42 - LA VERITÀ, pt. 1

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TW: contenuto sessuale

(io l'ho detto)

Sirius indossava degli abiti formali, eleganti, con tanto di camicia e, naturalmente, cravatta nera e verde.

"Sei pronto?" gli chiese Regulus.

Sirius non rispose, ma si voltò verso di lui e lo guardò. Suo fratello era vestito allo stesso modo, aveva solo delle scarpe meno comode ai piedi.

"Sirius..." disse Regulus, sospirando. "Non succederà. Non preoccuparti." La sua voce era flebile e cauta.

Sirius continuò a non parlare. Non avrebbe usato parole a meno che non fossero state strettamente necessarie.

I due uscirono dalla loro stanza, avanzando e scendendo le scale fino alla loro Sala Comune.

Il verde profondo della sala e le pareti scure stavano loro dando il benvenuto. I comodi divani e le poltrone dalle sfumature verde smeraldo ospitavano altri ragazzi, alcuni indossavano la divisa scolastica, altri erano più eleganti.

C'erano tutti, Sirius notò: Malfoy, sua cugina Narcissa, Crouch, Rosier, Mulciber, Avery, una studentessa del quinto e... Piton.

Inizialmente, Sirius credette di non aver visto bene, e sgranò gli occhi. Ma era proprio lui. Guardò suo fratello per un attimo incurvando le sopracciglia, come a voler chiedere "tu lo sapevi?".
Era la prima volta che Piton si presentava a uno di quegli incontri, e a Sirius quasi si fermò il cuore. Non riusciva a capire come qualcuno potesse desiderare farne parte di sua spontanea iniziativa. Certo, lo stesso ragionamento poteva essere applicato per tutti, lì in mezzo, tranne che per lui e suo fratello che, per ironia della sorte, erano coloro che avrebbero dovuto gestire il tutto, che avevano il gran rispetto di tutti (insieme a Narcissa). Ma Piton... era un mezzosangue. Perché avrebbe voluto farne parte?

Sirius cercò di scacciare il pensiero. Era diventata una regola: fuori i sentimenti, quando si trattava di quella roba.

Sirius e Regulus dovevano essere gli ultimi. Camminarono sul lungo tappeto, un lussuoso arazzo verde scuro con motivi intricati sull'argento, poi si accomodarono sulle poltrone che gli altri avevano riservato per loro.

Lui e Severus si scambiarono uno strano sguardo. Entrambi cercavano di decifrarsi a vicenda. Ma non c'era tempo: dovevano iniziare.

"Ci siamo tutti?" chiese Sirius.

"Sì." rispose Mulciber fieramente.

[...]

16 marzo 1976

Caro Moony,
vediamoci stasera alle dieci nei sotterranei.
Padfoot

Lo aveva deciso: Remus gli avrebbe parlato. Sarebbe stato difficile e avrebbe dovuto avere tutto il tatto possibile, ma l'avrebbe fatto. Ormai era come se tutto, qualsiasi cosa, qualsiasi elemento della sua vita lo tormentasse. Doveva chiederglielo, e gli avrebbe creduto.

Quella mattina, a colazione, erano tutti molto silenziosi. Mary era, più che altro, stanca, sembrava che presto si sarebbe addormentata con la testa poggiata sul tavolo come un ottantenne ubriaco, Lily era piuttosto pensierosa e guardava dritti davanti a sé, come pure James, che non faceva, come al solito, lo scemo con lei o con chiunque.

Remus provò a guardare nella stessa direzione in cui stava guardando Lily, e notò come la sua attenzione era rivolta allo stesso tavolo a cui solitamente era lui a rivolgerla, allo stesso tavolo con cui avevano più astio. Ricordò il discorso del pomeriggio prima. Lily stava fissando Piton.

James, invece, guardava lei, ma non come se la stesse realmente guardando.

"Prongs." Remus lo chiamò.

LETTERE ANONIME ~ Sirius Black & Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora