Capitolo 35

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R O C H E L L E

La neve cade silenziosamente, depositandosi con delicatezza sul marmo. I fiocchi danzano nell'aria, e un freddo pungente avvolge il cimitero mentre mi trovo in piedi davanti alla lapide di mia madre.

Ogni volta che sono qui il mio pensiero vaga inevitabilmente sulla fugacità della vita, simile alla neve che cade delicata e si scioglie. La morte, inesorabile, si mescola alla bellezza di questo momento.

Ho sempre trovato una strana consolazione nel ciclo eterno della natura, dove ogni fine è anche un nuovo inizio.

Sposto la mia attenzione su mio fratello, che deposita un mazzo dei fiori preferiti di nostra madre sulla sua tomba.

Quando vivevamo qui, le portavamo dei fiori ogni fine settimana. Adesso, tutto sembra spoglio e grigio.
La nostra assenza di cinque mesi da questo posto è evidente, e ferisce.

In ogni modo, sono contenta di essere qui adesso, mi era mancata.

«Buona vigilia di Natale, mamma.» sussurro piano, come se stesse solo dormendo un sonno eterno, e io avessi paura di svegliarla in qualche modo.

Solitamente trascorriamo il Natale e il Capodanno a Manhattan dai nostri zii. Quest'anno, però, abbiamo prima fatto una deviazione a Ottawa per augurare buone feste anche a lei, come desideravamo.

Nostro padre si avvicina a me e a Bryan, e posa le mani sulle spalle di entrambi in un gesto di conforto.
«Dobbiamo andare, abbiamo il volo tra un'ora.» afferma con tristezza, sapendo quanto ci pesi doverci congedare così presto.

Con un lento cenno del capo, distolgo lo sguardo dalla foto di mia madre e mi allontano, seguita da mio fratello.

Papà invece si inginocchia davanti alla lapide, bacia la foto, e solo dopo qualche istante si rialza e ci raggiunge.

Camminiamo lungo il sentiero che ci conduce fuori dal cimitero in un religioso silenzio, e ogni tanto sentiamo l'impulso di voltarci indietro per un'ultima occhiata, ma resistiamo.

Non vogliamo complicare le cose più del necessario.

Forse avremo l'opportunità di ritornare qui per il Martin Luther King Day, il 16 gennaio.
E anche se manca meno di un mese, è comunque difficile accettare di poter venire a visitarla solo durante le festività.

Anche se ci credo, non so con certezza se dopo la morte esista effettivamente qualcosa, ma mi chiedo sempre se, nel caso fosse davvero così, lei sia arrabbiata con noi perché si è sentita abbandonata, o se si senta sola, trascurata.

𝙃𝙖𝙘𝙠𝙚𝙙 𝙝𝙚𝙖𝙧𝙩Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora