30 - LA RESA DEI CONTI

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In men che non si dica, Remus e Sirius si ritrovavano immersi nel vortice della massa di studenti che usciva ed entrava nelle aule e che percorreva i corridoi e le scale.

Era strano: Sirius era più avanti, e Remus lo seguiva, grato che l'altro ragazzo non lo stesse guardando.

James e gli altri li avevano lasciati andare, anche se timorosi e con la puzza sotto il naso. Solo Marlene aveva sorriso quasi istericamente, quando li vide allontanarsi.

James, invece, aveva strizzato gli occhi, e Remus avrebbe voluto, in quel momento, rassicurarlo, dirgli, in qualche modo, che non era in pericolo, che era tutto molto diverso da quel che lui pensava.

Peter aveva guardato la reazione di James poiché, a quanto pareva, nemmeno lui poté credere ai suoi occhi.

Ad ogni modo, Sirius e Remus salirono le scale per essere al piano principale. Da lì, il passo di Sirius rallentò, e questo fu una scocciatura d'ansia per Remus.

In mezzo a tutto quel caos, per quanto Remus cercasse di evitarlo, gli sguardi dei due si intrecciavano di tanto in tanto.

Dopo tre volte che era successo e dopo tre volte che Remus aveva subito distolto lo sguardo, alla quarta volta che i loro occhi si incontrarono, Remus ingoiò di imbarazzo, e Sirius sfoderò un sorrisetto furbo carico di significato.
Sembrò come un "Ti ho visto, so che sono giorni che cerchi di evitarmi, ma non ti lascerò vincere così."

Vincere? Si stava parlando di una sfida? Vincere o perdere?

"Ho già perso." aveva pensato Remus.

Il sorrisetto di Sirius abbandonò rapidamente il suo viso, mentre Remus ringraziava il cielo e, allo stesso tempo, si malediceva per l'effetto che quel sorriso stesso gli avesse fatto. Si afferrò l'addome per un secondo, come a volergli dire di smettere.

Smettila. Non dovresti provarlo. Non dovresti proprio.

Sirius continuava a camminare qualche centimetro più avanti di Remus, mentre cercava di passare tra gli studenti senza andare a sbattere, mentre spianava all'altro ragazzo la strada.

Remus glie ne fu internamente grato.

Un silenzioso accordo fra loro si formava, e così, con un'espressione determinata, Sirius prese l'avambraccio di Remus, controllando a destra e a sinistra che nessuno rivolgesse loro attenzione, e conducendolo, infine, ai bagni del primo piano.

I loro passi erano rapidi ma incerti. Il cuore di Remus batteva all'unisono per paura di ciò che Sirius avrebbe potuto volergli dire. La tensione nell'aria di quel luogo così stretto era palpabile, tutto così pieno di emozioni contrastanti.

Come se lo spazio fosse troppo, Sirius condusse Remus all'interno di uno dei vari bagni, serrando la porta con un incantesimo.

Remus, in una situazione analoga, si sarebbe sentito messo alle strette, si sarebbe sentito soffocare. Tuttavia, adesso, tutto ciò che poteva sentire dentro di lui era fuoco.
Continuava a ripetersi che non doveva essere così.
Si sentiva travolto da un turbine di emozioni, il timore di rompere un equilibrio fragile lo tormentava.

Remus era poggiato con la schiena al muro, intento a occupare il minor spazio possibile, mentre Sirius, di fronte a lui, lo guardava attentamente.

Remus notò l'attaccatura di quelle labbra perfette alla pelle, e il fatto che fossero socchiuse. E tese. E poi i suoi occhi, che stavolta erano di un azzurro profondo.

Remus li ricordava diversi.

L'aria era tesa, tesissima. Remus non aveva idea di cosa quel ragazzo gli avrebbe detto ma, per qualche motivo, aveva sperato non parlasse.

LETTERE ANONIME ~ Sirius Black & Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora