1 Settembre

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"Mano nella mano? Come la prima volta?"

"Come la prima volta!"
Draco alzò gli occhi al cielo e con un sorrisetto mi prese la mano.
Corremmo divertiti, oltrepassando il muro che ci avrebbe condotto al binario 9 3/4.
Così facemmo il nostro primo giorno di scuola e mi ero ripromessa lo stesso per il nostro ultimo.

Feci un respiro profondo, prima di aprire gli occhi e vedere quello che mi circondava.
Il cielo era limpido, l'aria fresca e ancora mano nella mano con Malfoy, vedevo gli studenti del primo anno aggirarsi sorpresi e increduli.
Mi ricordarono tanto noi.
Gli schiamazzi erano tanti e forti, genitori che salutavano i figli, ragazzi che correvano da una parte all'altra e poi loro: i miei amici di sempre. Ron, Harry ed Hermione. Erano lì, esattamente dove li vidi la prima volta.
Il cuore si riempii di gioia.
Tutto sembrava essere tornato al proprio posto. Proprio come me l'avevo sempre immaginato.

Corsi da loro per abbracciarli e subito fummo travolti dai saluti di Luna e Neville.
Eravamo insieme, tutti loro erano con me.
Ci perdemmo in chiacchiere e battute.
Sembrava come se la guerra non fosse mai avvenuta, come se non ci fosse mai stata e non avesse sconvolto le vite di ognuno di noi.
Sembrava tutto perfetto.
E lo era fino a quando non girai il mio sguardo e vidi lì Draco, da solo, con la testa bassa.
Non si era avvicinato a loro o ad altro studente.
Era rimasto fermo nel punto in cui io gli avevo lasciato la mano per correre verso i miei amici.
Non si era mosso.

Tornai da lui.
Draco respirava a fatica come se gli mancasse l'ossigeno nel corpo.
Aveva gli occhi impauriti, terrorizzati, di un dolore seppellito da tempo, un dolore che gli faceva mancare il respiro.
Gli presi la mano e gli sorrisi.
Volevo solo tranquillizzarlo.
"Andiamo, il treno a momenti partirà. Ci sono io con te."

Sentii il suo cuore pulsare più lento e il suo respiro tornare regolare.

Ci incamminammo verso il vagone dei Serpeverde e li incontrammo Blaise e Pansy.
Anche loro di poche parole.
Io e Malfoy ci sedemmo vicini.
Lui guardava fuori dal finestrino e io ogni tanto mi giravo solo per mirare il suo volto perfetto.
Aveva un'espressione malinconica, i suoi occhi esprimevano tristezza ed erano pieni di dolore.

"Ehi..." Gli sussurrai.
"Alcune volte va bene non essere al 100%. Non devi essere sempre obbligatoriamente felice. Presto arriveremo ad Hogwarts e sono sicura che le cose miglioreranno."
Gli sorrisi per poi appoggiare la mia testa sulla sua spalla.

Draco non era l'unico a sentirsi così. Molti studenti serpeverde provavano questa sensazione di impotenza e inadeguatezza. Molti di loro erano stati costretti a lottare con, o peggio, contro ì propri genitori. Era questa la ragione per la quale la Professoressa McGrannit aveva ordinato che fossero rinchiusi nel seminterrato durante la guerra.
Lottare contro la propria famiglia era la cosa peggiore che avrebbero potuto vivere. E molti l'avevano vissuta.
Sono sicura che per loro non fosse stato facile ritornare a Scuola, dove qualche mese prima avevano visto morire un padre o una madre solo per colpa di un'ideologia folle e assurda.
Combattere contro gli insulti o i pregiudizi degli altri studenti, sarebbe stato altrettanto mortificante.
Apprezzavo il loro coraggio. E anche quello di Draco. Sapevo che lui era tornato per me!

Il viaggio fu più lungo del solito, forse a causa dei lunghi silenzi tra noi, silenzi che celavano la nostra vulnerabilità e sofferenza.
Quando scendemmo dal treno, l'aria fredda mi fece rabbrividire o forse fu la visione dei Thestral a farmi sentire fredda e tremante.
Era la prima volta che tutti noi studenti riuscivamo a vedere le creature magiche che trainavano le carrozze di Hogwarts.
Ma perché sorprendersi?! In fondo avevamo visto la morte con i nostri occhi.

Draco mi porse subito la sua giacca.
"Stai tremando. Prendila" Mi avvolse poi tra le sue braccia.
In quel momento non capivo se tremavo per il freddo o per la delusione.
Tutto intorno a me era inevitabilmente cambiato.
Dopo la guerra mi ero intrappolata in un castello di bugie. Vivevo in una bolla di sapone pensando che le cose potessero ritornare come il primo giorno di scuola.
Cazzate! La mia bolla era scoppiata e io ero caduta nel vuoto, ad affrontare questa triste realtà.

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