32 - IL CANE

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Remus ebbe una lezione pomeridiana, quella di Astronomia. Mentre camminava con i suoi amici lungo i corridoi, Sirius Black era appena uscito da un'aula. Remus gli fece un mezzo sorriso e Sirius ricambiò con un occhiolino.

Una volta in stanza, Remus rispose al regalo di Padfoot.

Caro Padfoot,
grazie per il disco.
Naturalmente l'ho già ascoltato tutto, e l'ho amato.
Mi ci sono totalmente immerso. Melodie incantevoli, testi stupendi.
Marc Bolan ha una voce ipnotica, e i suoi riff... non mi vengono in mente parole per descriverli. Metal Guru e Telegram Sam catturano a pieno l'essenza della nostra epoca. Quella babbana, almeno.
Glam e poesia visionaria, altroché.
Tu l'hai ascoltato?
Moony

[...]

Una cosa importante da dire è che Remus odiava pensare che Sirius Black avesse assistito a uno dei suoi attacchi di panico. Era sempre stato qualcosa di privato, qualcosa che solo James, Peter e Madama Chips, in quella scuola, avevano visto. Le persone di cui più si fidava, e le uniche persone a conoscere il suo più grande segreto.

Ora si sentiva in imbarazzo quando pensava che quel ragazzo avesse assistito a ciò "senza il suo consenso". Non che avesse voluto che gli altri assistessero ai suoi momenti neri, ma di loro si fidava. Anche di Padfoot si fidava, in teoria, ma era diverso. Forse si fidava di Padfoot ma non di Sirius.

Certo, non era da molto che aveva scoperto che i due fossero la stessa persona, e non avrebbe mai voluto che lo fossero. Forse era vittima di un'idealizzazione, anche se si diceva ogni giorno di essere preparato a qualunque persona Padfoot fosse, ma di certo non era preparato al fatto che fosse Sirius Black.

Remus cercava di essere se stesso, cercava di rendere il tutto assolutamente normale. Ma non lo era. Era assolutamente strano.

Tuttavia, il fatto che Sirius fosse riuscito a gestire quel momento così bene l'aveva quasi fatto sentire sollevato, in quel momento. Al sicuro.

Sicuramente, Remus pensava, quello che provava per lui non era una cosa normale, ma stava andando ancora tutto bene.

Non riusciva ancora a parlarne a James e
Peter, né alle sue amiche, al di fuori di Marlene. Era arrivato, tuttavia, alla conclusione del dover raccontare almeno l'oggettivo.

E così, quando, quella sera, i suoi migliori amici lo raggiunsero in stanza, Remus si rimboccò le maniche.

"Ragazzi," iniziò. "Tutto bene?"

"Noi sì." James rispose. "Tu, piuttosto?"

"Io?" chiese Remus, mostrandosi subito sulla difensiva.

"Sì, beh..." mugugnò James.

"Sei un po' strano, amico." spiegò Peter. "Intendo... in questi giorni."

"È successo qualcosa?" domandò James.

"Io..." Remus provò a parlare, ma quasi non gli usciva la voce. Respirò lentamente. "L'ho scoperto, sapete."

Parlava senza neanche guardarli. Guardava verso il basso, seduto a gambe incrociate sul suo letto.

"Ho scoperto chi è Padfoot."

James e Peter lo guardarono, poi si scambiarono uno sguardo tra loro, poi tornarono a guardare Remus.

Non dissero niente, ma si aspettavano una risposta.

Remus sospirò ancora. Non riuscì a parlare, non riuscì a dire più niente. Non si stava trattando dei suoi sentimenti, questa volta, ma di una realtà oggettiva, per questo doveva essere una cosa semplice da dire. In teoria. Ma non lo era.

LETTERE ANONIME ~ Sirius Black & Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora