Magneti

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Draco
Non sapevo spiegare come mi sentivo in quei giorni.
Non sapevo spiegarmi quello strano sentimento, non sapevo dargli un nome.
Però quando ero vicino a lei, a Charlotte, il mio cuore batteva più veloce del solito, il mio stomaco si contorceva e la notte non era più così tenebrosa.

Non ero mai stato bravo ad esternare i miei sentimenti, soprattutto con lei.
Facevo solo casini.
E anche questa volta avevo rovinato tutto.
Certo anche lei era stata una stronza ma io avevo fatto peggio. Rubare i suoi appunti di nascosto perché troppo concentrato con il Quiddicht, non me l'avrebbe mai perdonato.
Ma forse neanche io riuscivo a perdonarmi e non solo per quello.

Cercai in tutti i modi di riavvicinarmi a lei.
I miei furono solo tentativi fallimentari.
Lei continuava a guardarmi in cagnesco e ad evitarmi il più possibile.
Il problema era che io mi sentivo come una calamita e lei era il mio ferro: mi sentivo attratto da lei e non riuscivo a staccarmi.
Eravamo due magneti che si avvicinavano inevitabilmente, anche contro le nostre volontà.
Ed era sempre stato così.
Da piccoli io le ronzavo sempre intorno e ora non potevo fare a meno della sua vicinanza.
Quando ero con lei sentivo una carica magnetica inspiegabile.
Il nostro rapporto era inspiegabile.

Quando la vidi con i suoi amici in cortile a chiacchierare non ci pensai due volte ad avvicinarmi.
Lei girò il suo sguardo non appena incontrò i miei occhi.
Non mi degnava neanche di uno saluto.
Mi ignorava completamente.

"Potter dovremmo pensare alla seconda prova." Dissi per cercare un qualche argomento che mi facesse stare lì il più possibile.
Sentii Charlotte sghignazzare.
"Bhe puoi sempre andare in camera di qualcuna e prendere in prestito i suoi appunti." Mi fulminò.

"Calma voi due. Dovreste fare pace. Per quanto ancora volete continuare a negare l'evidenza? Sospirò Luna senza distogliere lo sguardo dal libro che aveva tra le mani.

"Quale evidenza?" Chiesi confuso.

"Forse voi due non lo sapete ma vi state ancora aspettando. Da una parte vi volete e dall'altra vi evitate." Rispose.

"Io orami non aspetto neanche più la posta del mio gufo figuriamoci se aspetto un coglione come lui." Esclamò Charlotte mentre si alzava per darmi le spalle e andare via.
Rimasi lì a bocca aperta senza riuscire a dire nulla.

"Che aspetti Malfoy?! Vaii." Mi ordinò Hermione voltando il viso verso la direzione in cui era andata Charlotte.
Era strano sentire dei consigli da parte loro.
Avevamo sempre e solo litigato negli ultimi sette anni, ma Charlotte era riuscita ad avvicinarci, almeno in parte. Lei era così, era straordinariamente carismatica e propositiva.
L'aveva sempre saputo che prima o poi avrei legato anche con i suoi amici.

È così ascoltai le parole di Hermione.
La raggiunsi.
"Ti puoi fermare!" Dissi ancora con un po' di fiatone.

"Non sei nella posizione di chiedermi nulla, lo sai?"

"Ti prego Charli." Le appoggiai una mano sulla spalla, avvicinandomi un po' di più al suo corpo.
Quel piccolo contatto mi mandò in fumo il cervello.
Era bellissima.

"Non mi chiamare così!" Ruggì togliendomi la mano dalla sua spalla.

"Possiamo parlare ti prego?" La implorai con occhi pieni di rammarico.

Sospirò e poi inchiodò le sue iridi nelle mie.
"Mi sono stancata di starti dietro, di giustificarti o di assecondare ogni tuo stupido comportamento. Ci abbiamo provato Draco ma non ha funzionato. Noi non funzioniamo."

Io abbassai il volto.
Le sue parole mi stavano frantumando il cuore.
Le presi la mano.

"Vorrei poter ricominciare tutto dall'inizio. Tornare al nostro primo incontro, al nostro primo sorriso, al nostro primo bacio. Vorrei poter cambiare le cose che ti hanno allontanato da me, ma non posso. Non posso tornare indietro."

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