3 - QUEEN

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12 ottobre 1975

Caro Moony,
non sai che gioia sapere che ha funzionato.
Non ci avevo neanche sperato troppo, in realtà, ho pensato di dovermi rimettere a piangere nel bagno di Grifondoro per ritrovarti.
Sono contento che il disco ti sia piaciuto. Io l'ho ascoltato troppo, quindi puoi tenerlo per un po', se ti va.
Sai che Freddy Mercury ha dichiarato in un'intervista che in Killer Queen parlava di una squillo?
A parte questo, volevo ringraziarti per aver parlato con me, l'altra sera. Mi sono sentito meglio dopo, e non penso sia una cosa da sottovalutare. Soprattutto quando non c'è molto che tu possa fare per cambiare le cose, fa alleggerire il carico avere qualcuno con cui parlare.
Quindi, grazie a te.
Tuo, Padfoot

Remus lesse quella lettera così tante volte, quel pomeriggio. Si soffermò sulla sua calligrafia, che sembrava perfetta, come se avesse preso delle lezioni per averla così impeccabile.

Si soffermò sulla sua firma, Padfoot, scritta in modo altrettanto elegante.

Si domandò se il ragazzo del bagno si fosse impegnato a scrivere così bene o se gli venisse naturale, se la sua fosse una dote.

Decise di non rispondere subito. Se non altro, a giorni ci sarebbe stata la luna piena, e Remus spesso non era in sé intorno ad essa. Aveva paura di poter dire qualcosa di sbagliato senza accorgersene, come spesso gli accadeva, dunque aveva imparato che, in quei giorni, era meglio dire e farsi notare il meno possibile.

Rimase con la testa sul saggio di Storia della Magia e i compiti di Astronomia. Era sempre stato bravo a scuola, probabilmente anche perché, quando la vita non andava, aveva imparato ad alienarsi nello studio. Lo calmava e, contemporaneamente, trasformava il suo isolamento in produttività.

Mentre stava terminando il suo saggio, seduto sul suo letto in maniera scomposta, iniziò a sentire delle risate provenire da fuori la porta che si avvicinavano sempre di più.

James entrò in camera, seguito da un Peter molto divertito.

L'espressione di James, al contrario, sembrava infastidita, ma l'amico continuava a ridere.

A Remus venne da sorridere. "Che succede, ragazzi?"

L'espressione di James, che prima era infastidita, ora divenne più che altro più afflitta.

Fu Peter a parlare, cercando di smettere di ridere: "Figura di merda. Con Evans."

Remus si portò una mano alla testa, esasperato. "È una battaglia persa, amico."

Peter riprese parola. "L'allenamento era finito, e Prongs era in campo a farsi vedere - ovviamente, - ma c'era Evans sugli spalti, non poteva mica andarsene!"

"Oh, falla finita..." lo interruppe James, mentre camminava verso il bagno e si toglieva la maglietta.

"Comunque," riprese Peter, "l'ha chiamata, sai, per attirare la sua attenzione, visto che stava parlando con McKinnon"

"E?" chiese Remus.

Peter abbassò un po' la voce, "Beh, si è girata verso di lui. E poi Prongs ha voluto fare l'acrobata, e si è messo a fare cose strane sulla scopa, tipo, sai... capriole contorte." Respirò, per cercare di tornare serio, "Di solito le sa fare,"

Venne di nuovo interrotto da James, che urlò dal bagno: "Le so sempre fare!" dimostrando che, anche se avevano abbassato la voce, James aveva un buon udito.

Peter sospirò, ancora sorridendo, finché James non uscì dal bagno, più pulito di prima e in mutande, e continuò:

"Lei mi stava davvero guardando, capite?" Poi abbassò la voce, che si faceva più timida e vergognosa: "Ho messo male un piede."

La risata di Peter ricominciò di sana pianta più forte di prima, con tanto di lacrime.

Remus spalancò la bocca. "Potter, non dirmi che sei caduto..."

Peter cercò di respirare per calmarsi: "Quasi. È rimasto aggrappato alla scopa con una mano come un'idiota, e gli sono caduti gli occhiali."

Remus sorrise, incredulo, mentre James guardava in basso, e continuò:
"Sapete che sono praticamente cieco senza i miei occhiali."

"Lo so, amico," gli disse Peter, ancora divertito, "ma se può consolarti, la scena è stata meravigliosa."

"Fanculo" sputò James.

"E poi? Poi che è successo?" continuò a chiedere Remus.

"È scappata via per non scoppiare a ridergli in faccia." Il ridere di Peter si amplificò.

"Almeno è stata gentile" commentò Remus.

James sorrise, finalmente. "Sì."

Erano anni che James era - pubblicamente - cotto di Lily Evans. Cercava ogni pretesto per attirare la sua attenzione, per farsi notare da lei, ma lei era l'unica con cui quelle tecniche non funzionavano.
James le aveva provate tutte, davvero.

[...]

Quella luna piena fu deleteria per Remus.
Una volta tornato umano e nel letto dell'infermeria, poteva ancora percepire l'ebbrezza della sua forma selvaggia e potente. Il suo corpo era pieno di cicatrici, vecchie e nuove. Quelle nuove, in particolare, si trovavano sull'avambraccio sinistro e sul polpaccio destro. Quella sul polpaccio era più profonda, e faceva male anche dopo aver preso la pozione curativa.

Era stanco. Stanchissimo. Come sempre, d'altronde, dopo quelle notti.
Giaceva sul bianco letto dell'infermeria immobile, con tutte le ossa e le articolazioni doloranti. Se rimaneva fermo, era okay, ma se osava muoversi, erano dolori.
Aveva bisogno di tempo per riprendersi. E di sonno, soprattutto.

Quando si svegliò ore dopo, la ferita sull'avambraccio era quasi indolore, mentre quella sul polpaccio dava ancora abbastanza fastidio. Tuttavia, le sue articolazioni non facevano più male.

Madama Chips gli aveva dato il permesso di studiare, e Remus, che non voleva rimanere indietro rispetto agli altri, ne fu lieto.

Fu solo allora che si mise ad abbozzare la lettera.

Tra tutto quello che avrebbe voluto dirgli, gli disse poco. Sempre quella paura di disturbare, di essere di troppo.

16 ottobre 1975

Caro Padfoot,
mi fa piacere che abbia trovato confortanti le mie parole.
Non avevo idea che Killer Queen si riferisse a quello. L'ho sempre immaginata semplicemente come una donna affascinante e seducente, la classica femme fatale, no? Credo che la mia mente non avrebbe mai partorito un'idea simile.
Grazie ancora per il disco, davvero, vorrei ricambiare il favore, un giorno.
Moony

LETTERE ANONIME ~ Sirius Black & Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora