Capitolo 47

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A D A M

Se l'intelligenza fosse contagiosa, in questo cortile sarei ancora al sicuro.

Ai miei occhi, gli studenti della Winterhaven sono sempre stati un branco di smarriti in cerca di una guida, come pecore che vagano senza un pastore.

Sono affamati di apparenze e si venderebbero l'anima al diavolo pur di scalare la maledetta piramide sociale immaginaria che li ossessiona.

In una scuola cattolica, questa sembra essere la loro unica religione.

Ogni gesto che fanno, ogni parola che pronunciano, ogni sorriso che sforzano è calcolato per mantenere una fragile posizione di potere in questo microcosmo distorto.

Non c'è spazio per la genuinità, per la vulnerabilità.

Qui, la debolezza è una condanna e l'autenticità un lusso che nessuno può permettersi.

Li osservo mentre si muovono come attori su un palco, recitando ruoli che probabilmente non hanno neanche scelto.

I leader, i sottomessi, i ribelli.

Tutti incatenati da maschere che aderiscono troppo strettamente ai loro volti, tanto da diventare quasi indistinguibili dalle loro vere identità.

A volte sembra che abbiano dimenticato chi sono, o forse non lo hanno mai saputo.

Ma non sanno che la piramide che inseguono, quella che ogni giorno cercano di scalare, è costruita su fondamenta fragili: l'ammirazione superficiale degli altri, la paura di essere dimenticati, il terrore di cadere dal vertice che tanto faticosamente hanno raggiunto.

E così si affannano a salire, calpestando chiunque intralci il loro cammino, incapaci di vedere che, in realtà, non stanno andando da nessuna parte.

Mentre li guardo, non posso fare a meno di chiedermi come sia possibile che non se ne rendano conto.

Ma forse è semplicemente più facile recitare una parte, seguire un copione, che affrontare il vuoto che si annida sotto la superficie.

Forse è per questo che la mediocrità e le menzogne regnano sovrane qui, alla Winterhaven.

In fondo, cosa mi potevo mai aspettare da questa scuola se non di trovare persone cresciute in un ambiente ovattato, protetti dalle difficoltà della vita reale, destinati a restare superficialmente soddisfatti delle loro piccole e mediocri vittorie quotidiane?

Questo luogo non mi appartiene, non lo ha mai fatto.

Non vedo l'ora di lasciare questa topaia e tutti i suoi abitanti alle loro miserie dorate.

L'unico motivo per cui sono riuscito a resistere così a lungo sono le persone di cui mi sono circondato negli anni.

Noah, Cayden, Alexa e Liam li conosco dai tempi delle medie.

𝙃𝙖𝙘𝙠𝙚𝙙 𝙝𝙚𝙖𝙧𝙩Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora