20 - CARNEVALE, pt. 1

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Così accadde.

James era felice di essere riuscito a trascinare Remus alla festa, inconsapevole che il reale motivo per il quale il suo amico aveva accettato avesse un nome e un cognome.

Era una festa in maschera, quella del 12 febbraio.
Remus aveva davvero pensato di impersonificare Starman, gli sarebbe piaciuto diventare tutto ciò che diceva di essere, in tutto il suo splendore e nella sua magnificenza, ma aveva ancora un'innata paura di farsi riconoscere da Padfoot.

In realtà, ci aveva pensato molto, arrivando alla conclusione che non era ancora il momento. Le sue cicatrici erano il suo impedimento più grande, ciò per cui si sentiva giudicato più di tutto. Oramai lui era abituato al fatto che fossero diventate parte di lui, ma sapeva che, quando qualcuno lo guardava per la prima volta, quelle erano ciò che più attiravano l'attenzione.

Non aveva dimenticato, infatti, il modo in cui Sirius Black l'aveva guardato qualche settimana prima, lo fissava in malo modo, e Remus si era voltato subito, convinto che fosse per la sua faccia.

Dentro di lui, neanche sepolta troppo in profondità, si nascondeva la grande paura del giudizio da parte di quella persona che era, ormai, casualmente, divenuta così importante.

Se Padfoot avesse trovato brutti i suoi segni?

Con un po' di batticuore che avrebbe voluto controllare, se non sopprimere completamente, entrò nella Sala.

Le pareti della Sala Grande erano adornate con drappi colorati e luminarie. Queste ultime erano presenti, intricate e intrecciate, anche in aria, che fluttuavano nel soffitto, creando un cielo stellato all'interno.
Le luci si muovevano in modo sincronizzato con la musica; gli specchi sulle pareti moltiplicavano visivamente l'ampiezza dello spazio, mentre riflettevano le grida e l'entusiasmo degli studenti.

"Remus!" si sentì chiamare non appena varcò l'ingresso della Sala.

Una ragazza dai capelli rossi e lunghi gli andò incontro di corsa, mentre era ancora sotto braccio con Mary.

"Forza, Remus, vieni a ballare!" la ragazza disse, prendendolo per il braccio e trascinandolo al centro della Sala, prima ancora che rispondesse di sì.

Lily indossava un lungo abito bianco e dorato, pieno di pizzi e merletti con una gonna voluminosa, e Remus pensò che quell'abito poteva facilmente intonarsi a quello dai colori nero e oro che indossava James.

Remus fece una smorfia di dolore. La ragazza lo aveva per sbaglio spinto in un punto che gli faceva ancora male dalla trasformazione, sul fianco destro.

"Ahia, Lily, fa' piano!" la rimproverò.

"Chi è Lily?" chiese, giocosa. "Stasera sono Colombina."

Ma certo, pensò Remus. Colombina. Nessuno conosceva le maschere italiane meglio di lei.

Mary, invece, indossava una semplice maschera veneziana rossa e un abito aderente e accollato dello stesso dolore, che le arrivava alle caviglie.

La stanza era piena di colori e di musica da festa. Il preside doveva aver incantato dei violini e un pianoforte che stavano suonando da soli, e il professor Flitch era lì vicino, che guardava gli strumenti impressionato.

Ancora trascinato dalle due ragazze che poi lo fecero piroettare, Remus si scambiò uno sguardo con Peter, seduto in un angolo che li guardava. Sembrava assonnato. Sbadigliava.

Remus gli mimò un Salvami, anche se non fece in tempo a finire la parola che Mary e Lily lo avevano già fatto girare di nuovo.

Mentre girava incontrollato e senza equilibrio né grazia, notò Marlene e Dorcas Meadow che ballavano divertite.
Il momento durò un secondo.

LETTERE ANONIME ~ Sirius Black & Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora