50. JESS BENNETT

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Quella mattina, in Sala Grande, c'era un vociare assordante. Tutti parlavano sottovoce di qualcosa che Remus non capiva, e i professori erano tutti assenti. Gli elfi domestici facevano avanti e indietro, e avevano il viso chino, non guardavano in faccia nessuno.
I fantasmi? Assenti, come i professori.

Era evidente fosse successo qualcosa. Remus raggiunse i suoi amici al tavolo, che bisbigliavano come tutti.

"Che succede?" domandò mentre si sedeva.

Il primo sguardo, triste, che il ragazzo incontrò fu quello di James. "Cosa..."

"Moony, forse..." ingoiò la saliva e diede un'occhiata a tutti gli altri, poi tornò a guardarlo. "Forse c'è stato un altro attacco."

"Dai mangiamorte?" chiese Remus tutto d'un fiato, forse un po' troppo ad alta voce, tanto da attirare l'attenzione di tutto il tavolo.

James annuì.

"Co- come?" Remus balbettò, a voce più bassa. "Perché? Chi è la vittima?"

"Jess Bennett" sussurrò Mary in risposta.

"Non lo conosco."

"È un nato babbano. Dei tassorosso." spiegò ancora la ragazza.

"Oh, cazzo."

Lo sguardo di Remus si andò quindi a posare sul tavolo dei Serpeverde, e vide quei volti inconsapevoli, forse fintamente, e poi vide Mulciber, che mangiava tranquillamente del pollo arrosto di prima mattina.

Il suo sguardo, infine, si andò a posare su Sirius, che invece era immobile e inespressivo, non toccava cibo.

Provò a fissarlo per un po', per catturare la sua attenzione, ma quel ragazzo guardava fisso nel vuoto. Chissà su che pianeta si trovava.

E Remus desiderò così tanto che in quel momento lui andasse da lui o, quantomeno, lo guardasse, o gli rivolgesse solo una micro espressione facciale. Voleva soltanto che gli dicesse che sarebbe andato tutto bene, anche se, probabilmente, non era così.

E avrebbe voluto fargli un mucchio di domande, tipo se avesse saputo qualcosa o se solo la immaginasse.

Mentre guardava, non gli occhi di Sirius, ma di Regulus, si incontrarono coi suoi.

Questa volta, Remus aspettò alcuni secondi prima di distogliere lo sguardo. Regulus lo stava guardando senza espressione e senza emozione, lo stava guardando il modo analitico, quasi come se Remus fosse stato una ricerca di Pozioni e lui la stesse leggendo con una rapida occhiata.

Remus sapeva di non essere simpatico a Regulus ma, per qualche motivo, non distolse subito lo sguardo, quella volta. E lo guardò di rimando, quasi a volerlo sfidare, quasi a volerli sfidare tutti a fargli del male, in realtà.

Che peggio di così non poteva andare.

Che sarebbe stata solo questione di tempo prima che sarebbe toccata a lui, e gli sarebbe piaciuto che, al quel punto, fosse accaduto il prima possibile, così da togliersi il pensiero.

Perché viveva l'ansia, il terrore, ogni qual volta camminava da solo in un corridoio.

E li stava quasi metaforicamente supplicando di farlo, per uscire da quello stato mentale.

Ma Regulus non faceva davvero del male a qualcuno. Regulus era stato lo stesso che lo aveva difeso e aiutato a riprendersi, una volta. Regulus era... dalla parte dei buoni. No?

Gli occhi di Remus si spostarono così di nuovo sui suoi amici, seduti lì accanto a lui.

James soprattutto aveva notato come aveva guardato verso i Serpeverde fino a quel momento, e gli aveva messo una mano sulla spalla.

LETTERE ANONIME ~ Sirius Black & Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora