che mi succede?

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I giorni passavano e tutto pian piano stava tornando alla normalità.
Hailey era stata finalmente dimessa ed era rientrata a casa riprendendo la sua normale vita quotidiana.

Dovette passare ancora una settimana prima che la giovane detective potesse tornare a lavoro e nonostante fosse costretta al servizio limitato era davvero felice di potersi mettere di nuovo all'opera, proprio come Jay che era felicissimo di riaverla nuovamente al suo fianco.

Anche il tempo era dalla loro parte, le giornate erano più belle ed era piacevo state all'aria aperta.

Hailey rientrò a lavoro il primo mercoledì di aprile. La temperatura era ancora un po' bassa, ma non come nei giorni precedenti.
Il sole splendeva sempre più nel cielo ed iniziava ad esserci un piacevole tepore. 
La primavera era in ritardo, si era fatta attendere, ma finalmente stava arrivando.

Anche quel giorno l'Intelligence, come sempre, era alle prese con un caso. Stava indagando su un omicidio.
Una giovane ragazza, sui trent'anni era stata uccisa a coltellate. Ruzek e Olinsky avevano scoperto che si trattava di Raya Coleman di 28 anni, una ballerina dello Starlight, un nightclub di Chicago.

Halsted ed Upton avevano il compito di andare a parlare con il proprietario del locale e con coloro che lavoravano con lei per raccogliere più informazioni possibili.
La detective sarebbe dovuta rimanere ferma alla scrivania, ma aveva insistito per andare con loro.
Alla fine era riuscita a convincerli promettendo di non prendere parte a tutto ciò che implicava lo sforzo fisico.

Jay, inoltre, aveva promesso di tenerla sotto controllo per evitare che lei, presa dalla foga, potesse spingersi oltre. Aveva giurato che avrebbe fatto di tutto per fare in modo che lei fosse protetta ed al sicuro.

Da quando aveva salvato la collega, però, anche lui non era al massimo della forma e più i giorni passavano e più si sentiva peggio.

Quello che era iniziato come un banale raffreddore stava peggiorando sempre più facendo sentire il detective sempre stanco ed affaticato. Ogni giorno cercava di nascondere come si sentisse realmente poiché non voleva essere lui a rimanere in panchina e non voleva che gli altri si preoccupassero, soprattutto Hailey.

Quella mattina, infatti, il detective si era svegliato presto come sempre. Desiderava andare a correre come faceva ogni giorno, ma non aveva l'energia necessaria per farlo.

Non riuscì ad alzarsi per prepararsi ad indossare la tuta e le scarpe da tennis.  Decise di rimare nel letto a poltrire ancora un po' e senza accorgersene si riaddormentò.
Non era solito farlo, perciò non aveva pensato di impostare la sveglia per potersi svegliare in tempo per prepararsi per andare a lavoro.

Fu solo quando il suo telefono iniziò a squillare insistentemente che aprì gli occhi sedendosi di scatto nel letto.

- Pronto - rispose confuso ed assonnato

- Jay, ma dove sei finito? Ti sei dimenticato di venirmi a prendere? Non dirmi che stavi ancora dormendo! - disse Hailey preoccupata.

Il detective di voltò verso il comodino per controllare l'orario sul display della sveglia.
Erano le 8:45 e la sua collega l'aveva preso con le mani nel sacco, aveva capito tutto.

- No, macché. Mi piacerebbe essere ancora nel mio letto, ma non è così. Sono per strada, sono finito in un ingorgo. Comunque sta tranquilla perché sono quasi arrivato da te - disse inventando una bugia come scusa sperando che potesse essere il più verosimile possibile.

Le sue parole però erano intervallate da diversi colpi di tosse secca e stizzosa e mentre cercava di scusarsi con Hailey, Jay si era già alzato velocemente dal letto iniziando a prepararsi.

- Ok, ma sbrigati. Alle 9:00 dobbiamo essere al distretto. Sto andando da Harry per prendere la colazione. Ci saranno un buon caffè ed un cornetto qui ad attenderti. -

- Ok, sto arrivando. - disse il detective ancora tossendo di tanto in tanto e, dopo averla ringraziata per la colazione, chiuse la chiamata.

Il detective si era svegliato alle la bocca asciutta e la gola che gli pizzicava parecchio, ma lui non ci diede molto peso, doveva sbrigarsi.

Aveva solo un quarto d'ora per prepararsi, ordinare casa, prendere Hailey ed darle un paesaggio fino al distretto.

Indossati un paio di jeans, una maglietta a maniche corte, una felpa e le scarpe da tennis uscì di casa, non prima di aver preso giacca, tefono, portafoglio e chiavi della sua abitazione e della macchina.

Una volta seduto al volante, mettendo in moto, Jay cercò di riprendere fiato. Stava respirando davvero velocemente. Era consapevole di aver fatto tutto di corsa, ma ciò non spiegava completamente quel senso di affaticamento che sentiva.
Era sempre stanco, il cuore gli batteva leggermente più veloce del solito ed era come se avesse il fiatone.

Ovviamente anche in quel caso non diede grande peso alla cosa riconducendo il tutto al raffreddore che aveva rimediato a causa del freddo che aveva preso quando aveva salvato Hailey.

Quello che il detective ipotizzava però non era del tutto esatto. Si sentiva davvero strano, e poi c'era da non dimenticare quella fastidiosa tosse secca che lo stava torturando dalla notte precedente.

Nonostante lui cercasse di ignorarlo qualcosa dentro di sé stava succedendo e non si preannunciava nulla di buono.

ti salverò ad ogni costoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora