no escape from reality🦋chapter 18🦋

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_Maverick_

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_Maverick_

Angel's Pov.

Mi risveglio in un letto di ospedale, e mi guardo intorno notando che sono attaccata ad un respiratore, e che ho una flebo attaccata di cui non conosco il contenuto.

"Piccola!" Esclama Maverick entrando nella mia stanza con gli occhi pieni di commozione.

Gli sorrido, anche se debolmente, e si accinge a me per abbracciarmi.

"Cassidy é tornata al dormitorio, non le hanno permesso di stare qui perché permettono solo a una persona di rimanere, ma avrebbe tanto voluto esserci e ci teneva a fartelo sapere". Dice, sedendosi accanto a me.

"Cosa é successo Angel?" Domanda guardandomi serio.

"Chi ti ha fatto questo?" Aggiunge, toccandomi le braccia e la fronte.

L'infermiera entra nella mia stanza con i referenti tra le mani ed una brutta espressione sul volto.

"Ragazzi". Dice, sviando le domande di Mav che si volta ad ascoltarla.

"Ci sono i risultati delle analisi che le abbiamo fatto, viste le sue condizioni abbiamo ritenuto opportuno farle anche delle visite interne". Dice avvicinandosi a me.

"Interne?" Domanda Mav.

"Ginecologiche". Aggiunge l'infermiera.

"Dalle condizioni riscontrate nelle pareti interne e dalle analisi, la ragazza sembrerebbe aver subíto violenza". Dice, lasciando Maverick senza parole.

Si volta lentamente verso di me stringendo il lenzuolo del mio letto cercando di controllarsi.

"Voglio il nome". Dice scandendo le parole.

"Mav-"lo interrompo cercando di farlo calmare:" Il nome!" Esclama nuovamente.

Deglutisco.

Non posso dirgli che é stato lui, non posso, o mi farà del male.

"Non l'ho visto in faccia". Dico, mentendo spudoratamente, e mi guarda serio negli occhi.

"Non ci credo Angel". Ribatte con gli occhi ormai totalmente iniettati di sangue.

"Credi quello che vuoi ma non l'ho visto!" Urlo scoppiando a piangere.

Sospira profondamente abbassando lo sguardo.

"Non so cosa ti abbia detto per farti stare zitta, ma prima o poi saprò chi é stato e quello sarà il giorno peggiore della sua vita". Dice schiarendosi la voce: -" voglio solo aiutarti". Continua.

"E proteggerti, perché quello che ti é successo mi sembra un incubo e mi sento un incapace a non essere stato in grado di metterti al sicuro". Dice, cercando di contenere le lacrime.

"Voglio tornare a casa Mav". Dico.

Sì, voglio tornare a casa mia.

Da mia madre, mio padre, e i miei fratelli.

Non voglio più stare qui, ho bisogno della mia stanza, della mia famiglia, della mia casa e del mio ambiente.

"Voglio chiamare mia madre". Dico a Mav, che mi scruta corrugando verso l'alto le sopracciglia rattristandosi.

Deglutisce rumorosamente e sospira.

"Se questo ti farà stare meglio, non posso dire nulla a riguardo. Voglio solo che tu stia bene". Dice, il suo tono di voce però é molto basso.

Mi sollevo dal letto lentamente, e raggiungo il corridoio per telefonare a casa dalla cornetta dell'ospedale.

Conosco a memoria il numero di mia madre, e lo compongo velocemente per sentirla.

"Pronto?" Domanda dall'altro capo del telefono mia madre.

"Mamma, sono io, Angel". Dico, sentendomi già più rincuorata al solo sentire la sua voce.

"Oh tesoro, Angel! Come stai? Come sta andando l'esercitazione?" Domanda felice di sentirmi, ignara di quello che mi é capitato.

"Mamma...". Dico lentamente stringendo il filo del telefono.

"Angel?" Domanda immediatamente preoccupata dal mio tono di voce.

"Mamma sono in ospedale, voglio tornare a casa". Dico tutto d'un fiato, e la sento tirare un grosso respiro quasi come fosse un urlo.

"Cosa?! In ospedale?!" Domanda terribilmente preoccupata.

"Ora sto bene ma voglio tornare a casa!" Le dico cercando di rassicurarla pur dovendole mentire.

In realtà non sto bene affatto.

"Va bene, non vuoi dirmi cosa ti é successo. Manderò tuo padre a prenderti entro stasera alle dieci davanti all'Aviazione, quando sarai qui potremmo parlare meglio dell'accaduto e potrò prendermi cura di te". Dice cercando di trattenere l'agitazione.

Sospiro, stavolta però di sollievo.

"Grazie mamma". Le dico, sorridendo appena.

"Ti amo, mia piccola Angy". Dice, facendomi sentire all'improvviso davvero meglio.

Ma l'allegria dura poco, perché ricordo che partire significa anche salutare il mio Maverick.

Cassidy é di Ely come me, quando finirà i suoi studi ci rivedremo, ma lui?

Torno da Mav camminando lentamente, e lo trovo seduto accanto al mio letto con la testa bassa.

"Mav". Solleva la testa sentendo il suo nome.

Sospiro.

"Parto stasera alle dieci, torno ad Ely". Gli dico, ed i suoi occhi si inumidiscono velocemente.

"No Mav, non fare così, ti prego-" mi avvicino al ragazzo stringendo le sue spalle al mio ventre, mentre mi accorgo che le sue lacrime bagnano la mia veste ospedaliera.

E così, cominciamo a piangere, insieme.

Piangere perché ci siamo appena trovati, e dobbiamo già separarci.

Piangere perché tra noi c'è qualcosa di molto forte.

Piangere perché ci manchiamo già.





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