Capitolo 45

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Althea

Avevo detto che ricevere pugni sull'addome da Caleb fosse il dolore peggiore che avessi mai provato, ora posso asserire che mi sbagliavo e anche di grosso.

Ora, l'unica cosa che sembra donare un po' di sollievo è stare in posizione fetale, il più ferma possibile.

<<Come stai?>> la voce di Caleb mi risveglia da questo stato di dormiveglia.

<<Sto bene.>> rispondo prontamente.

<<Davvero? Perché non sembra...posso provare una cosa?>> annuisco e lo lascio fare, si inginocchia di fianco a me ed inizia lentamente a massaggiarmi l'addome.

Le sue mani calde sulla pelle sono un momento paradisiaco.

Mi lascio andare ad un paio di mugolii d'apprezzamento.

<<Potrebbero fraintendere.>> commenta lui mentre io chiudo gli occhi.

<<E che fraintendano...ma tu non ti fermare...Dei.>> lo sento sorridere, ma esegue l'ordine con più gioia di quanto pensassi.

<<Perché non me l'hai detto?>>

<<Perché è una cosa di cui mi vergogno..>> sento le guance avampare e mi sento una dodicenne di fronte al suo primo fidanzatino.

<<È una cosa normale...lo hanno tutte le donne da quanto so.>> lo guardo male e lui prova a sorridere.

<<Sì...ma..>>

<<Althea, non c'è niente di cui ti devi vergognare. Ci fermeremo qui anche domani...ormai abbiamo la chiave, dobbiamo solo arrivare alla nave.>> scatto a sedere lasciandolo interdetto.

<<Ma non possiamo fermarci, è anche per questo che non volevo smettere con le erbe.>>

<<Un giorno non fa differenza..>> mi accarezza la guancia mentre io mi mordo il labbro inferiore. Purtroppo so la differenza numerica che può fare un singolo giorno di ritardo.

<<Centosessantacinque.>>

<<Cosa?>>

<<Un giorno...quando...quando papà mi raccontava della guerra mi diceva che un giorno valeva di media centosessantacinque persone.- abbasso lo sguardo, quasi mi vergognassi del proseguo della frase -Se noi arriviamo con un giorno di ritardo, potrebbero morire centosessantacinque persone. Potrebbe essere gente che abbiamo incontrato, con cui abbiamo parlato, tuoi compagni d'armi, nostri nemici...o semplicemente degli sconosciuti, non lo sappiamo, non possiamo prevederlo, quello che so è che io non voglio correre il rischio.>> è una responsabilità ulteriore che non voglio, e nonostante mi continui a ripetere che sono rischi calcolati ed inevitabili, la mia parte moralista non ci sta.

<<E cosa proponi? Oggi non riuscivi nemmeno a stare in piedi, cavalcavi a fatica. Come farai domani?>> mi chiede, il più razionale della coppia. Senza attaccarmi, ma cercando di farmi ragionare. So perfettamente che sarebbe meglio se riposassi.

<<Thunder ha riportato a casa mio padre ferito, è un cavallo intelligente, sa seguire bene la strada e non mi richiederà sforzi inutili. Se ti fa stare più tranquillo fammi affiancare da Neve.- lo vedo sospirare -Ti prego, Caleb. So che non sei d'accordo e che sei preoccupato, lo capisco, davvero. Ma è troppo importante, avrò altre occasioni per riposare, ma questa non è una di quelle.>> respira profondamente, il suo pollice ancora sulla guancia, il resto delle dita tra i miei capelli.

<<Va bene...ma rimandiamo il giuramento con Clark, sei stanca e non c'è bisogno di affaticarti ulteriormente. Sei d'accordo?>> annuisco, so che lo fa per me, e comprendo le sue motivazioni. Ma dentro di me continua a risuonare una voce, che mi ripete giorno e notte la stessa cosa 'non sarò mai abbastanza'.


'Non è una buona idea.' sorrido alle parole di Thunder.

'Erano anni che non parlavi più con nessuno, cosa è cambiato?' le chiedo mentre mi tengo l'addome con una mano e con l'altra stringo le redini.

'Beh quando hai una pessima idea dovrò pur dirtelo.' trattengo una risata.

