31 - THE SLIDER

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L'ultima volta si separarono di nascosto. Remus lasciò per primo i bagni del primo piano. Vi uscì con un sorriso impagabile, nonostante continuasse a biasimarsi.

Raggiunse i suoi amici a tavola, era ora di pranzo.

Sedette disinteressato, poggiando con poca cura la sua cartella accanto alla sedia su cui si era appena seduto.

Fu assalito dagli sguardi di tutti.

"Allora?" domandò Lily.

"Cosa?" chiese Remus, finto tonto, mentre si riempiva il piatto con delle salsicce.

"Che ti ha detto?" chiese James, visibilmente preoccupato.

Remus sgranò gli occhi.

"Black." disse Peter. "Cosa ti ha detto?"

"Oh." Remus guardò in basso, e poi riguardò verso Peter e James. Non aveva minimamente pensato a cosa inventarsi. Non avrebbe voluto inventarsi qualcosa, prima di tutto, ma non voleva spiattellare la verità in quel modo e renderla così alla portata di tutti.

"Beh... nulla di così rilevante. Mi ha chiesto scusa e... preso in giro perché ho fatto schifo in Difesa Contro Le Arti Oscure."

"Coglione." commentò Mary.

"Tutto questo tempo?" chiese, ancora, Peter.

"No, beh... sono stato solo, dopo." inventò Remus.

"Non potevi venire a cercarci?" domandò, allora, James, perplesso.

"Vi ho cercato, infatti."

"Siamo sempre stati qui." disse Lily.

"Beh, vi ho cercati altrove." continuò a mentire Remus.

Tutti lo guardarono perplessi, e Remus se ne accorse. "E va bene, avevo voglia di stare solo per un po'."

"Moony..." lo chiamò James. "Non ti biasimare per oggi. Eri solo un po' nervoso, può capitare a tutti."

"Io non..." iniziò Remus, per poi fare una pausa e capire come giostrarsela. "Già. Hai ragione."

"Non ha avuto neanche le palle di dirtelo mentre c'eravamo noi." disse James. "Cos'è, voleva prenderti in disparte per combattere ad armi pari?"

"Pensare che con quel carattere è arrivato a farsi un sacco di ragazze." commentò Peter.

"Già, sarà il fascino del bello e dannato." rispose James.

"Geloso, Potter?" lo schernì Lily.

"Di Black?" James ridacchiò nervosamente. "Figurati. La bellezza sicuramente non mi manca."

"Modesto." suggerì, ancora, la rossa.

"Lo so." James le fece l'occhiolino.

"Avete due tipi di fascino completamente differenti." s'intromise Mary.

"Oh, Black è bello e dannato, James è bello e?"

"Può anche bastare così," James rispose, "ma ho un gran carisma."

"E umiltà, soprattutto." aggiunse Lily.

"Autostima." la corresse James. "Non dirmi che preferisci Black a me!"

Lily non rispose, ma sorrise, e tornò a mangiare il suo purè di patate.

"Che cosa?!" James sembrò un po' sconvolto dal silenzio della ragazza, e questo fece ridere tutti.

"Non posso crederci! Black meglio di me? Ci crederesti, Moony?"

Remus quasi sbiancò. "Non ascoltarli, Prongs. Vogliono solo metterti fuori strada."

"Vogliono convincermi che Black sia meglio di me!" James tuonò.

"Vogliono minare la tua autostima! E tu continui a chiamarli amici?!" Remus continuò a stare al gioco.

"McKinnon, chi preferisci?" continuò James, oramai in fissa.

"Tra te e Black?" Marlene rise.

"Tra me e Black."

"Mi dispiace, James, ma con me parti in svantaggio. Mi piacciono i capelli lunghi."

A quell'affermazione, Remus sfoggiò un piccolo sorriso che, fortunatamente, passò inosservato.

James sbuffò fintamente.

"Parlando di cose rilevanti," ricominciò Lily, prendendo fiato, "queste lezioni sono strane. Cioè, non è strano che ci facciano duellare, dobbiamo essere preparati, però..."

"Con così poco preavviso..." aggiunse Marlene.

"Già." Lily mugugnò. "Non hanno capito che è proprio questo a metterci in agitazione."

"È anche vero che da dopo quello che è successo a Mary..." sì insidiò Peter, pentendosi subito dopo di quello che aveva detto.

Mary sospirò lentamente, come per non agitarsi. Nonostante fosse stata lei la prima a parlarne apertamente, quell'argomento sembrava ancora essere un tabù.

Certo glie ne si poteva parlare, ma un po' di tatto era tutto quello che sarebbe servito.

La conversazione su quanto quello fosse un periodo strano proseguì, ma senza Remus, poiché si incantò nell'osservare un imponente Sirius Black che si avvicinava lentamente al tavolo dei Serpeverde.

Come sempre, la sua toga era ben messa, dritta, come pure la cravatta, e il suo viso non lasciava trasparire alcuna emozione.

Rivolse uno sguardo a Remus, ma molto fugace, dopodiché si sedette a mangiare accanto a suo fratello.



[...]



Una volta raggiunto il suo dormitorio, Remus rimase sorpreso da ciò che vi trovò: sembrava la custodia di un disco. Curiosò: The Slider, T. Rex.

Remus non poté credere ai suoi occhi. Lesse il bigliettino attaccato, sicuramente con un incantesimo, alla copertina dell'album.

Caro Moony,
ti ho pensato appena l'ho visto.
Fammi sapere cosa ne pensi.
Tuo, Padfoot.

Come l'aveva avuto? Era tornato in un negozio babbano?
Ad ogni modo, leggere di nuovo "Tuo, Padfoot." gli fece bene al cuore. Mise su il disco e lo ascoltò tutto d'un fiato.

LETTERE ANONIME ~ Sirius Black & Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora