Il figlio di uno dei trafficanti di droga più potenti al mondo e una giovane ragazza dei bassifondi Siciliani, proveranno ad ingannare il proprio amore a causa delle differenze sociali e delle obiezioni delle famiglie, per rendersi conto più tardi d...
!!Ho dovuto ripostare l'epilogo perché non a tutti caricava!!
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Cinque anni dopo.. Talìa: È la vigilia di Natale. Il giorno più speciale dell'anno. I bambini stanno per scartare i regali, il resto della famiglia è riunita in salotto intorno al camino a legna e l'atmosfera in casa è serena e positiva. È tutto perfetto. O quasi. Quando mi affaccio alla finestra non posso fare a meno di notare come la città sia totalmente ricoperta di neve. C'è un'incredibile aria di festa tra le famiglie, che, sebbene ami, in certi momenti mi trasmette moltissima malinconia. Sono cambiate così tante cose negli anni.. -Papino, papino!- La voce di mio figlio Antal mi riporta con i piedi per terra. Mi volto verso la sua dolce voce e mi si stringe il cuore quando vedo mio figlio e mio marito venire verso di me. Stesso sguardo, stessa espressione. -Mammina, guarda che cosa mi ha regalato Babbo Natale.- Il piccolo si stringe intorno al collo di suo padre e mi sorride facendomi sciogliere. Con la manina libera mi mostra la macchina telecomandata che io e Deian siamo andati a comprargli qualche giorno fa insieme ad altri giochi. Sembra felice del suo regalo. -È molto bella tesoro!- Esclamo fingendomi meravigliata. Non posso credere che sia cresciuto così tanto in questi ultimi anni. Lavinia adesso ha cinque anni, lui quattro. Il tempo sembra volato da quando i bambini sono entrati a far parte delle nostre vite. Mentre penso alla storia d'amore con mio marito e a come fosse vuota la mia vita prima dei figli, Deian mi lascia un bacio a fior di labbra. Lo stringo anche io con tutto l'amore che provo nei suoi confronti. -Papà voglio scendere! Voglio andare a giocare con la zia Dani e la zia Michelle. Anzi, con la zia Fatima.- Antal si dimena tra le braccia di suo padre che l'ascolta e l'appoggia delicatamente con i piedi per terra. -Va bene ma non correre per casa.- Gli rammenta Deian scombinandogli i capelli scuri, rimembrando il ricordo di quando è scivolato battendo la testa contro il pavimento. Il che, mi porta già in uno stato di panico. Al contrario, la piccola peste si limita ad annuire, ma non appena si rende conto che il padre non lo sta più guardando corre via in tutta la sua goffaggine. È un bambino testardo, pieno di energia e carattere. Posso soltanto immaginare quanto ci farà disperare tra qualche anno. -Antal!- Deian sente i suoi passi veloci per la stanza, ma questa volta lo riprende senza voltarsi poiché i suoi bellissimi occhi sono già concentrati su di me. Mi osserva ridere sotto i baffi per il temperamento dei nostri bambini. Perché sì, Lavinia è ancora più impegnativa di Antal. -Chissà da chi avrà preso?- Mormoro divertita quando Deian bacia di nuovo la mia fronte e poi l'anello al dito del nostro matrimonio. Lo amo moltissimo. -Amore, va tutto bene?- Capisco immediatamente che c'è qualcosa di cui vorrebbe liberarsi per l'intensità con la quale mi guardano i suoi occhi. Ormai lo conosco alla perfezione, sono anni che stiamo insieme. Lo capisco anche dal modo in cui mi stringe, in cui cerca un porto sicuro attraverso il mio corpo. All'inizio penso che sia dovuto alla morte improvvisa di suo papà. Già. Pochi giorni fa è venuto a mancare per un arresto cardiaco. Sapevamo che sarebbe potuto succedere, eri in coma molti anni ormai. Ma poi mi ricordo del rapporto di Deian con suo padre e scaccio il pensiero altrettanto velocemente. -In realtà sì, vorrei parlarti di una cosa.- Si guarda alle spalle per assicurarsi che nessuno ci stia ascoltando per poi sospirare profondamente e trascinarmi in terrazza. Siamo soli quando comincia a discutere con me del progetto della società segreta, mafiosa, di cui mi aveva già accennato. Rimango ad ascoltarlo. Da quanto ho capito, lui, il suo amico Rafael e altri tizi a me sconosciuti, hanno da poco fondato un'organizzazione chiamata la Santa Alleanza. Si tratta di un sistema di potenti dinastie di tutto il mondo, mafiose. Anche se Deian preferisce definirli "sofisticati faccendieri". In realtà so molto bene che la verità è più complicata di così. Lui e la società, ad oggi, sono dunque notevolmente più organizzati dei soliti mafiosi che trafficano illegalmente. Si sono evoluti, studiando per tutti questi anni nuove regole e nuovi metodi per gli affari e la sicurezza dell'organizzazione. Adesso sono più discreti, più professionali. Si muovono nell'ombra. Perché allora ho come la sensazione che qualcosa stia per cambiare in negativo? -Rafael vuole aprire una scuola privata per i figli dei soci della Santa Alleanza.