Capitolo 44

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R O C H E L L E

Mi sveglio di soprassalto, con il cuore che mi martella furioso nel petto e il respiro affannato come se avessi appena corso una maratona.

Mi guardo attorno, ma la stanza è avvolta nell'oscurità.

Solo un debole bagliore di luna filtra attraverso le tende.

Cerco inutilmente di sforzarmi per ricordare l'incubo che mi ha scosso così tanto, ma i dettagli sfuggono dalla mia memoria come se fossero sabbia tra le dita.

So solo che riguardava mio fratello, però.

E qualcosa di terribile stava per accadergli.

Mi sollevo sui gomiti, cercando di calmarmi.

La maglietta si è appiccicata alla mia pelle sudata, e le lenzuola sono aggrovigliate intorno a me come un bozzolo soffocante.

Con uno sforzo, mi libero e mi siedo sul bordo del letto.

Accanto a me, l'orologio digitale segna le tre e diciassette del mattino.

Sospiro, passandomi una mano tra i capelli arruffati.

Scendo dal letto e infilo i piedi nelle pantofole, avviandomi poi verso la porta della mia stanza.

Ho la gola secca, la bocca impastata e un gran bisogno di bere un bicchier d'acqua.

Lentamente attraverso il lungo corridoio e mi dirigo verso le scale.

Quando raggiungo il piano di sotto, una luce fioca proviene già dalla cucina.

Trattengo il respiro mentre mi avvicino alla porta semiaperta.

Bryan è seduto al tavolo, con una tazza di camomilla fumante davanti.

I suoi occhi sono cerchiati da ombre scure, e sembra perso nei suoi pensieri mentre sorseggia lentamente la camomilla.

Mi fermo sulla soglia, osservandolo in silenzio.

Da qualche tempo ho notato che si alza quasi ogni notte intorno alle tre e scende in cucina.

Non riesce più a dormire.

Vorrei poter fare qualcosa per aiutarlo, per alleviare almeno un po' del peso che si porta dietro.

Ma non so come, e le parole spesso sembrano inadeguate.

Quando entro in cucina, Bryan alza lo sguardo e i suoi occhi di ghiaccio mi congelano sul posto.

Nella sua espressione leggo tutti i suoi sensi di colpa, tutto il dolore che lo sta consumando.

Non posso permettergli di allontanarsi, di chiudersi di nuovo in sé stesso.

Non gli lascio il tempo di bisbigliare qualche parola di scusa o di scappare via.

𝙃𝙖𝙘𝙠𝙚𝙙 𝙝𝙚𝙖𝙧𝙩Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora