Capitolo 40

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Caleb

Ci sono poche cose che mi piacciono e che mi rendono felice.

L'odore delle ortensie che mi ricorda le corse con Clark nei giardini della Congrega, il sapore amaro delle bacche di cacao tostate che ci davano dopo un allenamento duro, il colore degli occhi di Althea ogni volta che incontra i miei e il sorriso che le attraversa conseguentemente le labbra.

Ora si sono aggiunti a questo elenco anche la sensazione dell'aria sulle mie ali e l'unione del gruppo.

Ma tra queste non figura minimamente il ballo, o le feste sfarzose.

Ci stiamo avvicinando al palazzo, manca un giorno, una notte ed una mattina e saremo li, ad affrontare quello che io reputo un vero e proprio incubo.

Il ballo.

Sulla carta sarebbe super divertente, si mangia, si balla, si parla con persone che hanno stima dei tuoi successi e la curiosità di capire come ci sei riuscito. Questo è il modo in cui Alita mi ha venduto il ballo la prima volta dove è stata richiesta la mia presenza.

Nella realtà è ben diverso. Soffochi negli abiti tradizionali, ti prude il viso per il trucco e gli oli che ti obbligano a mettere.

Il cibo lo vedi, certo, ma da lontano perché vieni sballottato da una parte all'altra della sala, per parlare con persone che dovrebbero stimarti, in realtà ti invidiano e non lo nascondono nemmeno troppo bene.

La noia prende il sopravvento e dopo appena cinque minuti speri che sia passata un'ora, dopo mezz'ora inizi a pianificare il funerale di qualcuno, passata un'ora pensi che forse sarebbe meglio se il funerale fosse il tuo.

In tutto ciò poi c'è Alita, che si diverte a metterti in difficoltà e ti rifila battutine e gomitate quando ti vede tentare di estraniarti da quella realtà.

E meno male che lo fa, perché altrimenti mi addormenterei sul tavolo, e aspetterei che qualcuno decida di alleviare le mie sofferenze, magari regalandomi un trauma cranico.

In questo caso specifico poi, oltre alle mie ansie dovrò tenere a bada anche quelle di tutto il gruppo.

Questa volta, però, potrebbero esserci dei risvolti positivi. Se riusciamo a tenere compatto il gruppo, a non smembrarci e a sembrare impegnati e coinvolti nelle nostre conversazioni sono abbastanza convinto che potrei non soffrirla troppo. Forse.

Una speranza misera, a cui però mi aggrappo con tutte le mie forze.

<<Non è il primo ballo a cui partecipi, vero?>> mi chiede Althea, distesa tra le mie braccia. Inspiro l'odore di cannella che emana e mi sento subito a casa.

<<No, ho partecipato a cinque balli in totale...ma sempre in solitaria. Tu, invece?>>

<<Solo a due, sempre come accompagnatrice. A mio padre piacevano i balli a palazzo, ed è stato invitato diverse volte.>>

<<E perché tu ci sei andata solo due volte?>> le chiedo divertito e confuso allo stesso tempo, uno come suo padre deve aver partecipato ad un sacco di eventi. 

Lei si mangiucchia le unghie dal nervoso che ha addosso, un'abitudine che ha anche suo fratello.

<<Quando hanno iniziato a mandarmi richieste di matrimonio e dopo un paio di tentati rapimenti, mio padre ha preferito desistere.>> quasi mi strozzo con la mia stessa saliva, mentre lei ne parla con una tranquillità disarmante.

<<Cosa? Rapimenti?- annuisce con semplicità, come se fosse la cosa più normale del mondo. -Hanno provato a rapirti?>>

<<Sì...le incantamenti sono conosciute per le loro doti e la loro bellezza, tutti speravano che diventassi la nuova Althea.>> le accarezzo i capelli lasciati sciolti, seta che passa tra le mie dita poste a pettine e sorrido notando che si stanno allungando, e che questa volta non mi ha chiesto di tagliarli.

<<Sei bella, intelligente, le tue doti sono perfettamente formate ed eserciti un controllo fisico e mentale notevole. Perché dovrebbero credere qualcosa di diverso?>> la vedo persa, alla ricerca delle parole giuste.

<<Sai da bambina sognavo di diventare una principessa, e che mi sarei vestita ogni giorno con bellissimi abiti lunghi pieni di ricami scintillanti ed avrei ballato ogni notte stretta tra le braccia del mio bellissimo principe, in una sala da ballo vuota, solo per noi.>> sorrido pensando alla piccola Althea che sognava ad occhi aperti.

<<Quando sono iniziate ad arrivare le lettere ero felice, il mio sogno si sarebbe realizzato mi dicevo. Poi ho capito che da nessuno di loro avrei ricevuto l'amore che volevo. Fino ai miei dodici anni era mio padre a rifiutarli, poi ho iniziato io. Ogni tanto mi divertivo a terrorizzarli, quelli più insistenti e petulanti. Altre li mandavo via con un semplice rifiuto.>>

<<Ma cosa c'entra con la mia domanda?>> si volta a guardarmi, i suoi occhi blu cobalto che puntano nei miei, più scuri.

<<Per loro ero un oggetto d'esposizione...- si ferma e pensa al parallelismo migliore -Una bella spada, forgiata dal migliore degli artisti, con l'impugnatura in oro intagliato, e piena di pietre preziose che la rendono difficilissima da maneggiare ed inutile da portare dietro, ma perfetta per essere esposta nella sala del trono. Il mio compito era quello di essere bella e basta...così ho pensato che se fossi diventata la nuova dea, tutti mi avrebbero temuta e rispettata. Poi sei arrivato tu, ed ho capito di essere più di un bel faccino e di un paio di gambe.- si morde il labbro inferiore -Io non voglio essere temuta come Adax, io vedo la sofferenza delle persone e voglio che siano libere di chiedermi aiuto. Perché il mio desiderio è aiutare gli altri.>> le accarezzo i capelli, di nuovo e le sorrido.

Perché non potrei essere più orgoglioso della donna che ho al mio fianco. 

Vedere la sofferenza degli altri, accoglierla e cercare di aiutarli a superarla non è una cosa che farebbero tutti. Anzi. Conosco ben pochi individui che ne sarebbero capaci.

<<Vieni qui, volpina...lo sai che ti amo vero? Fino alle stelle e ritorno.>> stavolta è lei a sorridermi.

<<Anch'io ti amo, musetto. Fino alle stelle e ritorno.>> 

<<Musetto?>> le chiedo, non mi aveva mai chiamato così.

<<Sì...è una cosa stupida..>> scuote il capo divertita.

<<Voglio saperlo.>>

<<Quando dormi fai un'espressione buffissima, arricci il naso e sembri un orsetto.>>

<<Orsetto Osav...carino.>> la stringo a me, mentre i nostri battiti si mescolano e diventano un rumore unico, e forte.

Una musica singolare e solo nostra.

Perfetta.

Spazio autrice:

Salve bella gente,

Come state? Spero tutto bene. Gli aggiornamenti tornano ad essere ogni venerdì, come all'inizio, sono una persona abitudinaria 😅.

Che ne pensate del capitolo?

Vi dico che a breve si partirà con un altro progetto e sono felicissima di iniziare un altro viaggio, da portare avanti in parallelo. Sperando di ritrovare il vostro bellissimo supporto anche in questa nuova avventura.

Un abbraccio,

Belle 

La guardia del re - 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora