18 - MARLENE

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Mai Remus avrebbe perso l'orgoglio in quel modo, mai si sarebbe abbassato come un disperato ad accettare delle briciole da qualcuno. Era una cosa che aveva sempre pensato. Non lo avrebbe mai fatto.

Quella volta, però, il cuore gli batteva a mille, e non seppe che altro fare se non scrivere immediatamente la lettera e mandarla all'amico di penna che, finalmente, aveva deciso di rifarsi vivo dopo circa un mese.

Aveva anche pensato che forse sarebbe stato meglio consegnarla al gufo qualche giorno dopo, ma a che scopo? Gli amici non attuano certe strategie.

Aveva il cuore in gola quando gli rispose.


23 gennaio 1976

Caro Padfoot,
cosa è successo? Se posso aiutarti in qualche modo, anche solo parlando, ci terrei affinché me lo dicessi.
Sai, anche per me Hogwarts è sempre stata una casa, spesso più della mia vera casa. E davvero, non sopporto che stia diventando tutto così strano.
Sta' tranquillo, però. Mi fido di Silente. Qui siamo al sicuro.
In ogni caso, io ti mando un abbraccio virtuale. Conta su di me ogni volta che vuoi.
Moony

24 gennaio 1976

Caro Moony,
davvero ti fidi di Silente?
Spero tanto che quello che dici sia vero. Certe volte, sai, fa davvero tanto male. Non amo parlare delle situazioni in cui mi trovo, ma fa male, cazzo. È strano se lo dico? Quella volta mi hai detto che dovevo riconoscere il mio dolore, senza vergogna. Ma fin quando posso essere disposto a farlo? Fin quando va bene? Qual è la fine? Qual è il fondo? Perché è tutto così buio. Come fai a capire quando tocchi il fondo? Esiste davvero un fondo?
Qual è stato il dolore fisico più grande che tu abbia mai provato?
Ho paura, Moony. Non so se ho mai avuto così tanta paura come in questo momento.
Sempre tuo, Padfoot

Remus lesse la lettera, e quasi riuscì a percepire in piccolo quelle sensazioni, come per simpatia.

Qual è stato il dolore fisico più grande che tu abbia mai provato?

Subito i flashback delle trasformazioni iniziarono a rinvenire. Ovviamente, non poteva dirglielo. Nessuno doveva sapere che un lupo mannaro si nascondeva nella scuola.

Mise la lettera nel cassetto e scese in Sala Grande per fare colazione.

Si sentiva spesso osservato durante quei giorni, un ragazzo ricco e dall'aria sufficiente continuava a fissarlo, e sorrideva, e questo lo metteva a disagio. Però era lo stesso Remus che spesso lo guardava. Li guardava tutti, in realtà, ma il suo sguardo andava a finire, in un modo o nell'altro, sempre su di lui.

Non terminò lì.

Remus, James, Peter, Mary, Lily e Marlene si stavano dirigendo verso l'aula di Astronomia, quando uno sguardo indiscreto sembrò quasi seguirli da lontano. Sirius Black, allora in compagnia di suo fratello, Lucy Rever e Pandora Lestrange, li stava fissando. Lo stava fissando.

Remus, abbastanza in preda al panico, optò inizialmente per non considerare al massimo la cosa, o almeno, per mostrare di non considerarla, ma questo divenne difficile quando Pandora raggiunse Lily con una piccola corsetta eccitata, e i fratelli Black erano qualche metro dietro di lei.

"Astronomia?" aveva chiesto loro Lucy.

"Già, voi?" chiese di rimando la rossa.

"Incantesimi. Stiamo andando. Sai, il professor Vitious ci sta facendo esercitare su alcuni incantesimi di protezione che non sono neanche nel programma..."

Sirius Black continuava a guardarlo, a osservarlo. Non sembrava uno psicopatico, solo una persona molto sicura di sé.

Ma Remus stava iniziando a sudare freddo.

LETTERE ANONIME ~ Sirius Black & Remus LupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora