Capitolo 23

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R O C H E L L E

«Dove si trovava al momento del delitto

Ed ecco come si è conclusa la serata che doveva avere "good vibes".

Con un interrogatorio.

Poi Harmony mi sente.

«Ero con Noah Stevens e Cayden O'Connor.»
Ripeto per la quinta volta nell'ultima mezz'ora.

«Quindi conferma che anche loro al momento del delitto avevano un alibi siccome erano con lei, giusto?»

«Esattamente.»

I poliziotti si guardano tra di loro comunicandosi chissà cosa in modo silenzioso.

«Va bene così, può andare.»

Li saluto con un cenno del capo dopo essermi alzata dalla sedia, ed esco da quelle quattro mura opprimenti.

Stanno interrogando uno ad uno i presenti in una stanza della villa di Cayden, e io non ho idea di dove sia finito lui, mio fratello o i miei amici, e non ho nemmeno ancora la minima idea di cosa sia successo alla ragazza che è stata trovata morta meno di un'ora fa.

Ma qualcosa si deve venire a sapere di sicuro, il giardino era pieno di persone, è mai possibile che nessuno abbia visto niente?

Alcuni di loro piangono, altri sono scossi, e altri semplicemente in ansia a causa di tutti gli agenti di polizia che girano per casa.

Tutti i nostri cellulari sono stati momentaneamente sequestrati dalla polizia, e siamo stati avvertiti già che ci verranno restituiti solo quando finiranno gli interrogatori, e che possiamo chiamare qualcuno solo davanti a loro, e solo se è qualcosa di urgente.

Così non mi rimane che cercare Bryan girando per la casa.

Lo trovo solo dopo una decina di minuti in cucina mentre parla con Brooke, Nathan, Harmony e Alan.

«Ragazzi!» esclamo sollevata mentre li raggiungo.

«Eccoti finalmente.» mi viene incontro Bryan abbracciandomi.

«Ma si può sapere cosa sta succedendo?» chiedo, nella speranza che abbiano scoperto qualcosa in più rispetto a me.

«Abbiamo parlato con i ragazzi che si trovavano nei pressi della piscina, ma dicono di non aver visto con esattezza il momento in cui la ragazza è caduta in acqua. Hanno solo sentito il rumore, ma non ci avevano dato peso siccome è una festa e pensavano fosse qualche idiota che per fare il fenomeno si era tuffato in piscina. Hanno capito che qualcosa non andasse solo dopo dieci minuti circa, quando l'occhio di uno di loro si è posato casualmente sulla piscina mentre parlavano e ha visto il corpo galleggiare.» a prendere parola è Nathan.

𝙃𝙖𝙘𝙠𝙚𝙙 𝙝𝙚𝙖𝙧𝙩Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora