Abisso

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La guerra era finita ma il mio senso di inquietudine non era passato.
La battaglia aveva portato con se dolore, sofferenza...aveva tolto ad ognuno di noi qualcosa e questo ci rendeva un po' più deboli e vulnerabili.
Era difficile tornare a sorridere ma ci stavamo provando.

I giorni seguenti li trascorremmo tutti insieme al quartier generale dell'Ordine.
Anche se all'inizio avevo criticato quella casa, ora la sentivo mia.
Lì aveva trascorso la sua infanzia mio padre e quelle stanze in qualche modo me lo facevano sentire vicino un po' di più.
Ne approfittai per cercare ricordi, oggetti, diari che mi potessero dire qualcosa di più di lui, della sua famiglia che in fondo era anche un po' la mia.
Trovai vecchie foto. Riconobbi Sirius e suo fratello Regulus. Erano adolescenti e non so perché ma gli occhi di Regulus mi sembrarono gli stessi di Draco. E non per il colore o la forma ma per quello che esprimevano: erano tristi, spenti proprio come quelli di Malfoy nell'ultimo periodo.

Questa immagine me lo fece tornare in mente.
Spesso mi ero chiesta come stesse dopo la guerra, se avesse superato, almeno in parte, le sue paure, se avesse affrontato i suoi sensi di colpa.
La verità è che erano diversi giorni che non avevo notizie di lui.
Non mi aveva scritto e non era venuto da me. Ma in fondo anche io non lo avevo fatto.
Pensavo che la cosa giusta fosse lasciargli spazio e tempo: lui aveva bisogno di tempo per metabolizzare cosa fosse successo nell'ultimo anno, aveva bisogno di spazio per ricostruirsi e anche io avevo bisogno di ritrovare me stessa.

Io e Draco ci eravamo completamente distrutti e annientati.
Lo avevo detto dal primo istante in cui i miei occhi iniziarono a guardarlo in modo diverso che questo amore sarebbe stato il più grande mai desiderato ma anche quello che ci avrebbe procurato più dolore. E così fu.
Avevamo cercato di proteggerci gli uni dagli altri senza capire che in fondo ci stavamo perdendo giorno dopo giorno.

Sarebbe stato semplice se avessimo potuto cancellare ogni ricordo di noi e riavvolgere il nastro fino a quando tutto era semplicemente bello.
Ma non si poteva fare.
Perciò dovevamo lavorare su noi stessi.
Forse nel nostro lieto fine non erano incisi i nostri nomi, forse il lieto fine che avevamo sempre cercato era alla pagina successiva. Bastava solo voltarla e capire che io e Draco non eravamo destinati a stare insieme se non come amici, proprio come quando eravamo piccoli.
E ora toccava a quei bambini ritrovarsi, perché noi adolescenti avevamo fatto solo casini.

Non ero mai stata brava a dire addio alle persone.
Tornavo e ritornavo da loro, ogni volta, forse solo perché non ero in grado di lasciarle andare veramente. Ma questa volta non avevo scelta. Nessuno di noi ne aveva una.
Dovevamo dire addio a Fred per sempre e accettare il fatto che non avremmo potuto più ridere con lui, scherzare o semplicemente stringergli la mano.
Nessuno indossò abiti neri, Fred non l'avrebbe permesso.
Il giorno del suo funerale fu un tripudio di colori sgargianti. Lui così avrebbe voluto e noi lo accontentammo.
Quei colori tuttavia, non rispecchiavano il nostro stato d'animo. Dentro eravamo spenti, grigi anche se cercavamo di farci forza a vicenda soprattutto per George. Era lui quello che in questo momento aveva bisogno di più aiuto. Era completamente devastato, tanto da arrivare a tingersi i capelli di ogni colore pur di non vedere riflessa, nello specchio, la sua immagine identica a quella di Fred.

Durante tutto il funerale mi sentii osservata. E questa sensazione non sparì neanche quando la funzione terminò.
Mi ero girata più volte all'indietro ma non avevo visto nessuno.
Forse la guerra aveva lasciato in ognuno di noi dei traumi, delle paure, dei turbamenti. La notte continuavo ad avere incubi e durante il giorno non mi sentivo mai al sicuro. Forse quella sensazione di sentirmi spiata dipendeva da questo.
Solo che non era così...in quel momento c'era qualcuno che mi stava osservando.

" È qui...va da lui, è molto scosso" Mi bisbigliò George quando lo abbracciai.
La mia faccia cambiò.
" È venuto a chiedermi scusa, non l'ha detto a nessuno. E io l'ho perdonato."

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