7 - DISTANZA

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1 novembre 1975

Caro Moony,
spero tu ti sia ripreso dall'altra sera.
Quando hanno messo Starman, sono sceso in pista all'istante e ho dato di matto. Scommetto che è stata opera tua.
Per rispondere alla tua lettera precedente, sì, parlavo della McGranitt. Lei vuole attirare la mia attenzione, e io a volte glie la concedo. In realtà sono bravo in Trasfigurazione, il mio vero problema è ed è sempre stato Storia della Magia.
Come si fa a non dormire con Binns che parla in sottofondo? E poi, la materia non mi ha mai appassionato più di tanto.
Spero tu sia ancora vivo, Moony. Rispondimi presto.
Sempre tuo, Padfoot

Remus lesse la lettera. Aveva due enormi occhiaie e ancora addosso i vestiti della sera prima.

"Moony," lo chiamò James, mentre erano ancora a oziare sui propri letti nel dormitorio, "chi è che ti scrive così tanto?"

Remus non rispose, continuando ad avere gli occhi ben fissi sulla lettera.

"Moooony," continuò a chiamarlo il suo amico, "è una ragazza? Dai, dimmi chi è."

"Mia madre" rispose secco il ragazzo.

Senza neanche avere il tempo di rendersene conto, James si era alzato dal letto e, come un fulmine, gli aveva strappato il foglio dalle mani.

"Caro Moony," iniziò a leggere James in tono solenne, "spero tu ti sia ripreso dal modo in cui stavi l'altra sera."
Mentre parlava, camminava a passo svelto nella stanza.
"Quando hanno messo Starman, sono sceso in pista-"

Remus si riprese la lettera, scocciato.

"Tua madre era alla festa di ieri?" rise Peter.

"Fanculo." disse, solo, Remus.

Inizialmente, Remus volle solo chiudersi in se stesso, ma non passò molto prima che raccontò tutto ai suoi migliori amici.

"Vorrei davvero ricordarmi chi ha ballato quella dannata canzone, ieri, ma probabilmente ero in coma da qualche parte." disse James.

"Io non ci ho fatto molto caso," aveva risposto Peter, "mi sembra che qualcuno se ne fosse andato, era molto tardi, ma quella canzone l'hanno ballata un bel po' di persone."

James e Peter non erano stati d'aiuto.

Erano passati tre giorni, e Remus non aveva ancora avuto il coraggio di rispondergli. Era ancora così imbarazzato per l'incidente in bagno. Non era qualcosa che avesse propriamente a che fare con la vergogna che provava nei confronti dell'amico anonimo. Non era propriamente quello il problema.

Il problema era un altro. C'era qualcosa che non andava, qualcosa che non aveva a che fare con nessuno se non con lui solo.

Aveva provato a raccontare a se stesso che era ubriaco e che poteva succedere a chiunque di eccitarsi persino guardando un comodino, ma qualcosa, dentro di lui, lo spaventava.

8 novembre 1975

Caro Moony,
ho paura che la scorsa lettera non ti sia arrivata. Maledetta Scump. Va tutto bene? Come stai? Sei in missione segreta, per caso?
Padfoot

13 novembre 1975

Caro Moony,
è il mio gufo il problema?
Oggi è stata una brutta giornata, ho sentito il bisogno di scriverti. Ennesimo litigio con mio fratello. Grosso, stavolta. Ho rotto la finestra del mio dormitorio. A volte ho problemi di rabbia. I miei compagni mi hanno urlato contro e hanno provato a maledirmi. Idioti. Bastava lanciare un semplice Reparo. A volte sembra che lo facciano apposta.
Mi sento così dannatamente frustrato. È come se fossi costantemente arrabbiato e, allo stesso tempo, non potessi darlo a vedere a nessuno. Mi sento in una cazzo di prigione.
Tu come stai? Che fine hai fatto?
Padfoot

14 novembre 1975

"Non vedo l'ora che arrivi l'anno prossimo, non ne posso più di Pozioni." si lamentò Peter.

"Non la frequenterai più?" gli chiese James.

"Certo che no. Sto resistendo a fatica. Non sono neanche tra i prediletti di Lumacorno, non sarebbe una grande perdita per lui."

I tre ragazzi camminavano verso i sotterranei, per raggiungere l'aula di Pozioni.

Remus non partecipava attivamente alla conversazione, era abbastanza pensieroso. Ormai erano giorni che non faceva che pensare.

Scesero le scale che portavano ai sotterranei, iniziando a percorrere l'oscuro corridoio.

I tre passarono accanto all'ingresso dei dormitori di Serpeverde proprio mentre tre ragazzi stavano uscendo di lì: erano Crouch, Rosier e il piccolo Black. Quasi si scontrarono mentre questi ultimi percorrevano la direzione opposta alla loro.

Regulus Black li aveva guardati per un attimo. Perlopiù aveva guardato James, sempre con quel suo fare scontroso.

Pochi secondi dopo, uscì di lì anche l'altro Black, il grande. Passò davanti a loro ed incrociò lo sguardo serio e disperato con quello di Remus, ma solo per mezzo secondo. Anche lui doveva essere completamente assorto nei suoi pensieri.

Per pochi secondi, Remus si voltò verso di lui, che ormai gli dava le spalle. Camminava come se fosse infastidito, irritato.

"Inquietante" commentò Peter che, a quanto pare, si era voltato come lui.

"Dici?" chiese Remus.

"Chi è inquietante?" si intromise James.

"Black." rispose Peter. "Sirius Black."

James fece spallucce. "Mai quanto Mocciosus."

"L'ho visto alla nostra festa di Halloween, comunque." disse Peter.

"Chi? Piton?" chiese Remus, inarcando le sopracciglia.

"Oh, no. Mi ferivo a Black."

[...]

16 novembre 1975

Caro Moony,
scusa se continuo a scriverti, probabilmente non hai voglia di parlarmi.
È che mi manca parlare con te.
Dove sei finito?

LETTERE ANONIME ~ Sirius Black & Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora