9 - I TORMENTI DI REMUS

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24 novembre 1975

Caro Moony,
mi dispiace che tu abbia passato un brutto periodo.
Non voglio costringerti a scrivermi, se non ne hai voglia. Mi scuso per averti disturbato con tutte quelle lettere.
Non aspetterò più una risposta.
Padfoot

Gli venne il mal di pancia dopo aver letto quelle parole. Come se qualcosa dentro di lui si fosse... svuotato.
Non aspetterò più una risposta. Non era quello che intendeva.

Remus sbuffò, accasciandosi sul letto con la lettera in mano.

La sua testa era terribilmente affollata. Piena.

Era stato settimane a pensare a quello che la voce di Padfoot gli aveva provocato, aveva passato quelle settimane a convincersi che non era niente, a sperarlo, per lo meno.

E poi, il giorno prima aveva sentito quell'orribile scossa. Quei brividi.

Aveva sperato fosse perché ci pensava troppo, magari aveva portato il suo cervello a credere di provare qualcosa del genere per un ragazzo, come in una profezia autoavverante.

Ma chi voleva prendere in giro?

Oltretutto, la scorsa notte, aveva fatto uno strano sogno. Assurdo.

C'era una presenza, non sapeva bene che tipo di presenza fosse. Era come... un corpo senza volto.

Nel sogno, Remus e la presenza si stringevano in un abbraccio affettuoso e platonico, come se fossero stati amici da sempre.

A un certo punto, si sentiva irrigidire, rabbrividire, congelare a quel tocco. Come se ne fosse completamente succube. Dipendente.

A un certo punto, la figura gli aveva detto: "Moony, è tutto okay?"

Aveva la voce di Padfoot.

Remus aveva detto di sì con la testa, e l'aveva stretto a sé più forte. Aveva cominciato ad accarezzargli la testa, i capelli, la divisa. Sì, perché indossava una divisa. Più precisamente, una divisa nera e verde.

E poi si era svegliato.

Dopo aver ricevuto l'ultima lettera, ci aveva pensato tutto il giorno.

I suoi pensieri erano andati a finire anche su alcune parole che Padfoot gli aveva detto l'ultima volta, negli stessi bagni della Sala Comune di Grifondoro.

"Perché sei così poco specifico?" si lamentò Remus.

"Anche tu preferiresti che non lo fossi." rispose Padfoot.

Era vero? Padfoot sapeva che Remus aveva paura di sapere chi lui fosse prima ancora di scoprirlo?

E soprattutto, se Remus fosse stato abbastanza coraggioso da volerlo sapere, Padfoot gli si sarebbe rivelato?

[...]

Il tutto proseguì come era proseguito fino a quel momento. Lily era dolce con tutti eccetto che con James, Peter si lamentava delle lezioni troppo avanzate, Marlene era più taciturna del solito e Mary era spesso assente. Quest'ultima passata molto tempo ultimamente con quel ragazzo.

Quando camminavano nei corridoi, non mancavano le occhiatacce da parte dei ragazzi Serpeverde del loro anno dirette principalmente a Remus e James.

"Parlantina affilata, Lupin."

Quelle parole sussurrate gli erano rimaste impresse. Ogni volta che ci ripensava, un brivido gli si sprigionava nel corpo.

"Almeno non dobbiamo più condividere l'aula con loro" aveva detto Peter.

Era vero. I Grifondoro avevano condiviso l'aula con i Serpeverde solo per i primi tre anni, nelle lezioni di Pozioni, Incantesimi e Trasfigurazione.
Adesso, invece, svolgevano le lezioni di Volo insieme ai Tassofrasso, e quelle di Erbologia e Trasfigurazione con i Corvonero. Ovviamente, per quanto riguardava le materie a scelta dal terzo anno in poi, in quel caso, le classi ospitavano studenti di tutte le case.
Remus era felice che le materie che lui aveva scelto, cioè Cura delle Creature Magiche e Rune Antiche, non venissero seguite da quegli stronzi maniaci fissati col sangue puro.

Questo gli diede modo di pensare a Padfoot e ai suoi genitori.

Per un attimo, aveva pensato che Padfoot potesse far parte di coloro che tanto odiava, che potesse essere un Serpeverde, ma aveva subito scartato l'idea. Padfoot non aveva quegli ideali e non era così. Tutt'altro. Sì, era sarcastico e poco modesto, ma in un modo infantile, divertente. Dolce. E un buon ascoltatore. E sapeva il francese.

25 novembre 1975

Caro Padfoot,
non intendevo farti arrivare a questo. Non preoccuparti, non ha niente a che fare con te. Sono solo stato a pensare e rimuginare su una serie di cose.
Come va la tua rabbia? È qualcosa che hai sentito in quel momento o è da tanto che è un problema? E soprattutto, perché dovresti nasconderla? Cioè, tutti ci arrabbiamo, certe volte, è normale. Forse, questo tuo costante cercare di nasconderla, potrebbe peggiorare le cose. È un po' come il pianto, no? Se lo trattieni dentro, inizierà a fare la muffa.
Moony
P.S. dimenticavo di dirti che sono abbastanza bravo in Storia della Magia. Se hai bisogno di una mano, sono qui.

LETTERE ANONIME ~ Sirius Black & Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora