36 - LA TORRE

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Caro Padfoot,
spero tu stia bene.
Mi dispiace di non avertene mai potuto parlare, e mi dispiace che tu mi abbia visto in quelle condizioni. Mi dispiace che abbia visto il peggio di me. A parte tutto, avrei potuto realmente farti del male. Non so come tu abbia potuto scegliere di rischiare.
Ma grazie per esserci stato.
Se vuoi, possiamo parlarne, anche se in questi giorni sono pieno di cose da fare fino al midollo.
Moony

Caro Moony,
non scherzare. E poi sono uno che rischia.
Non ho mai conosciuto nessuno come te, e non credo sia il tuo lato peggiore. Potrebbe addirittura essere per te motivo di vanto.
Se dovesse andarti di infrangere le regole, ti aspetto dopo cena alla Torre di Astronomia.
Saresti più il tipo che rifiuta questo genere di inviti, ma spero tu ne abbia voglia.
Tuo, Padfoot

Remus non era mai stato il tipo da non rispettare le regole. Era sempre stato del parere "Le regole, se rispettate, danno modo a ognuno di noi di fidarci dell'altro".

Era eccitato, tuttavia, per quello che ovviamente stava per fare. Perché se si trattava di Sirius, Remus era un po' meno Remus.

Quella mattina, si incrociarono tra una lezione di Incantesimi e una di Storia della Magia, si scambiarono un'occhiata, ma niente di più. Nessuno sorrise a nessuno. Sirius camminava con Barty Crouch ed Evan Rosier, mentre Remus si trovava con James e Peter. Gli ultimi due fissarono Sirius per qualche secondo in più del necessario, e i ragazzi se ne accorsero. Remus dovette dare una leggera gomitata a James per farli smettere. Chissà cosa avrebbe pensato Sirius.

James e Peter, però, non sapevano dell'ultima notte di luna piena. Remus avrebbe voluto parlargliene, ma un patto era un patto, e non sarebbe stato lui a infrangerlo.

I due gruppi si allontanarono abbastanza presto. Fortunatamente non ci fu molto tempo per analizzare e metabolizzare la cosa. Poteva esser parso in un modo, ma nessuno poteva averne la certezza. Era durato troppo poco.

Tuttavia, Regulus aveva lanciato un'occhiataccia al fratello maggiore.
"C'est tellement bizarre."

(È così strano.)

Sirius aveva strizzato gli occhi, come se non avesse avuto idea di quale fosse il punto.

"Tu n’as pas vu comment ces traîtres à leur sang t’ont regardé?" continuò, allora, il più piccolo.

(Non hai visto come quei traditori di sangue ti hanno guardato?)

Sirius lo guardò con lo stesso sguardo.
"Ne pas allumer de mèches difficiles à éteindre, Reg. Laisse courir."

(Non accendere micce difficili da spegnere, Reg. Lascia correre.)

Evan e Barty avanzavano normalmente, mentre a mezzo metro avanti a loro si trovavano i fratelli Black, che si muovevano un tantino più in fretta.

"Cosa state dicendo voi due?" domandò Evan, mentre Regulus stava fulminando Sirius con gli occhi.

"Affari di famiglia." rispose Regulus.

"Oh, a proposito." Barty si intromise nel discorso con un tono di voce sorprendentemente basso.
"Riguardo alla faccenda del Signore Oscuro, alla fine? Vi hanno fatto sapere qualcosa?"

"Non ancora." Regulus rispose impassibile, rapidamente, dopodiché, come se non glie ne importasse nulla, continuò a cercare di parlare con suo fratello.

"Pourquoi tu les défends?"

(Perché li difendi?)

"Défendre? Je ne défends personne. Arrête de sauter aux conclusions."

LETTERE ANONIME ~ Sirius Black & Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora