Capitolo 18

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Caleb

Memorizzare.

Una volta in camera, rimango in attesa che torni Althea dalla sua gita di sbollimento, chiamo così i momenti in cui si allontana da tutti per far evaporare la sua rabbia.

Ho provato diverse volte a starle vicino in queste occasioni, ma ci sono attimi, tipo questo, dove è meglio lasciarla da sola per finire di elaborare.

Non ho ancora aperto la mappa, quindi non so effettivamente cosa devo aspettarmi, quali sfide dovremmo affrontare e sinceramente inizio ad aver paura di quello che potrebbe esserci scritto.

Ho preso la pergamena ripiegata dalla giacca, è ruvida, invecchiata e sui margini è leggermente strappata. Devo dire che, per gli anni che ha si è mantenuta anche troppo bene.

La lascio sul tavolino da caffè, e mi avvicino al fuoco acceso nella nostra stanza.

Ho bisogno di calore.

Un tepore diverso da quello del fuoco, avrei bisogno di contatto fisico, di un abbraccio, una carezza. Tutte necessità che prima del legame non sentivo.

Sotto alcuni aspetti il legame mi ha reso più debole, più emotivo, più empatico, ma sono riuscito a costruire un gruppo forte e compatto grazie, soprattutto, al legame che ho aperto con Althea.

Mi siedo sul letto, anche il nostro sfondato, ma con delle coperte più morbide rispetto a quello di Clark.

La porta di legno si apre lentamente e vedo la figura minuta di Althea entrare nella stanza. Ha i capelli mori sciolti, che le ricadono sulle spalle con morbidezza.

Entra nell'abitacolo e si toglie le scarpe.

<<Ciao.>> lei si volta di scatto verso di me, i suoi occhi azzurri, ancora lucidi, puntati sulla mia figura, la mano libera posata sul cuore.

<<Ciao...mi hai spaventata.>> sorrido lievemente, mi alzo facendo cigolare il pavimento in legno sotto al mio peso.

<<Non volevo...come stai?>> lei abbozza un sorriso.

<<Bene...sono stata meglio...non c'è scritto niente di che.>> aggrotto le sopracciglia scure, le porto una mano sulla guancia, le accarezzo i tragitti salati che sono stati creati dalle lacrime.

<<Sicura?>> annuisce.

<<Cosa doveva dirti Clark?>> sospiro impercettibilmente.

<<Niente di che, è un po' spaventato da un sogno...niente di nuovo.>>

<<Sicuro?- annuisco. Guarda verso il tavolino e schiude le labbra -Hai guardato la mappa?>>

<<Non ancora, sto facendo come te con la lettera.>> sospiro, mi sento un idiota a parlare con lei di queste cose.

<<Non farlo.>> mi dice, accarezzandomi il braccio sinistro.

<<Cosa?>>

<<Non sentirti stupido, puoi dirmi tutto lo sai. Cos'è che ti preoccupa?>> sospiro di nuovo e mi vado a sedere sul letto, creando distanza tra noi.

<<Che non saremmo in grado di superarlo. La prima prova è stata Nehet, e Clark per poco non viene ammazzato, tu hai due costole rotte. Cosa sarà la prossima? Cosa comporterà?>> si mette seduta sulla poltroncina in legno di fronte al letto e continua a guardarmi.

<<Quello che è successo oggi è stato un mio errore di calcolo. Niente di più. In più eravamo solo noi due, nelle prossime prove dovremmo essere tutti. In più aprirla e guardarla non cambia nulla.- annuisco. -Potrebbe essere d'aiuto magari aprirla tutti insieme?>>

<<Perché?>>

<<Perché siamo una famiglia e la famiglia si unisce nei momenti di difficoltà...chiamiamo gli altri ed apriamo la mappa.>>

<<Ma è tardi..>>

<<Come dici tu, è meglio affrontare subito le proprie paure. In più Li, Alec, Clark e Dan sono ancora svegli, ed anche Tolin, l'unica incognita è Kane...che faccio?>> abbasso lo sguardo sulle mie mani, il tatuaggio del drago che spunta dalla maglia della divisa.

<<Chiamali.>> la vedo sorridere, chiude gli occhi e quando li riapre, vedo le screziature viola andare ad inquinare il blu limpido delle sue iridi.

Schiude le labbra e fissa un punto preciso del pavimento, ci mette talmente tanta intensità che quell'esatto punto potrebbe persino prendere fuoco.

Quando torna a guardarmi gli occhi sono tornati di un colore normale e lei abbozza un sorriso nella mia direzione.

<<Dobbiamo solo aspettare.- annuisco alle sue parole -Caleb, qualunque cosa sia, l'affronteremo insieme, ricordi? Me lo hai promesso.>>

<<E te lo prometterei altre mille volte.>>


I ragazzi ci hanno raggiunto e si sono posizionati intorno al tavolino, lasciando Althea di fronte a me.

Prendo la mappa dal centro del tavolo, stiamo rendendo questo momento fin troppo solenne, è solo uno stupido pezzo di carta infondo.

Eppure non sentire nemmeno una battuta da parte di Clark, un'intervento indesiderato da Dan, o un commento affilato da parte di Kane, mi fa capire che probabilmente questa solennità che mi sento addosso ha davvero senso di esistere.

Inizio a pentirmi di averli chiamati, forse era meglio aprirla con Althea, sbattere la testa contro il muro e dormire un può.

<<Caleb, bradipo incompreso del mio cuore, ti dai una mossa? Ho sonno.>> okay, Clark ha fatto il suo commento e si è beccato una gomitata da Althea, mentre Alec trattiene una risata.

La sorella si gira verso di lui e basta quello sguardo per farlo ammutolire. Uno sguardo.

<<Okay, facciamola finita.>> apro la pergamena con delicatezza è ripiegata in venti parti.

Spiego ogni parte con una minuziosa lentezza, che non pensavo mi appartenesse, i lavori di fino li ho sempre lasciati a Clark.

Le mie dita fanno attrito sulla carta secca e ruvida, mentre gli occhi di tutti sono posati sulle mie dita, sento una responsabilità addosso che non è paragonabile a niente di ciò che ho vissuto prima.

Una volta arrivato all'ultima piega, alzo gli occhi sugli altri, che annuiscono all'unisono, da qui non si torna più indietro.

Prendo un respiro profondo pronto a trasportarci nel nostro destino. Socchiudo gli occhi, apro l'ultima parte, e lo spettacolo che mi trovo davanti va oltre tutti gli scenari, possibili, improbabili ed impossibili che mi ero figurato.

La lascio cadere sul tavolo, scioccato e la mia espressione si riflette progressivamente anche sui volti degli altri.

Nessuno ha il coraggio di dire o fare nulla.

Mentre sento crollarmi la terra sotto i piedi sento solo la voce di Clark.

<<Ho rischiato la vita per una fottuta pergamena vuota.>>

Stavolta nemmeno Althea ha il coraggio di guardarlo male, perché sì, la pergamena è completamente integra, senza la minima linea a rendere impuro il tessuto, e della famosa mappa non c'è nemmeno l'ombra.


Spazio autrice:
Sono in ritardo sorry!

Salve bella gente,

mi odiate? Sarebbe comprensibile, ma a tutto c'è una spiegazione, giuro. 😅Anche perché ho già scritto il capitolo 19 e il nostro viaggio non è assolutamente finito qui.

Vi mando un abbraccio,

ci vediamo lunedì,

Belle

La guardia del re - 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora