19 - TRA DOLORE E PIACERE

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25 gennaio 1976

La luna piena sarebbe arrivata di lì a poco. Remus non si sentiva nel pieno delle sue forze, ed era anche molto fragile emotivamente.
Normalmente, avrebbe aspettato di sentirsi meglio per rispondere, ma forse proprio perché emotivamente instabile, lasciò decidere al suo stomaco.
Riguardo quella domanda, non poté che mentire.

Caro Padfoot,
sai, mi fido moltissimo di Silente. Hogwarts non sarebbe Hogwarts senza di lui. Ha fatto molto per me. Perché questa domanda?
Al momento non saprei dirti quale sia stato il mio dolore fisico più grande, non riesco a pensarci.
Padfoot, non voglio che tu abbia paura. Vorrei tanto portartela via. Ti fidi di me? Qui sei al sicuro.
Un abbraccio invisibile,
Moony

Quella luna piena fu una delle peggiori. Remus urlava e si dimenava, e si graffiava, e si aggrappava a tutto ciò che di stabile aveva attorno a lui. Non molto, in effetti.

26 gennaio 1976

Inutile dire che Remus si vergognò non appena si rese conto di ciò che aveva scritto. Questo avvenne dopo la luna piena, appena si risvegliò nel letto dell'infermeria.

Era ancora sempre convinto di ciò che aveva scritto, ma lo era un po' meno del fatto che glie lo avesse scritto, espresso.

Ormai era andata, però.

Qualsiasi parte del suo corpo era intoccabile, gli facevano male prevalentemente le ossa del bacino e delle cosce, questa volta, ma era ferito anche all'addome.

"Nulla di permanente" aveva detto Madama Chips. "Sta' tranquillo. Solo, cerca di non fare troppi sforzi, e guarirai in un batter d'occhio."

Madama Chips aveva un sorriso così gentile, sebbene il tono della sua voce fosse severo la maggior parte delle volte. All'inizio, ai primi post - trasformazione, Remus provava una profonda vergogna verso di lei, mentre poteva vederlo nudo, in tutta la sua fragilità, mentre gli medicava tutte le sue cicatrici.
Tuttavia, lei non gli aveva mai dato motivo di sentirsi a disagio, lo guardava con estrema dolcezza, lo aveva sempre guardato in quel modo, non lo aveva mai fatto sentire anormale. Remus sentiva di doverle molto.

Per fortuna, questa volta, niente tagli netti. L'infermiera gli diede in mano un bicchiere contenente il solito liquido bluastro che lo avrebbe fatto stare meglio. "Bevi piano." gli disse. "So che sei affamato, presto ti porterò la colazione."

Era sempre così gentile con lui.

"Ah, dimenticavo. Ti ha scritto qualcuno. Vado a prenderti la colazione, la lettera è sul comodino."

Remus sentì i suoi passi lasciare poco a poco la grande stanza.

Sbatté le palpebre, essendo appena sveglio, e sporse il braccio per prendere la lettera.

Ebbe paura, ricordando le sue ultime parole troppo invadenti. Ebbe davvero paura.

Si fece coraggio e l'aprì.

Caro Moony,
grazie per le tue parole.
Nonostante la lontananza, le ho sentite calde e vicine.
Vorrei davvero poterti abbracciare.
Tuo, Padfoot

Gli fece male la gabbia toracica appena lesse quelle parole. Dovette calmare il suo respiro. Dovette riuscire a controllarlo.

"Ancora quel dolore intercostale?"
Madama Chips era tornata, e aveva in mano un vassoio contenente toast, marmellate, creme e dell'acqua bollente in una tazza con diverse bustine di tè e tisane di fianco.

Remus annuì come un bambino.

"Respira. Piano. Respira."

28 gennaio 1976

LETTERE ANONIME ~ Sirius Black & Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora