera gli diede una scodella per l'emesi.

Nel frattempo arrivò sulla porta l'infermiera Hannah che attira l'attenzione della collega disse:
- Angel è sparito un paziente, non so come si chiami, è alto, coi capelli ricci e rossi... Mi sembrava fosse ubriaco, l'ho trovato nell'ascensore... Mi sono allontanata un attimo per chiamare Rhodes e quando sono tornata se n'era andato. 

Ciò che Hannah non si aspettava era di trovare l'uomo che cercava di fronte a lei seduto al fianco di un altro paziente con una bacinella in mano.

- Assicurati che non si muova da lì! Farò chiamare il dottor Rhodes. -

ti salverò ad ogni costoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora