Capitolo 48

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**Nel capitolo sono presenti contenuti sessualmente espliciti, non si intende offendere o ledere la sensibilità di nessuno, dal prossimo capitolo torneremo alla solita narrazione**

Caleb

Ciò a cui non credo mi abituerò mai sono le risposte di Althea al mio tocco.

Ma soprattutto la risposta dei suoi poteri agli orgasmi.

Ho capito una cosa, negli ultimi tempi, che quando è in pericolo le ombre la proteggono, e con le loro carezze tentano di rassicurarla, ma quando è felice e prova piacere è la luce che viene sprigionata dalla sua pelle.

Una luce potente, ma morbida, non ti acceca, ti accarezza.

Ed è mentre sono dentro di lei, mentre la sento accogliermi, bagnata e stretta, che ho la sensazione di essere completo.

Non temo la performance, non ho paura di terminare troppo presto, perché so che a lei non importa.

Siamo sincronizzati su tutto, ed avverto per la prima volta, quell'assoluta e totale complicità di cui parlavano i libri sul legame, sento il divertimento di cui si è sempre gongolato Clark mentre raccontava le sue conquiste.

Ho sempre cercato questo, senza saperlo.

Ho sempre voluto la complicità e pensare che avrei potuto averla quasi dieci anni fa e risparmiare ad Althea diverse sofferenze, mi fa incazzare.

<<Ca..>> le sue dita affusolate mi artigliano le spalle, mentre i suoi gemiti diventano una musica celestiale. Inarca la schiena come se volesse venirmi più vicina.

<<È troppo, volpina?>> le chiedo divertito, mentre lei si lascia andare ad un mugolio contrariato perché ho cambiato ritmo.

È vicina al secondo orgasmo, lo capisco da come si muove, dalle guance arrossate e dal modo in cui lei si aggrappa a me come se avesse paura di cadere. Di precipitare in un oblio di perversione, e toccare un punto di non ritorno.

<<Ti prego...continua.>> sussurra lei, mentre nelle mie orecchie quel suono sembra urlato e si propaga con ferocia.

Vorrei vedermi con i suoi occhi, mentre sono sopra di lei, tra le sue gambe, con i capelli sciolti che seguono ogni movimento, ed oscillano ad ogni spinta.

Sono vicino anch'io, ho la pelle percorsa da brividi per tutto il tempo in cui ho aspettato e represso questo desiderio, sento il mio membro pulsare per la frizione e lo sforzo.

Così mi piego su di lei, cambiando angolazione e portandomi di nuovo sulle sue labbra rosee ed ansimanti.

L'odore di cannella si tramuta in sapore, ed assecondiamo l'orgasmo, mentre le nostre lingue danzano insieme. Ingoiamo il verso dell'orgasmo dell'altro.

Tengo gli occhi chiusi, mentre con la fronte mi appoggio alla sua.

<<Ca...Caleb..>> ansima lei.

<<Un attimo..>> non ero mai stato coinvolto così tanto a livello emotivo, e mi sento sfinito, come se avessi corso una maratona.

Punto comunque le mani sul materasso per evitare di schiacciarla con il mio peso.

Mi accarezza il viso leggermente sudato ed accaldato, mentre riprendo fiato e controllo sulle mie facoltà mentali.

Il corpo di Althea mi ha sempre fatto questo effetto, e sentirla così vicina anche a livello mentale è la conquista del rapporto perfetto.

Non sentirò mai più nessuno così vicino, non avrò mai la possibilità di replicare con nessun altro una sintonia così perfetta. Ed è questa l'unicità del legame.

<<Apri gli occhi..- dice estasiata -Non so quanto durerà.>> mi costringo ad assecondare la sua dolce richiesta, e la guardo confuso, mentre lei ha gli occhi puntati oltre di me, le labbra schiuse per riprendere fiato e per la meraviglia che ha davanti.

Meraviglia che ci tengo a specificare non sono io, ho un'alta opinione di me stesso, ma non così alta.

Mi volto e rimango a bocca aperta.

Sopra ed intorno a noi si è creato un vero e proprio cielo notturno, le ombre ci hanno avvolti, tingendosi di varie sfumature, più o meno scure, sembrano pennellate di colore date dal più romantico degli artisti.

E la loro oscurità è stata resa più dolce e morbida da migliaia di stelle, di varie dimensioni, la cui luce ci bacia la pelle.

<<L'hai fatto tu?>> le chiedo, è davvero assurdo.

<<No...no, credo che l'abbiamo fatto noi...è...è...>> cerca la parola giusta ed io la trovo lungo il legame. Caldo ed inondato di una luce nuova, più chiara e sfumata. Una luce che sembra pulsare.

<<È magico.- le accarezzo la guancia e torno a guardarla, spostandomi di fianco a lei, per non pesarle ulteriormente addosso. -Proprio come noi.- è ancora aggrappata a me, mentre la guardo. Un tocco ansioso che mi fa aggrottare le sopracciglia -Perché mi stringi così forte?>> la sua presa si allenta, ma è sempre presente.

<<Perché non voglio che tu te ne vada.>>

<<E non me ne andrò, né ora, né mai...sarò qui fino al mio ultimo respiro, finché tu mi vorrai, io ci sarò, sempre.>> appoggia di nuovo la sua fronte alla mia, e chiude gli occhi, deglutisce.

Il fuoco nel caminetto si è spento, o forse è questo cielo notturno ad aver oscurato la sua luce. In ogni caso, i nostri corpi sono talmente caldi che sembrano sul punto di andare in autocombustione.

<<Non credo esisterà un giorno, in cui non vorrò te. In cui non desidererei averti accanto, come compagno, come amante, come amico e come generale.>> le sorrido e le lascio un bacio sulla fronte, decisamente più casto e delicato di quelli che ci siamo scambiati fino ad ora. La sento ridacchiare, mentre ha gli occhi sui miei addominali.

<<A cosa pensi?>>

<<Che dopo una serata così, solo un folle ti lascerebbe andare.>> mi metto a ridere anch'io, ma più per il colore arrossato delle sue guance, tinte di una leggera vergogna, che per la battuta in sé.

Spesso sembra così piccola che vorrei proteggerla dal mondo, altre volte è di una potenza disarmante.

Forse è davvero così.

Un'antitesi vivente, come i suoi poteri.

Buio e luce.

Verità e menzogna.

Insicurezza e forza.

Ed ora mi ritrovo a stringerla io, mentre lei inizia ad addormentarsi, perché per quanto voglio essere ottimista so che tutto questo potrebbe non essere per sempre.

La guardia del re - 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora