Lei dov'è?

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Charlotte
"Hagrid quindi ci stai dicendo che questa non sarà una prova normale, come pensavamo?"  Continuavo ad interrogarlo.
Lui, come immaginavamo, riuscii a dirci più di quanto sperassimo.

"Questa è una prova importante per tutti voi. Rivivrete scene e situazioni che come dire..." Si fermò.

"Hagrid cosa stai cercando di dirci?" Lo esortò Hermione.

"Io l'avevo detto alla McGrannit che era troppo perfino per voi, ma lei non mi ha dato retta."
Disse abbassando lo sguardo.

"Troppo?" Chiese confuso Harry.

"Lei vuole capire se avete superato realmente i traumi derivanti dalla guerra."
Per un attimo calò il silenzio tra noi. Il sol pensiero di rivivere, anche solo per attimo, quelle scene ci fece gelare il sangue nelle vene.

"Perché tutto questo?" Domandai con il cuore in gola e le lacrime agli occhi.
Perché dovevamo continuare a soffrire?

"Perché continuerete ad essere schiavi delle vostre paure se non le affrontate una volta per tutte."
Hagrid si avvicinò a me e mi accarezzò dolcemente la nuca.
"Charlotte sei diventata una donna ormai, hai bisogno di vivere la tua vita, come tutti voi, senza più incubi. Avete visto in faccia la morte e siete sopravvissuti...ora dovete imparare a vivere!"

"Questo è un fottuto test psicologico!" Sputò indispettito Malfoy.
Lui forse più di tutti, aveva ancora tante cose da risolvere dentro se stesso, e questa prova lo destabilizzava più di chiunque altro.
Così istintivamente gli presi la mano come a volerlo rassicurare. Lui mi guardò dritto negli occhi e mi sussurrò: "ci sono io con te, non devi avere paura di nulla."
Ma la verità è che ero sola, come ognuno di noi.
Dovevamo lottare contro i nostri demoni e i nostri mostri e nessuno ci avrebbe potuto aiutare. Neanche il nostro fedele compagno o l'amore della nostra vita.
Ognuno doveva vedersela contro se stesso.

È così fu.
Quel giorno eravamo lì, ognuno di noi pronto ad affrontare le proprie paure più grandi.
La sera della guerra eravamo tutti dei ragazzini che inconsapevolmente stavano diventando degli adulti. Eravamo cresciuti così rapidamente che neanche ce ne eravamo resi conto, e forse era questo che la McGrannit voleva farci capire.
Eravamo lì, davanti a diversi scenari.
Ognuno di noi stava rivivendo il terrore di quel giorno. Ognuno di noi doveva continuare a fare i conti con un passato che continuava a tornare.
Arrivare alla fine del percorso sarebbe stato difficile soprattutto se non riuscivamo a mantenere la lucidità e la razionalità che dall'inizio stava iniziando a vacillare.
Ancora una volta ognuno di noi si vedeva dalla parte giusta e dalla parte sbagliata.
Ma in questa circostanza chi realmente aveva fatto la scelta giusta?

Sapevo che tutti noi vivevamo momenti diversi. Hermione la scelta difficile di dover dire addio a suoi genitori, Harry il peso di dover morire pur di salvare il mondo magico, Ron la consapevolezza di aver perso un fratello.
E poi Luna, Neville il continuare a vedere corpi cadere a terra come un castello di carta, maledizioni che sfioravano le teste di chi correva tra le fiamme.
E poi c'eravamo io e Draco. Lui portava il peso di essere diventato chi non voleva, io il rammarico di non averlo salvato.
Eravamo tutti, ancora una volta, fragili e vulnerabili e questo non ci avrebbe aiutato.

Il disastro man mano stava prendendo vita.
Lottavamo contro i nostri scheletri ed era impossibile trovare un dettaglio che ci ricordasse le persone che eravamo.
Tutti, in quel momento, eravamo cambiati.
Draco era tornato un mangiamorte per gli altri, Harry il prescelto disposto a sacrificare la propria vita e io una ragazza senza un'identità.

Avevamo iniziato il percorso da soli.
Accanto a me non c'era nessuno. Ogni tanto udivo qualche rumore ma quello che più mi destabilizzava erano le urla.
Le urla dei miei amici.
Quelle grida provenivano per motivi disparati.
C'era chi stava cercando di fuggire da dissennatori immaginari, chi da una morte fittizia e chi dai propri genitori, come Pansy e Blaise.
Fu un attimo quando capii che questa guerra non poteva essere dimenticata o superata con uno schiocco di dita.
Vidi Neville puntare la bacchetta contro Draco. Proprio come il giorno della guerra.
Neville si era dimostrato un grande mago, coraggioso e determinato quanto i suoi genitori e forse era questo quello a cui stava pensando quando scagliò un incantesimo contro Malfoy.
Per lui, Draco continuava ad essere il nemico.
Non ci pensai due volte a controbattere. Ma se durante la battaglia l'avevo fermato con le parole stavolta mi scagliai con la bacchetta lanciando una maledizione contro di lui.

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