Capitolo 20

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Caleb

Pianificare.

'Organizzare secondo criteri prestabiliti in vista di un fine'

Controllo la mappa, studiandone ogni millimetro al fine di pianificare il percorso migliore. La chiave si trova al bosco sacro di Dain a sud-ovest rispetto alla nostra posizione.

Ci vorranno almeno tre settimane di cammino, senza trovare intoppi, sia chiaro.

Althea è ancora molto stanca e sta riposando sotto le coperte. Dopo tredici anni ha utilizzato di nuovo la luce, per due volte, nello stesso giorno.

Ha sprigionato l'energia in maniera incontrollata, sprecando risorse utili, ma sono sorpreso che sia riuscita ad incanalare tutta quella forza nella direzione giusta.

Alec mi sta aiutando a capirci qualcosa, a pianificare le soste e i rifornimenti, mentre ho obbligato gli altri ad andarsi a riposare.

Tolin è l'unico che ha preferito disertare dal mio ordine ed ha spiccato il volo, in maniera letterale, ha voluto incontrare Adax da solo.

<<Le succedeva sempre.- sussurra Alec, mi volto verso di lui e mi rendo conto di aver fissato la sagoma di Althea, rannicchiata sotto le coperte, per diverso tempo. -La luce le ha sempre prosciugato più energie delle ombre...non ti preoccupare.>>

<<È un po' difficile non farlo.>> commento, lui la conosce da sempre, sa quando sta male, quando è stanca, riesce a capirla quando è triste. Per me è tutto dolorosamente nuovo.

<<Lo so...starei anch'io come te se succedesse a Li...comunque non possiamo fermarci al villaggio di Lont, è molto più sicuro quello di Es.>>

<<Davvero? Come mai?>>

<<Il villaggio di Lont e il paese dei mughetti sono alleati, se ci mettessero piedi Althea, Li e Clark li farebbero fuori all'instante, per le doti che hanno.>> mi risponde con fermezza, è molto probabile che suo padre gli abbia insegnato molte cose sui villaggi che attraverseremo, un motivo in più per averlo vicino quando dobbiamo pianificare gli itinerari.

<<Okay...quindi, possiamo fare rifornimento al paese delle nuvole, al villaggio di Part, a palazzo e al villaggio di Es?- annuisce, sollevando dalla mappa gli occhi blu come quelli della sorella -Grazie, Alexander, per l'aiuto. Adesso, però, andiamo a dormire, ci aspetta una lunga giornata.>>

<<Tre lunghe settimane oserei dire...buonanotte generale.>> trattengo una risata, ha ragione, se tutto procede secondo i piani ci vorranno tre settimane per arrivare a destinazione ed altre quattro per raggiungere la prossima tappa.

<<Buonanotte Alexander.>> lui si sposta, raggiunge la soglia della porta, afferra la maniglia, poi si gira verso di me.

<<Generale, non mi chiamare Alexander...nella mia famiglia mi chiamava così solo mia madre quand'era incazzata.>> annuisco, ritrovandomi a sorridere come un ebete.

Il fatto che mi sia concesso chiamarlo con un diminutivo mi fa sentire accettato e parte di qualcosa di più grande. È bello, rincuorante.

<<Va bene, Alec. Buonanotte.>> Alec si chiude la porta in legno massiccio alle spalle ed io chiudo il diario con le annotazioni da seguire per i prossimi giorni. Non ha senso continuare a rimuginare da stanchi e domani sarà una giornata impegnativa.

Mi avvicino al letto e mi posiziono con leggerezza sotto le coperte.

Le ombre di Althea le stanno sfiorando la pelle, era già successo, eppure adesso mi sembra strano.

Dopo aver visto tutta quella luce mi sembra assurdo che l'ombra stia di nuovo tentando di inghiottirla. Anche se ombra e luce sono due facce della stessa medaglia, una non può esistere senza l'altra.

Althea si accorge della mia presenza e afferra la mano con la sua, si volta su un fianco e continua a cercarmi, come una bambina assonnata si imbatte nella ricerca del proprio orsacchiotto.

<<Non lasciarmi...ti prego, non andartene.>> mi sussurra con la voce impastata dal sonno. Schiudo le labbra.

Nel nostro rapporto è sempre stata implicita questa cosa, non ha mai espresso questo desiderio così forte dentro di sé.

Sono abituato a vedere un Althea forte, determinata, che sa risolvere i propri problemi da sola, e raramente si lascia andare a momenti di fragilità.

E mi sento un po' in colpa quando mi sorprendo a sorridere alle sue parole.

Dentro di me, infatti, inizia a prendere spaventosamente piede una convinzione, se si è lasciata andare a questa richiesta, se si lascia cullare dalle mie braccia senza opporre alcun tipo di resistenza, significa che mi considera un posto sicuro e nessuno mi aveva mai fatto sentire così.

Forte e protetto allo stesso tempo.

Forse è questo che fa l'amore? Ti fa sentire invincibile?

Non lo so. Quello che so è che vorrei che tutto questo non finisse mai.

Spazio autrice:

Salve gente!

Perdonatemi, sono di nuovo in ritardo ma sono influenzata ed ho appena finito di ricontrollare il capitolo.

Voi come state? Che ne pensate del capitolo?

Spero tutto bene, un abbraccio virtuale 😷😷

Belle ❤️

La guardia del re - 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora