Non voltarmi le spalle

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L'anno ad Hogwarts non iniziò nei modi migliori. Appena mettemmo piede nella Sala Grande capimmo che non c'era più posto per le risate, gli scherzi, le frivolezze adolescenziali. L'anno precedente si era concluso malissimo, uno studente era morto, Voldemort era ritornato e noi avevamo perso la nostra spensieratezza.
Non era quello, però, l'unico motivo.
Il discorso di Silente di inizio anno venne interrotto da una vocina alquanto fastidiosa. Una donna bassina, vestita come un confetto rosa, prese la parola. Era la nuova professoressa di Difesa contro le arti Oscure: la professoressa Umbridge.
Era evidente che il Ministero voleva intromettersi negli affari di Hogwarts.

La mia opinione su di lei non cambiò neanche il giorno dopo, durante la sua lezione, anzi peggiorò.
Sui banchi avevamo un libro che avrebbe fatto ridere anche ad un bambino di 4 anni. Un libro con figure e disegni: avremo mai potuto imparare a difenderci grazie ad un libro per l'infanzia?!
Lei di tutta risposta, con quella vocina stridula ci disse che non dovevamo preoccuparci, non dovevamo difenderci da nessuno. Nessuno era tornato per farci del male.
Il Sign Potter era un bugiardo; Cedric era morto per un tragico incidente e Chi non deve essere nominato non era mai tornato.

Le punizioni aumentarono per chiunque le andasse contro. Aveva preso il controllo della scuola e Silente era inerme o almeno così ci sembrava.
Hermione, però, era coraggiosa e intelligente, convinse Harry a fondare un nuovo ordine; lo convinse ad insegnare a noi studenti gli incantesimi che ci sarebbero serviti se mai fosse iniziata una guerra. Ci chiamammo l'Esercito di Silente. Neville riuscì a trovare la stanza delle necessità e noi iniziammo le nostre lezioni li.
Tutto sembrava perfetto fino a quando la Umbridge non istituì la squadra di inquisizione. Era una sorta di polizia di Hogwarts che aveva il compito di controllare che le nuove regole della scuola non fossero violate. Ovviamente facevano parte della squadra di inquisizione solo gli studenti della casa di Serpeverde, ovviamente Draco ne faceva parte.

Nessuno dell' Esercito di Silente era stranito per la mia presenza. Mi conoscevano, sapevano che ero amica di Ron, Hermione e di Harry. Si fidavano di me e io non potevo deluderli. Così non appena scoprii che Draco remava alle nostre spalle, che voleva a tutti costi sabotarci o meglio sabotare Potter, feci un passo indietro.

Incontrai Harry, Ron ed Hermione in cortile. Ero profondamente turbata e amareggiata. Li guardai e dissi "state facendo cose giuste, importanti ed io non posso essere la causa della vostra disfatta. Mi tiro indietro". Ron ed Harry mi guardarono perplessi. Hermione capii.
Ero legata a Draco, lui conosceva tutti i miei punti deboli, gli bastava una parola, anzi anche meno, bastava che guardasse i mie occhi per capire tutto. Ed io non potevo essere la causa della loro rovina. L'Esercito non poteva finire a causa mia.

Quella stessa sera, incrocia Draco nei corridoi. Lui era in giro con i suoi scagnozzi per controllare che le cose fossero in ordine. Voleva a tutti i costi sgamare Potter e gli altri. Voleva consegnarli alla Umbridge, forse per ricevere il premio di miglior "stupido" studente dell'anno. Non lo sapevo. Sapevo solamente che in quel momento lo detestavo. Stavo rinunciando a qualcosa, per amore dei miei amici, ma per colpa sua.
Non appena mi vide esclamò "questa sera farete i bravi o avete in mente di continuare ad infrangere le regole della scuola?! Amore, le regole vanno rispettate lo dovresti sapere".
Non so se mi diede più fastidio la sua sfida o il fatto di avermi chiamato "amore" ma lo presi e lo scaraventai contro il muro.
Quei quattro coglioni che erano con lui se la diedero a gambe levate.
Rimanemmo solo io e Draco.

Ero arrabbiata, triste ma soprattutto delusa da lui o forse da me stessa.
Fino ad allora Draco non si era mai spinto oltre. I suoi atteggiamenti fastidiosi si limitavano a qualche battutina fuori posto, a qualche ghigno di disprezzo verso Potter e gli altri Grigondoro. Ma nulla di più. Soprattutto non si era mai messo contro di me. Questa volta però, l'aveva fatto: sapeva che diventando membro della squadra di inquisizione avrebbe sfidato me, avrebbe deluso me.
E se non mi fossi tirata indietro fino a che punto si sarebbe spinto?! Mi avrebbe consegnato alla Umbridge? Mi avrebbe fatto scontare quelle sue punizioni terribili e disumane?!
Forse si.

Avevo riposto troppa fiducia in Draco?! Davvero era quella persona fastidiosa e cattiva che disprezzava tutti?! Davvero ero stata così sciocca a pensare che era diverso?! Che aveva una parte buona?!

"Hai fatto un casino! Ancora una volta devo difenderti, anzi difendere me stessa da te, ancora una volta devo piegare la mia morale, e andare contro ogni singola cosa in cui credo. E solo per te" Gli rinfacciai tutto questo, puntandogli la bacchetta contro. E piangevo mentre lo facevo, non lo so perché ma piangevo.
"Smettila allora, di farlo" queste furono le sue parole.
"Come pensi di meritare la mia amicizia quando non hai fatto nulla per guadagnartela?"

Draco mi fissava, non aveva paura, sapeva che non gli avrei mai fatto del male e con un cinismo pietrificante mi rispose" non mi farò condizionare da te e da queste stupide parole"

"Cosa c'è di sbagliato in te?" Io ero arrabbiata e delusa, con le lacrime agli occhi volevo delle risposte, volevo capire chi realmente fosse Draco Malfoy. Lo stavo quasi supplicando " sono qui nonostante quello che hai fatto"

Silenzio.

Riposi la bacchetta in tasca mi voltai e dalla mia bocca uscirono queste parole "mi dispiace per te".
"Non voltarmi le spalle" replicò, quasi infastidito dal mio atteggiamento.
"Avrei dovuto farlo tempo fa senza preoccuparmi di lasciarti indietro."

Gli avevo voltato le spalle, non potevo vederlo, potevo solo sentire la sua voce spezzata dirmi "co...cosa?!".

Non so se stava provando quello che provavo io, forse era semplicemente arrabbiato, incredulo per la mia reazione. Non gli avevo mai detto cose così tanto cattive in questi anni.
Mi allontanai lentamente e gli dissi: "mi dispiace Draco".

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