she's a mess🦋chapter 3🦋

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Oggi è il grande giorno, siamo tutti in divisa: pettinati e profumati, come se dovessimo incontrare la first Lady, o il Papa. Invece dobbiamo solo dare il benvenuto ad un gruppo di ragazzini.

È snervante sì, ma guardando il lato positivo avremo meno mansioni da svolgere dovendo badare a loro, quindi non è poi così male, giusto?

"Buongiorno ragazzi e ragazze". Il comandante fa entrare gli studenti dall'entrata principale della nostra Aviazione, ed io posso vedere ogni volto candidamente.

Acne, apparecchi ai denti, fermagli imbarazzanti e per finire...Lei.

Capelli biondi, d'un biondo chiaro e naturale a giudicare dalle sue sopracciglia e dalla sua sottile lanugine ramata sul viso.

Occhi azzurri come azzurro è il cielo che attraverso coi nostri aerei ogni giorno, labbra soffici, gote arrossate e corpo timido e affusolato.

Così bella che potrei morire.

E temo di non essere il solo ad averlo pensato.

Hanno tutti la divisa della loro scuola, rimasta in parte tradizionalista.

Camicia bianca, a maniche corte essendo il tempo ormai prossimo all'estate, gonna nera lunga sino a qualche centimetro sopra al ginocchio, calze bianche e lunghe al punto da non vedere il sottile bordo stretto sulla coscia, scarpe nere ed opache, e stemma della scuola cucito sul lato destro della camicia.

La ragazza che mi ha folgorato però, come anche altre fra le sue coetanee, ha le calze arrotolate sulla caviglia che mostrano una gamba felina, coperta di tenera e corta peluria bionda, scarpe sporche di bianco probabilmente dall'aver sollevato polvere sul ciglio dell'entrata, primo bottone della camicia sbottonato quasi come per sfidare le regole rigide della sua scuola, e sorriso irrimediabilmente sgargiante.

Si guardano attorno stupiti vedendo gli aerei in mostra, e la ragazza che ho notato, poggia una mano sul grande caccia da esposizione guardandolo estasiata.

Ricordo quell'entusiasmo vedendo il primo caccia da vicino, fu una sensazione indimenticabile, fu il momento in cui capii che volevo fare questo nella vita: il pilota.

Una delle sue amiche, mi guarda ridacchiando per poi dare una gomitata sul braccio alla splendida fanciulla che sto guardando stando fermo in piedi accanto agli altri tenenti.

Ecco, iniziano i mormorii insopportabili fra ragazzine che vedono un uomo affascinato dalla bellezza di una ragazza e non perdono occasione di andare a cantarla alla diretta interessata facendo fare la figura dell'idiota al povero innamorato.

La biondina solleva gli occhi verso di me confermando che le ha riferito quanto stesse accadendo, ma con mia grande sorpresa, la giovane donna ridacchia e conclude sorridendomi.

Ricambio, e prima che possa aver realizzato di aver ottenuto la sua attenzione, si avvicina con la sua amica infischiandosene anche dei tenenti accanto a me.

"Comunque mi chiamo Angel". Esordisce sorridente, con il viso che quasi le và a fuoco avendo realizzato solo all'ultimo momento d'avermi davvero rivolto la parola davanti a tutti.

"Piacere mio Angel, io sono Ryan". Le dico, sollevando il dorso della sua mano, facendole credere che le avrei dato un bacio romantico di presentazione.

Invece, tutto quello che faccio in realtà è baciare il mio stesso dito, per pura voglia di scherzare un po' con lei e vedere la sua reazione.

A quel gesto, ride sotto gli occhi divertiti di tutti i miei colleghi e mi dà un piccolo spintone sul braccio.

La confidenza non è certamente un suo limite a quanto sembra.

"Su ragazzi, andiamo, dobbiamo fare il giro dell'intera Aviazione!" Il prof li richiama all'ordine con lui.

"Tanto saremo noi a farvi fare il giro, ne avrai ancora per molto con me, signorina". Aggiungo guardando Angel, che ridacchia facendo una smorfia che si sforza di apparire uno sbuffo, ma appare più come una risata divertita.

Fa spallucce, e corre saltando qua e là tenendo per mano la sua amica.

Mi sono appena sentito vivo.


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