25 - TRATTA LE PERSONE COME DEVONO ESSERE TRATTATE

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Remus si rigirò nel letto e, con la faccia, poté percepire la strana presenza di... capelli. Non era solo.

Tuttavia, non si agitò. Il profumo di quei lunghi capelli gli risultava familiare, gli donava delle belle energie, e voleva continuare a sentire quell'odore, come se gli mancasse.

A un certo punto, sentì la presenza di qualcuno, probabilmente la persona di cui erano i capelli, andargli più vicino. Così Remus si strinse nel letto, andando verso la parte più attaccata al muro. Lasciò fare alla persona qualsiasi cosa volesse, anche prendersi tutto il letto.

Tuttavia, la persona in questione si avvicinò molto, tanto da essere completamente attaccata al corpo di Remus. Poi, un braccio si andò a posizionare sul fianco di Remus, iniziando ad accarezzarlo.

Remus non voleva più muoversi, voleva stare fermo, non voleva rischiare che quello che stava accadendo finisse, anche se non era razionale.

Si lasciò accarezzare il fianco, e poi la schiena. Il viso di quella persona si avvicinò alla sua guancia sinistra. Da lì, Remus poté notare come il suo viso fosse scavato e deciso, e quanto calda fosse l'anidride carbonica che si sprigionava dalle sue narici.

"Fammi respirare la tua anidride carbonica." pensò Remus, così desideroso dell'essenza di chiunque fosse quella persona.

E si sentì attaccato a lui, appiccicato a lui. Non c'era assolutamente nulla di razionale nel tutto ma, per la prima volta, a Remus andò bene così. Il mal di pancia da farfalle nello stomaco non doveva essere razionale, no?

Solo a un certo punto, l'ambiente attorno a loro, che era buio, cominciò ad essere pervaso da una piccola luce che sembrava naturale, luce che, via via, si andò espandendo, fino ad essere talmente accecante da far chiudere immediatamente a Remus gli occhi.

Remus si svegliò di soprassalto.

Era stato tutto un sogno. Di nuovo. E il cavallo dei suoi pantaloni era ancora alzato.

James aveva aperto le tende, e la luce era entrata totalmente nella visuale di Remus, dal momento che aveva dimenticato di chiudere le tende del suo baldacchino, la notte precedente.

"Giorno." lo salutò James con un sorrisetto furbo.

Remus si rese conto che avrebbe dovuto coprirsi il basso ventre, e lo fece di scatto, velocemente, imbarazzato dallo sguardo piccante di James.

"Buongiorno." disse, con le guance rosse.

James continuò a guardarlo con quello strano sorriso ammiccante, cosa che lo metteva abbastanza a disagio, fin quando Peter non fece calmare le acque.

"Buongiorno, ragazzi." disse con voce assonnata, strofinandosi gli occhi appena aperti. "Non avete idea di quanta fame abbia."

"Sbrigati, allora." disse James, che era già pronto e ben vestito, mentre si aggiustava la cravatta. "Datevi una mossa."

[...]

"Come va, Rem?" Marlene gli domandò, una volta che furono a tavola nella Sala Grande.

Remus alzò le spalle, senza dire niente, e le inviò uno sguardo intimidatorio, come a voler dire "Non azzardarti a parlare qui di qualcosa di privato."

Marlene rise della sua preoccupazione e prese una fetta di pane tostato.

Naturalmente, per gran parte del tempo della colazione, Remus se ne stette zitto a guardare, cercando di non farsi scoprire, il tavolo dei Serpeverde.

A un certo punto, cominciò a pensare.
E se Padfoot non fosse davvero un Serpeverde? Se non fosse l'unico ad avere il disco di Ziggy Stardust e un giradischi nel dormitorio? Remus pensò che, in questo caso, sarebbe potuto essere più semplice, ma sapeva, in realtà, che queste erano solo bugie a cui gli sarebbe piaciuto credere. Sarebbe stato semplice, senza alcun dubbio.

LETTERE ANONIME ~ Sirius Black & Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora