La cosa giusta

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Le vacanze erano finite e noi eravamo tornati ad Hogwarts.
Odiavo ammetterlo ma avrei preferito rimanere nella vecchia casa dei Balck che ritornare a scuola.
Odiavo tutti i miei compagni Serpeverde. Odiavo tutti, anche Draco, soprattutto lui.
Appena arrivati mi rivolsi a Fred "ti prego dammi qualcosa che mi faccia stare in infermeria per un paio di giorni". Non volevo vedere nessuno.
Anche per Harry, Ron ed Hermione non era facile ma almeno loro avevano l'Esercito di Silente, loro erano insieme, io invece ero da sola.
George subito mi rispose "vediamo un po' che abbiamo..."  ma non gli feci finire la frase " stavo scherzando Weasley".
Stavo scherzando realmente?! Non lo so.

I giorni passavano lenti, almeno per me. Non parlavo con nessuno della mia casata. Ogni tanto chiacchieravo con Harry, gli chiedevo come procedesse con l'Esercito.
Ogni tanto incrociavo lo sguardo di Malfoy. Mi chiedevo spesso a cose stesse pensando; se gli mancava la mia compagnia, se gli mancavo perché a me mancava tanto e mi odiavo per questo. Mi mancava scherzare con lui, mi mancava studiare con lui, pranzare con lui, mi mancava stare con lui, mi mancava abbracciarlo. Mi mancava, punto. Ma non so se mi mancava lui o l'idea che avevo di lui.
Dopo cena non mi intrattenevo più nella nostra sala comune. Preferivo andare in camera.
Pansy, la mia compagna di stanza,era dovuta ritornare a casa per qualche giorno: con l'evasione di alcuni prigionieri di Azkaban molte famiglie "Serpeverde" dovevano, come dire, risolvere problemi di famiglia. E la famiglia di Pansy era una di quelle.
A me non importava, anzi ero felice di stare un po' per conto mio la sera!
Quella sera, però, la mia tranquillità venne disturbata. Tre tocchi alla mia porta e "Charlotte, apri ti prego". La voce inconfondibile di Malfoy.
Come aveva fatto a raggiungere il dormitorio femminile non so. Da quando la Umbridge era al potere c'erano incantesimi ovunque per separare i maschi dalle femmine. Forse quello era il vantaggio di essere il cocco della prof?!
Non gli risposi.
"Charlotte, per piacere apri, se non lo fai giuro che distruggo la porta"
"Malfoy non dovresti essere qui, le regole vanno rispettate, ricordi?!"
Rimasi a letto nella speranza che andasse via, ma non lo fece.
"Ho bisogno di parlarti un attimo, ti prego".
Mi avvicinai alla porta, non la aprii, non volevo vederlo non mi interessava sapere cosa avesse da dirmi. Volevo che andasse via.
"Draco è tardi, vai a dormire"
"No fino a quando non ascolti ciò che ho da dirti"
Continuai a non rispondere. Senti lui appoggiarsi alla porta, di schiena, e scivolare lentamente per terra. Era seduto dietro la mia porta chiusa.
Io, non so il perché, ma feci lo stesso. Mi sedetti per terra. Eravamo separati dalla porta della mia stanza da letto. Eravamo entrambi seduti a terra con la schiena poggiata alla porta di legno.
Potevo sentire il suo profumo. Mi mancava anche quello.
" Hai ricevuto la mia lettera?"
"Si" Era la verità, l'avevo ricevuta.
"Perché non mi hai risposto?"
"Perché non l'ho letta" Altra verità.
"Non ti interessa sapere cosa ti ho scritto?"
"No" Stavolta mentivo. " Non mi interessa sapere cosa tu mi abbia scritto, non mi interessa sapere cosa tu mi voglia dire in questo momento e non mi importa nulla di te. È tardi, dovresti andare".
Io mi alzai e mi rimisi a letto. Mi coprii con le lenzuola, coprii ogni singola parte del mio corpo, anche la testa e iniziai a piangere.
Non so se Draco andò via o rimase lì, speravo solo che non potesse sentire il mio pianto.

Quel pomeriggio ero nella Sala comune a studiare. Non c'era quasi nessuno. Potevo concentrarmi finalmente!
D'improvviso, però, sentii degli schiamazzi " Li hanno acciuffati, finalmente. Li hanno colti in flagranza."
Capii subito, corsi verso la stanza delle necessità.
Vidi il muro distrutto, la Umbridge minacciare gli studenti dell'Esercito con la bacchetta e dietro di lei Gazza e la squadra d'inquisizione. C'era anche Draco, aveva in pugno Cho. La esibiva come un trofeo e sghignazzava.
Io non dissi nulla, guardavo pietrificata la scena.
Forse feci un rumore non so, ma Draco si voltò e mi vide. Il suo volto non era più compiaciuto, mi sembrava quasi dispiaciuto. Lo guardai in silenzio e lui fece lo stesso con me. Ci guardammo per qualche secondo ma sembró un'eternità!
Voltai le spalle e andai via. Di nuovo fui costretta a voltargli le spalle per andare lontana da lui.

Quel sabotaggio costó molto a parecchi di loro. Silente venne indagato, la Umbridge divenne la nuova preside, l'Esercito venne disfatto e i ragazzi scontarono una brutta punizione.

Io con tutta la rabbia che avevo in corpo presi Draco, lo trascinai dalla Sala comune al dormitorio. Lo spinsi nella mia stanza e chiusi la porta. Non mi interessava delle conseguenze: la Umbridge aveva altro a cui pensare, di certo l'ultima sua preoccupazione era separare me e Draco nella mia stanza.

Lo strattonai, lo colpii al petto, gli diedi uno schiaffo. Lui era fermo, non mi blocco e avrebbe potuto farlo. Forse sapeva che se lo meritava o forse voleva semplicemente farmi sfogare.

"Voglio sapere solo una cosa da te: se io fossi stata lì con loro, se io fossi stata ancora un membro dell'esercito tu mi avresti consegnato?! Sarei stata al posto di Cho? Avresti permesso che la Umbridge torturasse anche me?"

Lui mi guardava in silenzio poi ad un tratto disse " tu non c'eri. Tu non eri con loro"

"E se ci fossi stata? Saresti stato contento lo stesso?"

"Ho fatto solo quello che era giusto" mi rispose.

"Da quando fai quello che è giusto?! Da quando conosci la differenza tra il giusto e sbagliato? Chi l'ha detto che tu sei nel giusto e loro sono nella parte sbagliata? Questo tuo comportamento avrà delle ripercussioni sul nostro rapporto, lo sai?! Lo sai?!" Gridavo inferocita.
Lui era pacato invece, stava in silenzio!
" Tu lo sai questo? Lo sai che non mi potrai più parlare, non mi potrai più stringere a te? Lo sai vero?" Dici qualcosa, Draco! Per piacere parlami"

Io più urlavo e sbraitavo più mi avvicinavo a lui. Draco era immobile, non indietreggiò neanche di un passo.
Eravamo faccia a faccia. Il silenzio calò su di noi.
Ad un tratto lui mi prese per i fianchi e mi portò ancora più vicino a se. I nostri nasi si sfioravano, le nostre bocche si volevano e i nostri respiri diventavano sempre più pesanti.
Chiusi per un attimo gli occhi e pensai a noi. Se non fosse successo tutto questo cosa avremo fatto in questa stanza? Se Draco non fosse stato così stronzo saremo rimasti in piedi a fissarci o i nostri corpi si sarebbero buttati sul letto vogliosi di scoprire tutti i nostri punti più intimi?

Volevo baciarlo, volevo toccarlo, volevo che lui sfiorasse me, volevo muovermi sopra di lui lentamente e volevo sentire il suo respiro ansimare, volevo sentire Draco dentro di me.

"Perché sei ancora qui?" Mi sussurrò all'orecchio.
Io mi pensieri si interruppero.
"Vuoi sapere perché sono ancora qui nonostante tutto? "

"Perché ti amo" gli risposi abbassando lo sguardo.

"Allora smettila di amarmi"

"Non posso"

Con gli occhi bassi mi diressi alla porta, la aprì, guardai Draco negli occhi.
I suoi occhi ghiaccio erano annebbiati, non di rabbia, ma di lacrime.
In silenzio prese e andò via.
Quella fu l'ultima volta che parlai con Draco. Fino alla fine dell'anno scolastico non parlammo più.

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