- Sputa il rospo. -Oh..- La notizia mi destabilizza un tantino. -Cosa ne pensi? I nostri figli saranno al sicuro. Non dovremmo aver paura della loro incolumità e potremmo permettergli un futuro migliore del nostro. Saranno liberi di studiare in questo collegio per gente come noi, e di decidere loro stessi per il futuro.- Spiega. -Gente come noi?- Ripeto turbata. -Sai cosa voglio dire Talìa. Persone, membri della società. Non accetteremo gente estranea nel collegio.- Cerca di chiarirsi ma io ho già capito tutto. -Deian, i nostri figli dovrebbero frequentare persone normali, scuole normali. Soltanto in questo modo saranno in grado di prendere una scelta per il loro futuro. Cosa pensi che diventeranno se dimostreremo che esiste soltanto un cammino? Avevamo giurato che sarebbero stati liberi di scegliere e di vivere.- -Le scuole pubbliche erano fuori discussione sin dal principio, avevamo già affrontato il discorso Talìa. Lavinia e Antal avrebbero studiato privatamente e a casa. Credi davvero che potrei mai lasciare i miei figli, la cosa più importante della mia vita, senza protezione in una cazzo di scuola pubblica?-Quando alza la voce mi ritraggo leggermente. Lo fisso confusa. -Perdonami..- Fissa un punto alle mie spalle non appena comprende di aver esagerato. Mi perdo nei miei pensieri per diversi minuti. -Deian, tu sei sicuro che questa società sia sicura per noi? Perché ho come la sensazione che tu stia segregando i nostri figli per allontanarli dal pericolo.- Gli dico sinceramente. -Voglio soltanto farti capire che questo collegio è un'opportunità per loro. Saranno in compagnia di altri ragazzi e farò in modo che Rafael integri anche qualche corso extra oltre alle lezioni di studio. L'obiettivo principale è formare una scuola colta, preparata, che vada anche oltre le attività scolastiche.- È determinato mentre parla. E non ho dubbi sul fatto che sacrificherebbe la sua stessa vita pur di non mettere in pericolo quella dei suoi figli. Ma tutto ciò mi ha preso alla sprovvista. Sono spaventata adesso. -Non hai risposto alla mia domanda.- Deglutisco. -Sì, la società è un posto sicuro. Ma non io. Presto tutti mi conosceranno come uno dei fondatori della S.A. Avrò molti alleati ma anche molti nemici. Capisci cosa voglio dire?- Mi porto le mani sul viso. Dio se sono preoccupata. -I nostri figli quando saranno grandi potranno scegliere da soli il loro futuro, ma fino ad allora non verranno esposti al pericolo. Non lo permetterò mai. Come ti ho già detto sto studiando un programma di autodifesa e altri corsi da integrare nella scuola. Voglio che questi ragazzi vengano istruiti con il massimo della professionalità ma che siano altrettanto pronti per qualsiasi evenienza. Potranno diventare grandi persone un domani, se lo vorranno, perché grazie a questa scuola avranno le basi per farlo. Io sto offrendo a questi bambini la possibilità di un futuro diverso. Ho il potere di fare questo, ma non di scegliere al loro posto, un giorno.- Che cosa dovrei fare esattamente? Io non voglio altro che il bene dei miei bambini. -Andrà tutto bene Talìa, ma ho bisogno che tu ti fidi di me. Puoi farlo?- Mio marito prende il mio viso tra le mani. Questa situazione è diventata più grande di noi in così poco tempo.. -Vuoi plasmare dei giovani per portarli su quale strada, esattamente? Non prendermi in giro Deian. Perché tu lo sai che io non lascerò mai che i nostri figli crescano nello stesso modo in cui sei cresciuto tu.- Sputo senza giri di parole. Non voglio offenderlo ma credo che abbia capito ciò che voglio intendere. Sebbene io sia la prima a volere che i miei figli siano sistemati in sicurezza, non sono pronta a separarmi da loro. Sono ancora piccoli. Mandarli in quel collegio significherebbe che la loro vita si svolgerà unicamente in quella struttura. Lontani da me, dalla famiglia. -Deian io voglio soltanto il meglio per la mia famiglia. Perciò facciamo ciò è necessario.-