15 - VACANZE NATALIZIE

210 15 1
                                    

22 dicembre 1975

Caro Padfoot,
ammetto di non seguire affatto il Quidditch, non so darti alcun parere su nessuno.
Spero tu stia passando delle belle vacanze.
Moony

23 dicembre 1975

Caro Moony,
sto passando delle vacanze di merda, in realtà.
Qui a casa è sempre la solita storia. Mi parlano a malapena, e se mi parlano, è per convincermi a fare cose che non voglio fare.
Onestamente, mi sento più solo che a scuola.
Tu arriveresti al punto di uccidere, se fosse per qualcuno che ami?
Tuo, Padfoot

24 dicembre 1975

Caro Padfoot,
mi dispiace che le vacanze non stiano andando bene.
È una domanda strana, la tua. Non saprei risponderti senza un contesto. Ti direi di no, ti direi che non ucciderei a prescindere. Perché questa domanda? È per filosofeggiare o mi devo preoccupare?
Buona vigilia.
Moony

26 dicembre 1975

Caro Moony,
buon Natale passato.
Non sai che sollievo ricevere le tue lettere.
Mi sembra di stare in una casa di pazzi, e sono tutti pazzi, davvero, e certe volte mi scoppia la testa nonostante io cerchi costantemente di rimanere lucido. Insomma, se non rimanessi lucido, penso che mi ucciderei.
Stanno cercando di fare impazzire anche me.
Raccontami di te, ti prego. Come stai? Come passi le giornate? Dimmi qualcosa di carino.
Sempre tuo, Padfoot

27 dicembre 1975

Caro Padfoot,
buon Natale.
Se davvero le mie lettere ti confortano così tanto come dici, posso spedirtene cento.
Mi dispiace per la situazione, non ho idea di come sia. Non ucciderti, però.

Le mie vacanze non sono niente di che. Sono a casa, c'è mia madre (che cucina molto meglio degli elfi domestici, sai?). Mio padre non c'è spesso, lavora anche in questi giorni. Non che mi dispiaccia particolarmente, in realtà. La casa è molto più tranquilla quando ci siamo solo io e mia madre.

Lo so, non è molto carino, e tu volevi che ti dicessi qualcosa di carino.
Ho fatto da babysitter ai figli dei miei vicini ieri pomeriggio, sai? Abbiamo trascorso tutto il tempo a fare un pupazzo di neve gigante. Giuro che era il miglior pupazzo di neve mai visto, con una carota perfetta come naso, dei bottoni al posto degli occhi, e poi tappi di sughero che gli facevano effettivamente da bottoni (sembra un po' stupido, lo so).
Fatto sta che, alla sera, siamo entrati a casa a mangiare e, una volta usciti, quella magnifica testa di neve non c'era più. Qualcuno se l'è portata via. La mia magnifica testa, capisci?
Ammetto di esserci rimasto peggio di quanto ci fossero rimasti i bambini.
La crudeltà non ha davvero limiti.

A parte questo, qui è tutto molto tranquillo.
Ricorda che, se hai bisogno di parlare, puoi scrivermi di qualunque cosa. Ti ascolto.
Moony

28 dicembre 1975

Caro Moony,
è una storia davvero tragica. Come hai fatto a non dare di matto?
Anche io e mio fratello, da bambini, andavamo sempre a giocare al parco di fronte casa con la neve. Il Natale era una delle cose che aspettavamo con più ansia. Natale voleva dire neve, voleva dire regali, voleva dire che i nostri genitori chiudevano un occhio quando si trattava di non rispettare le regole.

Sappi che sarei ben felice se mi spedissi cento lettere al giorno, ma mia madre le scoprirebbe e farebbe un casino.

Dall'ultima volta che ho scritto, fortunatamente, non è successo nient'altro che valga la pena di essere temuto o raccontato. E non chiedo altro.
Mi sto concentrando sui miei studi.
A proposito, anche a voi il professor Vitious sta insegnando gli incantesimi di protezione massima?
Tuo, Padfoot

29 dicembre 1975

Caro Padfoot,
in realtà abbiamo dato di matto. Io e i bambini, ma soprattutto io. Non stavo scherzando quando ho detto che quella carota era fottutamente perfetta.
Ti è permesso di uscire? Magari potresti chiedere a tuo fratello se gli va di tornare ai vecchi tempi per un'ora o due.
Comunque, sì, Vitious lo sta facendo. Anche a voi ha fatto quello strano preambolo prima di iniziare? Cioè, so che siamo in guerra e so che non è una cosa da poco ma, non avendo mai visto nulla del genere da vicino, mi è sembrato strano, capisci? Tu cosa ne pensi? Secondo te c'è dell'altro?
Moony

Quella notte, Remus fece un nuovo sogno. O meglio, fece un sogno che aveva già fatto settimane prima. Sognò lo stesso corpo senza forma, lo stesso calore proveniente da esso, la stessa voce calda con cui aveva parlato, la stessa divisa nera e verde.

Sognò di entrarvi in contatto, di toccare quel corpo, di toccare i morbidi capelli, sognò di toccare quella pelle così soffice.

E sognò che quel corpo stesso si avvicinava a lui, lo toccava, lo accarezzava.

E Remus si svegliò improvvisamente sudato e umido, col cuore che gli batteva all'impazzata.

LETTERE ANONIME ~ Sirius Black & Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora