Capitolo 28

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R O C H E L L E

«Perché mi stanno guardando tutte male? Voglio dire, lo fanno dal primo giorno che sono arrivata qui, ma non l'hanno mai fatto tutte contemporaneamente.» chiedo a Cayden di fianco a me mentre camminiamo per il corridoio della scuola, riferendomi a tutte le vipere che frequentano la Winterhaven e che oggi mi stanno riserbando sguardi più velenosi del solito.

È da un po' di giorni che entro spesso con lui a scuola, e usa sempre la scusa che è una casualità siccome io arrivo puntualmente quando lui finisce di fumare la sua sigaretta mattutina prima di entrare, ma invece Noah mi ha espressamente detto che "Cayden è un pagliaccio" - parole sue - e che la verità è che quella "ciminiera umana" - come l'ha definito lui - si fuma anche tre o quattro sigarette pur di avere una scusa per restare fuori finché non arrivo.

Così la mattina ho iniziato ad anticiparmi sempre di più per fargli fumare meno sigarette.

«Si sarà sparsa la voce.» dice continuando a guardare davanti a lui, senza preoccuparsi più di tanto degli occhi indiscreti che ci stanno fissando.

«Su cosa?»

«Sul fatto che ho occhi solo per te.»

Mi blocco in mezzo al corridoio come un idiota che si è scordata come si cammina, non aspettandomi assolutamente quella risposta così improvvisa.

Mi chiedo sempre se abbia un filtro tra il cervello e la bocca che lo aiuti a pensare prima di parlare, ma la risposta evidentemente è no visto che è fin troppo onesto con i suoi sentimenti.

All'inizio pensavo che fosse un tipo orgoglioso, e forse lo è davvero. Ma a quanto pare preferisce mettere da parte il suo orgoglio per godersi le mie reazioni, come in questo caso visto che mi sta guardando e ridendo contemporaneamente per chissà quale faccia sconvolta e - odio ammetterlo - imbarazzata ho in questo momento.

«Smettila.» cerco in tutti i modi di sopprimere un sorriso per non deteriorare ancora di più la mia dignità, già abbastanza ferita da quando qualche giorno fa dopo quella "cosa" avvenuta durante le ripetizioni che ho dato a Cayden e Logan sono arrossita per la prima volta in vita mia.

«Mh, no. Non penso che lo farò.»

Alzo gli occhi al cielo e lo mando ""velatamente"" a quel paese mentre inizio a salire le scale per raggiungere il mio piano, ma Cayden a quanto pare non è d'accordo con questa mia decisione perché mi afferra per un braccio e mi trascina dietro la macchinetta degli snack.

«Cayden.» lo rimprovero consapevole del fatto che a momenti suonerà la campanella e non posso fare nuovamente tardi a causa sua.

𝙃𝙖𝙘𝙠𝙚𝙙 𝙝𝙚𝙖𝙧𝙩Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora