È troppo difficile

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Madama Chips aveva ragione: dopo neanche due ore ero fresca e tosta per tornare nella Sala Comune dei Serpeverde.
Nei corridoi c'erano ancora tanti ragazzi che scherzavano, si scambiavano effusioni e festeggiavano la vittoria dei Grifondoro.
La mia attenzione, però, venne catturata da un pianto. Lo riconobbi subito.
Hermione era nascosta in un'ala del castello e piangeva. Mi avvicinai immediatamente.

"Harry, puoi andare, non abbiamo bisogno di te. E poi non credo tu sia la persona più adatta a dare consigli d'amore" dissi ad Harry che, preoccupato per la sua amica, stava venendo verso di noi.
"Charlotte non è vero. I-io..."
Non lo feci finire: "Potter vorresti dire il contrario?! Basta vederti con Ginny per capire che di amore ne sai poco e niente! Su vai a farti un giro, grazie."

Mi sedetti vicino ad Hermione, lei appoggiò la sua testa sulla mia spalla mentre io le accarezzavo i capelli e la metà del viso scoperta.

"Cosa provi quando vedi Draco? Come ti senti a non potergli parlare sinceramente, a non poterlo stringere e a non poterlo abbracciare?
Come ci riesci, Charlotte?" Mi chiese singhiozzando.

"Chi l'ha detto che io ci riesca. E comunque mi sento proprio come te!" Le risposi appoggiando anche la mia di testa sulla sua.

Poco dopo mi alzai, le parole di Hermione mi avevano fatto riflettere.
Davvero volevo che Malfoy mi stesse così lontano? Davvero pensavo che il non parlarci mi avrebbe aiutato a superare questa situazione? O mi stavo comportando cosi solo per nascondere i miei reali sentimenti?

"Dove stai andando?" Mi chiese Hermione

"Potter lo vedo che sei nascosto dietro la colonna, puoi venire adesso. Io devo andare in un posto."
Me ne andai a passo svelto.

Camminai fino alla torre di astronomia.
Arrivai fino in cima e lo vidi.
Draco era lì. Aveva le mani appoggiate alla ringhiera e guardava fuori. Era di spalle.
Potevo, però, mirare il suo volto illuminato dalla luce della luna e i suoi capelli scompigliarsi al vento.
"Charlotte" disse senza voltarsi
"D-Draco" Balbettai non pensando che mi avesse vista.
"Ti ho riconosciuta dal profumo"

Mi avvicinai lentamente in silenzio. Avrei voluto dirgli mille cose ma non sapevo da dove iniziare.
" Mi dispiace per oggi, per esserti venuto addosso e averti rotto il labbro"
"Non preoccuparti, è già come nuovo" Risposi velocemente mentre con la mano toccavo
la mia bocca.

Lui finalmente si voltò e venne verso di me: "Sono contento che non ti sia fatta troppo male, non me lo sarei perdonato"

Mi hai già fatto tanto male, pensai!

"Che ci fai qui" mi chiese sorpreso.
"Bhe ecco i-io..."
Non mi fece finire la frase che subito mi interruppe, come se non avesse voluto sentire la mia risposta, come se non gli importasse, o semplicemente come se non avesse voluto parlare con me.

"Spesso ci vengo anche io. C'è molta tranquillità. Puoi rimanere solo con i tuoi pensieri senza essere disturbato" mi disse mentre si avvicinava piano piano a me.

Avrei voluto rispondergli che ero lì per lui. Sapevo che spesso si rifugiava lì sù da solo. Ma non dissi nulla, aspettai che Draco mi superasse leggermente per pronunciare "Draco, ti prego aspetta".

Eravamo vicini, spalla a spalla.
Quando lui sentii il suo nome alzò il viso. I nostri sguardi erano intensi, i nostri occhi si guardavano ma le nostre labbra non emettevano alcun suono. Non riuscivamo a parlarci, almeno io!

"C'è qualcosa che volevi dirmi" Mi chiese.
" Vorrei che fossi tu a dirmelo".
"Di che parli?" Mi rispose sorpreso.
"Vorrei sentirmi dire qualcosa da te" replicai.
Draco mi guardava in silenzio .

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