13 - POST SBORNIA

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14 dicembre 1975

Un forte fischio continuo suonava nell'orecchio destro di Remus, sempre più forte, fino a svegliarlo.

Il suo cervello si rese conto che era mattina. Era nel suo letto.

Si mise subito a sedere, andando nel panico. Era sicuramente tardissimo e si era perso la colazione e... Peter e James erano ancora nei loro letti che dormivano beatamente.

Era... domenica.

E... gli faceva male la testa. Aveva gli occhi stanchi. Poteva rimettersi a dormire.

Si ristese, chiudendo di nuovo gli occhi. Pace. Remus non ebbe idea di quanto tempo passò da quel momento ma, a un certo punto, i ricordi iniziarono ad affiorare.

La sera prima.

Il giradischi.

Il liquido argentato.

Pandora.

Regulus Black.

Sirius Black che ballava.

Il giradischi.

James.

James e Peter.

La vendetta.

Il giradischi.

Pensò al fatto che Regulus Black lo avesse difeso. Ovviamente, non doveva essere nulla di personale, era semplicemente amico di Pandora.

Ma non avrebbe voluto cacciarsi nei guai.

E Padfoot, cazzo. Padfoot.

"Moony.." si sentì chiamare.

Riaprì gli occhi. James era in piedi, adesso, accanto al suo letto.

"Prongs."

"Stai bene?" continuò il ragazzo.

"S-sì" Remus riuscì a rispondere, sebbene a fatica. In quelle condizioni, sembrava essere difficile connettere la bocca e il cervello.

"Accompagnami a fare colazione. Voglio vedere com'è andata con Mocciosus."

"Oh. Sì, ora mi alzo." rispose Remus.

Certo. Non sarebbe stato semplice. Dopo aver sbadigliato largamente come se fosse un leone che ruggiva o un lupo nel pieno del suo ululato, cercò di stiracchiarsi, allungando prima di tutto le gambe, che erano ancora immerse nel coperte, e poi le braccia.

Guardò il letto di Peter, e... era vuoto.

"Wormy?" domandò a James.

"È in bagno."

"Oh."

Quanto tempo era passato da quando aveva richiuso un pochino gli occhi?

Uscire dal caldo piumone fu un'impresa. Era sempre un'impresa, in realtà.

Una volta pronti, mentre camminavano verso la Sala Grande, James domandò ancora a Remus come si sentisse.

"Un po' di mal di testa, ma sto bene."

"Bene." rispose James.

Peter annuì comprensivo.

Il ragazzo con gli occhiali continuò: "Scusa se ti abbiamo lasciato solo. Non pensavamo sarebbe stato -"

"Non è colpa vostra," sorrise Remus. "E poi, è andato tutto bene."

Dalla faccia, i suoi amici non sembrarono molto convinti.

LETTERE ANONIME ~ Sirius Black & Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora