Empatia

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"Non posso smettere di amarti". Le ultime parole che pronunciai quella sera nella mia stanza!

Amavo Draco?!
Realmente mi ero innamorata di un ragazzo che non aveva fatto il minimo sforzo per raggiungermi? Perché gle l'avevo detto? Provavo  veramente questo sentimento nei suoi confronti?
Credevo proprio di sì, purtroppo!

È facile innamorarsi di una persona dopo averla baciata, dopo averci dormito insieme, dopo aver toccato ogni parte del suo corpo, quelle più nascoste!
Io non avevo mai baciato Draco, non avevo mai dormito con lui, non l'avevo mai toccato. E allora di cosa mi ero innamorata? E soprattutto perché?
Forse è ancora più complicato innamorarsi di chi non hai baciato o toccato, forse è assurdo pensare che possa succedere. Ma a me è successo. Io ero innamorata di Draco Malfoy ma non so di quale Draco...di quel ragazzo stronzo che guarda con disprezzo il genere umano o di quel bambino che al mio compleanno mi regalò un mazzo di rose rosse?
Io odiavo le rose, ma amavo lui!

La situazione a scuola diventava sempre più pensate. L'Umbridge ci tormentava e torturava; Harry continuava a fare gli incubi la notte. Sognava che Sirius, il suo padrino, fosse in pericolo. Era vero? O era solo una trappola?
Non mi importava, volevo aiutare Harry a tutti i costi, già una volta mi ero tirata indietro, già una volta l'avevo abbandonato per colpa di Draco.
Non poteva succedere ancora. Non stavolta!
Decisi di ascoltarlo, provavo empatia per lui: mi immedesimavo in lui e provavo i suoi stessi sentimenti di spavento, paura, rabbia e frustrazione; non lo so perché ma ero empatica verso Harry.
Quella sera, quando ci disse che Sirius era in pericolo, non ci pensai due volte a dirgli " Sono con te, andiamo. Stavolta non mi tiro indietro. Stavolta non ti abbandono."
Io Harry, Ron ed Hermione entrammo nella stanza della Umbridge, dovevamo usare il suo camino per materializzarci all'Ufficio Misteri.
Fummo bloccati, purtroppo.
L'Umbridge stava per vincere anche stavolta.
Entrò nella stanza, seguita dai membri della squadra di inquisizione. Afferrò Harry, noi altri fummo bloccati da quei quattro idioti dei Serpeverde. Io fui bloccata da Draco.

Draco mi teneva in ostaggio. Ancora una volta mi aveva in pugno. Durante l'anno aveva avuto in ostaggio il mio cuore ora il mio corpo.
Era dietro di me, la sua mano destra avvolgeva il mio fianco e con la mano sinistra mi puntava la bacchetta alla tempia.
Non riuscivo a guardarlo negli occhi, la sua presa me lo impediva.
Meglio così: non si meritava più nulla, neanche il mio disprezzo!

Prima che entrasse Piton mi sussurrò all'orecchio "Ti prego, non cacciarti nei guai. Resta con me e non dire una parola."
Non gli risposi, mordevo solo il mio labbro inferiore e stringevo forte i pugni delle mie mani.

Non appena Hermione, Harry e la Umbridge andarono via, Draco e gli altri ci portarono in una stanza. Eravamo io Ron, Luna, Ginny e Neville e i nostri "nemici"!
Loro ci osservavano, ci controllavano, ci guardavano con aria di sfida ed erano compiaciuti.
Draco però guardava solo me. Non disse una parola, era in evidente difficoltà!

Ron escogitó un piano per liberarsi degli altri. Io non ne ebbi bisogno: mi alzai dalla sedia su cui Draco mi aveva fatto sedere, lo guardai dritto negli occhi e me ne andai.
Camminai lungo la stanza, aprii la porta e uscii.
Lui non oppose resistenza, lasciò che io andassi via da lui un'altra volta.

Stavo raggiungendo Ron, Luna, Ginny e Neville quando d'improvviso corse verso di me.
Mi fermai e senza girarmi sentii: "Non andare, è pericoloso, non voglio perderti".

Feci un respiro profondo tenendo gli occhi chiusi e dissi "Già mi hai perso e non hai fatto nulla per riprendermi"

Me ne andai.
Lui rimase in silenzio.

Arrivammo all'Ufficio Misteri.
Arrivarono i Mangiamorte, arrivò Lucius Malfoy e Bellatrix Lestrange. Arrivarono i membri dell'Ordine della Fenice, arrivò Sirius.
Ricordo i colpi che lanciavamo con le nostre bacchette, ricordo le urla disumane di Harry, ricordo la morte di Sirius.
E poi l'arrivo di Silente, il ritorno di Voldemort e il dolore di Harry quando il Signore Oscuro si impossessò di lui.
È una scena che non dimenticherò mai nella vita.

Sconvolti, tristi e angosciati tornammo ad Hogwarts. Il Ministero aveva fatto un passo indietro. Il Primo Ministro aveva visto con i suoi occhi Colui che non deve essere nominato.
E non solo lui...
Prima del banchetto finale andai in camera di Harry. Quel ragazzo per la seconda volta aveva perso la sua famiglia!
Mi sedetti sul letto accanto a lui. Non dissi nulla. Potevo sentire il suo dolore, potevo provare anche io la sua stessa rabbia, il suo stesso dispiacere la sua stessa frustrazione. Provavo i suoi stessi sentimenti, non sapevo il perché!
Certo, ero anche io rattristata per la morte di Sirius, ma non potevo stare male come Harry. Sirius l'avevo visto si e no due volte nella mia vita. Ma ero triste proprio come Potter.
La chiamano empatia, ma io non credo di essere una ragazza empatica!
Piangevo insieme ad Harry e stringevo tra le mani quel ciondolo a forma di goccia che qualche mese prima Sirius mi aveva regalato.
Poi lasciai spazio a Silente...

Si doveva tornare a casa, finalmente aggiungerei!Avrei preferito trascorrere due mesi a stretto contatto con mia nonna che rivivere quell'anno ad Hogwarts!

Con il baule pesante e pieno, correvo per non perdere l'Hogwarts Express ( il ritardo l'avevo ereditato da mia madre).
Mentre mi facevo spazio tra la folla per raggiungere Harry, Ron ed Hermione urtai Draco. Non lo salutai, non gli chiesi scusa. Mentre passavo la sua mano sfioró il mio polso, mi si geló il cuore.
In un attimo mi passarono davanti gli ultimi anni trascorsi insieme ad Hogwarts: i suoi sorrisi, i suoi scherzi, i suoi atteggiamenti fastidiosi che avevo imparato ad amare, le sue partite di Quiddicht, il suo modo altezzoso, spocchioso e capriccioso di fare.
I suoi capelli biondi, i suoi occhi ghiaccio, i suoi origami, le sue rose, i suoi abbracci e tutto quello che di più assurdo avevamo condiviso a scuola.
Sapevo che non li avrei ritrovati l'anno dopo.
Una parte di me sapeva che il Draco di un tempo non c'era più, sapeva che sarebbe cambiato e che il nostro rapporto non sarebbe stato più quello di prima.
Una parte di me sapeva che avrebbe dovuto rinunciare a lui, l'altra parte, però, non lo accettava .

Continuai a camminare.

Harry appena mi vide disse "Stavo pensando ad una cosa che mi ha detto Silente"
"Che cosa?!" Domandò Hermione
"Anche se ci aspetta una lotta, noi abbiamo qualcosa che Voldemort non ha. Qualcosa per cui vale la pena lottare".

Ed io pensai a Draco.

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