'Papà me lo avrebbe detto.'

'No, tuo padre ti avrebbe detto di continuare. Alma ti avrebbe legata e rinchiusa nella tua stanza. Grande donna.' 

'Lo dici solo perché ti dava le mele di nascosto da papà.'

'Mancano anche a me.' Dan mi è di fianco insieme a Neve e continua a parlare ininterrottamente da un'ora.

<<Scusa Dan, ma sono troppo distratta...di cosa stavamo parlando?>>

<<Hai ragione, probabilmente non è il momento migliore per raccontarti della storia di Len e Samat. Però una domanda te la devo fare. Secondo te, c'è qualcosa tra Shahd e Clark?>> mi chiede ed io sgrano gli occhi.

<<Cosa? Cosa te lo fa pensare?>> lui alza le spalle larghe e muscolose.

<<Non lo so, sembrano...boh, dolci. Assomigliano a te e Caleb, battibeccano, si prendono in giro, poi tornano vicini.>> inclino la testa di lato, non avevo pensato a questo possibile risvolto. Due dei miei migliori amici, entrambi che hanno perso l'altra metà del loro legame.

<<E quando te ne sei accorto?>> gli chiedo, mentre reprimo l'ennesima fitta.

<<Durante il ballo, Clark le ha preso un piattino, non l'ha fatto per nessuno di noi. Poi hanno ballato insieme, in un angolo della sala.>>

<<Potrebbero anche solo essere amici.- propongo io. -Clark è carino anche nei miei confronti, eppure non c'è nessun tipo di interesse.- lui si mordicchia la guancia internamente -Cosa vuoi dirmi Dan?>>

<<Non è solo carino...è proprio...interessato. E credo che ci sia anche qualcun altro che è interessato...>> pensavo che Caleb e Clark fossero due pettegoli, ma anche Dan non scherza.

<<A Shahd?>>

<<No...Kane ha cambiato atteggiamento, l'altro giorno al ballo, mi ha portato un fiore...non l'aveva mai fatto.>>

<<E tu cosa hai detto?>>

<<Che sono allergico ai fiori..- trattengo una risata -Kane è già legato ad una persona, me l'ha detto lui e so anche che si sposeranno quando tutto questo sarà finito.- provo a dire qualcosa ma lui mi blocca sul nascere -Mi sono trovato in situazioni simili, per me va bene così. So che sono pochi quelli che stringono un legame omosessuale, ma non mi interessa. Sono circondato d'amore, quello tuo e di Caleb, quello di Li ed Alec, quello strano tra Tolin ed Adax, il legame che c'è tra noi nove. A me piace così.>> gli sorrido.

<<È una cosa molto profonda Dan, non tutti lo direbbero.>> alza le spalle di nuovo.

<<Lo so, non ho mai avuto l'amore di una famiglia. Prima di incontrare voi non sapevo il sentimento che si prova ad essere accettati, ed amati, per ciò che si è. Poi ho incontrato voi, e pensare che mio padre mi ha mandato a fare il militare per farmi 'rinsavire'.- sorride -Invece, mi ha fatto incontrare persone stupende.>>

<<Pensavi che ti avrebbero trattato male? Per quello che sei?>> mi si stringe il cuore, e mi do mentalmente dell'idiota per non averlo pensato. È ovvio che abbia avuto mille pensieri nella sua mente.

<<Forse...so che qualche anno fa hanno fatto del male ad un mutaforma, oppure che si sono divertiti ad usare i poteri di un ergasia per far impazzire un ragazzo. Ho pensato di tutto, ed è per questo che appena ho trovato Li e te, mi sono attaccato come una cozza sullo scoglio. Non pensavo che fossi un incantamenti, ma avevo capto che avessi poteri psichici.>> trattengo una risata, ed è praticamente arrivato il momento di fermarsi per la prima sosta della giornata.


Spazio autrice:

Hola, come va? Capitolo diciamo di sosta, un po' più tranquillo degli altri.

Che ne pensate? Ci arriveranno a questa fantomatica nave? 

Chissà, chissà.

Un abbraccio,

Belle

La guardia del re - 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora