we are family🦋chapter 19🦋

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_Papà di Angel, Jared Boyle_

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_Papà di Angel, Jared Boyle_

Angel's Pov.
Sono ormai le dieci di sera, più precisamente le dieci e un quarto.

Mio padre tende sempre a fare ritardo, l'essere sbadata e ritardataria sono cose che ho preso da lui.

"Mi mancherai da morire cristo santo". Cassidy mi stringe a sé con le lacrime agli occhi.

In lontananza, nel gruppo di persone attorno a me scorgo il motivo di tutti i miei mali.

Rooster.

Mi guarda fisso, con i suoi occhiali da sole dai quali, grazie alle lenti scure, é sempre difficile vedere che aspetto abbia in quel momento.

Cosa li passi per la testa.

Fatto sta che non posso dire nulla a nessuno, e dal modo in cui mi fissa sono certa che mi ucciderà davvero se ci provo.

"Piccola mia". Maverick mi stringe a sé poggiando il mento sulla mia testa.

"Verrò a trovarti ad Ely, promesso". Mi dice, prendendo il mio viso tra le mani e schioccandovi un bacio sulle labbra.

"Heylà voi". Sento la voce di mio padre rimbombare per tutta l'Aviazione, ed a quanto pare ha visto tutta la scena.

Dannazione.

"Tu chi sei?" Viene verso di noi voltandosi verso Maverick con fare superiore.

"Ryan James, detto Maverick, sono il ragazzo di sua figlia". Dice, lasciando che la mia mascella cadesse verso il basso spalcando sbalordita la mia bocca.

Come ha potuto dire questo davanti a mio padre?!

"Oh bene, io sono suo padre, occhio a te Maverick". Gli dice, strizzando l'occhiolino nel modo in cui lo strizzi per fare capire a qualcuno che se sbaglia con te, é fottuto.

Oh santo dio sto per esplodere.

"Meglio se andiamo pà, si é fatto tardi". Gli dico, sentendo una certa tensione, trascinandolo dal braccio verso l'uscita mentre prende le mie borse nell'altra mano per evitare che scoppi un putiferio.

"Ci sentiamo". Mormoro a Mav e Cassy che annuiscono dietro di noi con gli occhi lucidi.

Se mio padre sapesse quello che mi é successo, impiegherebbe ogni secondo della sua vita per trovare il colpevole e vivisezionarlo con le proprie mani.

Perciò, prima che altre informazioni trapelino, é meglio levare le tende.

"E così quello é il tuo ragazzo?" Domanda una volta in macchina.

"Sì papà". Gli rispondo, agganciando la cintura.

"Spero che sappia aspettare i tuoi tempi". Dice mettendo in moto.

Se solo sapesse, ah!

"Ma certo papà". Rispondo affondando nel sedile.

"Dormi pure piccola, quando saremo arrivati ti sveglierò". Dice, guardandomi per un momento come quando mi guardava da piccola.

Con gli occhi così strabordanti d'amore e tenerezza da non riuscire a tenere lo sguardo.

Gli sorrido, e poggiando la testa indietro mi addormento profondamente nelle mani sicure di papà, che ci porta a casa, dalla nostra famiglia.

(...)

"Tesoro, svegliati". Sento la voce di mio padre sussurrarmi di svegliarmi scuotendo lievemente la mia spalla.

"Mmh". Mormoro stiracchiandomi sul sedile.

Apro gli occhi lentamente vedendo che i miei fratelli, mia madre, e il nostro labrador Saetta, sono tutti fuori di casa che ci aspettano nonostante la tarda ora.

Sorrido verso mio padre che mi guarda teneramente e poi mi getto fuori dall'auto correndo ad abbracciare la mia famiglia.

Sorrido verso mio padre che mi guarda teneramente e poi mi getto fuori dall'auto correndo ad abbracciare la mia famiglia

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_i fratelli di Angel, gemelli eterozigoti Neil e Todd Boyle_

_Madre dei tre figli, e moglie di Jared, padre di Angel, Neil e Todd, la signora Caterine Boyle_

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_Madre dei tre figli, e moglie di Jared, padre di Angel, Neil e Todd, la signora Caterine Boyle_

"Fatti abbracciare piccoletta!" Mia madre urla impazzendo dalla gioia di vedermi, ed i miei fratelli si gettano su noi due schiacciandoci in un caloroso abbraccio.

"Cosa é successo tesoro?" Mia madre domanda facendo riferimento a quello che le ho detto, riguardo l'ospedale.

"Si é vero, hai detto che eri in ospedale". Aggiunge Neil poggiando le mani sulle mie spalle.

Nel frattempo, nostro padre si avvicina a noi.

"Su, entriamo in casa, prepariamo una tisana a tutti". Dice mio padre interrompendo ignaro la conversazione.

"Va bene, così ci racconterai tutto davanti ad un the". Aggiunge mia madre guidandoci in casa.

Todd e Neil si accostano a me mentre i nostri genitori stanno salendo le scale del porticato.

"Che roba é?" Dice Todd afferrando delicatamente il mio braccio facendo notare a me e Neil i miei graffi.

Cerco di togliergli il mio braccio dalla mano, ma a quel punto Neil mi guarda interrogativo.

Poi, solleva la mia frangia notando l'accenno di un livido, e quando sposta i miei capelli nota che é un ematoma gigantesco.

"Cristo santo Angel". Dice Todd, e Neil mi scruta preoccupato.

"Fate finta di non aver visto nulla davanti a mamma e papà". Dico rimettendo velocemente la mia frangetta sul livido.

Mi guardano in silenzio scuotendo la testa.

"Ci devi raccontare cosa é successo". Esordisce Neil, innervosito.

"Lo farò, ma adesso finitela o se ne accorgeranno". Rispondo a tono. "Neil dammi la tua felpa, la metto addosso prima che se ne accorgano.

Neil sfila la sua felpa, e la porge fra le mie mani.

"Sappi che chiunque sia stato é un uomo morto". Aggiunge." E adesso andiamo". Dice, conducendoci in casa nel nostro soggiorno.

E adesso,
cosa racconterò?

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