Capitolo 11

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Althea

Farfalle.

Le farfalle hanno un istinto di sopravvivenza molto sviluppato, nonostante per la maggior parte di loro il tempo di vita si riduca ad una manciata di ore.

Le loro ali, che mi affascinavano tanto da bambina, sono così variopinte per due motivi.

Il primo è per comunicare con le altre farfalle, indicando il sesso.

Il secondo è per nascondersi dai possibili predatori. Quei colori servono per farle mimetizzare al meglio in natura e quindi sfuggire da attacchi esterni.

Per le incantamenti il processo è molto simile, le ombre ci proteggono da possibili attacchi esterni.

Quando ci hanno create hanno pensato che così non saremmo state viste, in realtà le ombre sono proprio il motivo per cui ci vedono e riconoscono.

<<Sei migliorata.>> dice Caleb, mentre evoco la luce.

Ho ripreso gli allenamenti, oggi è l'ultimo giorno prima di incontrare Nehet, e posso dire di sentire le farfalle nello stomaco.

Più che farfalle, che fondamentalmente sono animali aggraziati, eleganti e ben bilanciati, mi sembra di avere dei calabroni nello stomaco.

Calabroni che sbattono continuamente contro le pareti di quel organo e cercano faticosamente una via di uscita, senza successo.

<<Dici? Sono sempre minuscole scintille.>> commento io. Sono autocritica? Da morire.

<<Sono sicuro che basteranno. Ti ricordo che fino a quattro giorni fa creavi solo delle sfere di oscurità.>> ha ragione. Ha dannatamente, schifosamente ragione.

Quindi, perché non riesco a sentirmi soddisfatta dei miei progressi?

Perché devo sempre trovare il lato negativo in ogni cosa che faccio?

Sospiro, mentre mi rimetto in piedi. I ciuffi d'erba verde del prato schiacciati sotto al mio peso.

<<Okay...cercherò di non pensarci troppo...è che mi sento la responsabilità della missione addosso.>> lui annuisce, mentre slega i capelli mori dal codino.

<<Sono sicuro che ci riuscirai, non preoccuparti...Nehet, per quanto non mi sia simpatico, è una persona dotata di profonda intelligenza ed emotività. Quindi non temere.>>

<<Va bene, mi fido di lei generale.>> lui sorride, mostrando le sue perle bianche, le labbra sottili sono tirate in un sorriso sincero.

<<Generale.- ci chiama Dan -Siamo pronti a ripartire se avete finito.>> annuiamo in sincrono.

<<Due minuti e ci mettiamo in marcia, dì a Clark che ci fermeremo al bosco di Sao, da lì mancano due chilometri alla torre.>> Dan manda assenso immediatamente e si dilegua a passo lungo ma felpato.

<<Perché il bosco di Sao?- gli chiedo -Li non ci sono radure per fermarsi.>>

<<No...ma ci aspetta una nostra vecchia conoscenza...dentro al bosco di Sao abita Sil.- schiudo le labbra. -Mi ha contattato ieri, tramite legame mentale e mi ha detto di aver bisogno di noi.>>

<<Non ha aggiunto altro?>> Caleb scuote il capo, facendo ondeggiare i ricciolini.

<<Purtroppo no, ricordati che per qualunque cosa ti chiederà di fare avrai la possibilità di scegliere.>>

<<Lo terrò a mente, andiamo allora...e grazie per ieri sera.>> lui sorride compiaciuto.

<<Quale parte?- arrossisco violentemente e ringrazio di aver riaperto il legame solo con lui. -Sei stata esaustiva.>>

La guardia del re - 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora